Il tema della violenza sulle donne rimane una delle questioni sociali più urgenti e scottanti del nostro tempo. Gino Cecchettin, padre della giovane Giulia, tragicamente uccisa dall’ex fidanzato lo scorso 11 novembre 2023, ha condiviso le sue riflessioni sulla necessità di un cambiamento culturale profondo. Le sue parole emergono durante l’evento conclusivo della campagna ‘Come un’onda, contro la violenza sulle donne‘, organizzata da Rai Radio 1 e Giornale Radio Rai presso l’Università Statale di Milano.
L’importanza dell’osservatorio contro la violenza sulle donne
Nel contesto della campagna, Cecchettin ha parlato del ruolo cruciale dell’osservatorio contro la violenza sulle donne, istituito nel 2024 dal Consiglio regionale del Veneto. Questo ente ha l’obiettivo di monitorare e analizzare i fenomeni legati alla violenza di genere, fornendo dati utili per comprendere meglio la situazione attuale. Cecchettin ha sottolineato l’importanza di avere strumenti di monitoraggio, necessari per una risposta istituzionale più efficace, ma ha insistito sul fatto che, affinché tali iniziative siano davvero efficaci, è fondamentale un cambio di mentalità profondo all’interno della società.
La missione dell’osservatorio
L’osservatorio nasce con la volontà di raccogliere informazioni concrete e aggiornate sulla violenza di genere e sulle sue conseguenze. Secondo Cecchettin, il semplice monitoraggio non basta. “Certo, bisognerebbe fosse così già da domani“, ha commentato, riferendosi alla necessità di un cambio radicale nella percezione sociale della violenza sulle donne. Oltre alla raccolta di dati, l’osservatorio deve svolgere un’azione di sensibilizzazione e educazione. È indispensabile che la società comprenda la gravità del problema e si attivi per contribuire a una cultura del rispetto.
Cambiamenti culturali necessari per combattere la violenza
Cecchettin è chiaro nel comunicare che ogni progresso nella lotta contro la violenza di genere è legato a un cambio di coscienza collettivo. “Siamo consapevoli che un cambiamento decisivo ci sarà solo quando cambieranno le nostre coscienze“, ha dichiarato, mettendo in evidenza la responsabilità individuale e sociale che tutti hanno nel rimuovere stereotipi e pregiudizi. Questa consapevolezza richiede un impegno costante, sia da parte delle istituzioni che dei singoli cittadini.
L’importanza dell’educazione e della sensibilizzazione
L’educazione gioca un ruolo fondamentale in questo percorso. È essenziale iniziare dalla scuola, dove è possibile instillare nei giovani il rispetto reciproco e la comprensione delle dinamiche di potere che alimentano la violenza. Attraverso programmi di educazione emotiva e relazionale, si può avere un impatto significativo nel lungo termine. Cecchettin ha esortato a continuare a battersi per questi valori, affermando che il cambiamento deve partire dalla base.
L’impegno della comunità e delle istituzioni
L’evento all’Università Statale di Milano ha rappresentato un’occasione di incontro e riflessione per molti. La comunità, unita contro la violenza, ha bisogno di un dialogo continuo e di progetti che coinvolgano diverse realtà. Le istituzioni devono supportare attivamente queste iniziative, garantendo risorse e strumenti per la lotta alla violenza di genere. La collaborazione tra enti pubblici, associazioni e cittadini è cruciale per costruire una società più sicura e rispettosa.
La campagna ‘Come un’onda‘, attraverso eventi come quello di Milano, mira a far emergere una coscienza collettiva che rifiuti ogni forma di violenza. Gino Cecchettin, nella sua veste di presidente dell’osservatorio, è determinato a portare avanti questa battaglia, consapevole che il percorso è lungo e richiederà un impegno costante.