Nell’ambito della cerimonia di premiazione della Stella della Mole, Giancarlo Giannini, noto per il suo stile diretto e schietto, ha condiviso le sue riflessioni sul cinema contemporaneo. In un faccia a faccia con i media, l’attore ottantaduenne ha rivelato la sua insoddisfazione verso l’industria cinematografica attuale, sottolineando la distanza rispetto a un passato che considera più autentico e creativo. La conferenza stampa ha visto anche la partecipazione di due volti noti del grande schermo, Rosario Dawson e Matthew Broderick, ma il rifiuto di Giannini di conformarsi alle attese ha catturato l’attenzione di tutti i presenti.
la premiazione della stella della mole
La Stella della Mole è un riconoscimento che celebra il talento e la carriera degli artisti del panorama cinematografico. Durante l’evento, Giancarlo Giannini ha ricevuto il premio con una certa riluttanza, manifestando il suo nervosismo all’idea di dover posare tra una folla di fotografi, assimilabile a quella di Hollywood. Con un sorriso, ha espresso la sua felicità per il premio ricevuto, ma ha anche fatto riferimento con umorismo alle punte affilate del trofeo, evidenziando il suo desiderio di trasportarlo senza farsi male. La cerimonia, pur celebrativa, ha messo in luce il contrasto tra l’euforia del riconoscimento e le preoccupazioni personali dell’attore, rendendo evidente come il successo fuori dal set non sempre coincida con la serenità interiore.
le critiche al cinema moderno
Nel corso della conferenza, Giannini ha rilasciato importanti dichiarazioni critiche riguardo al cinema di oggi, descrivendolo come “cambiato drasticamente” rispetto al suo periodo d’oro. L’attore ha fatto un chiaro riferimento alla sua esperienza post-pandemia, rimanendo deluso dalla qualità dei film attuali. Secondo il suo punto di vista, solo i lavori di registi come Steven Spielberg e Wim Wenders riescono a catturare il suo interesse, citando specificamente “The Fabelmans” e “Perfect Days”. Giannini ha chiarito le sue preferenze, evidenziando che i grandi capolavori del passato sembrano ormai un ricordo lontano, mentre nuovi modelli e forme di narrazione devono emergere per soddisfare il pubblico moderno. Questa visione pessimista sul futuro del cinema ha scatenato discussioni e riflessioni tra i presenti, riaccendendo il dibattito sulle trasformazioni dell’industria cinematografica.
nostalgia per il passato e speranze per il futuro
Giancarlo Giannini ha sottolineato il suo legame con il cinema del passato, definendo i capolavori di una volta come standard di riferimento in un panorama artistico che rattiene solo raramente le stesse qualità. Parlando della sua esperienza, l’attore ha ribadito la sua identità non convenzionale nel mondo del cinema, affermando di non sentirsi un attore nel senso tradizionale, ma piuttosto un “perito elettronico” che osserva questa trasformazione come un fenomeno complesso. L’esplorazione di forme di cinema più brevi è stata suggerita come un’innovazione necessaria, con l’auspicio che la semplicità e la fantasia possano tornare a dominare le narrazioni cinematografiche.
Giannini ha anche rivelato un desiderio di “rottura degli schemi”, sottolineando la necessità di una narrazione più semplice e fantasiosa, che ritiene fondamentale per il futuro del cinema. Ha evidenziato come nel mondo attuale manchi il “misticismo” e la dimensione umana delle storie, invitando a tornare a una rappresentazione più accessibile della vita, simile a quella di registi come Kubrick e Kurosawa. La sua riflessione offre uno spaccato del sentir comune di molti artisti di lunga carriera, che vedono nel cambiamento del panorama culturale una sfida piuttosto che una possibilità di rinnovamento.
Ultimo aggiornamento il 23 Novembre 2024 da Donatella Ercolano