Giorgia Meloni e Mohammad Bin Salman: Un Incontro Strategico con Ombre di Controversie

Giorgia Meloni e Mohammad Bin Salman: Un Incontro Strategico con Ombre di Controversie

Giorgia Meloni incontra Mohammad Bin Salman in Arabia Saudita, firmando un accordo da 10 miliardi di dollari, mentre emergono preoccupazioni per le violazioni dei diritti umani e la repressione nel regno.
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Giorgia Meloni e Mohammad Bin Salman: Un Incontro Strategico con Ombre di Controversie - Gaeta.it

Il recente viaggio della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ad Al-Ula in Arabia Saudita, ha catalizzato l’attenzione internazionale. Durante l’incontro con il primo ministro Mohammad Bin Salman, le due parti hanno discusso questioni di rilevanza globale e hanno firmato un accordo strategico dal valore di 10 miliardi di dollari. Sebbene la cooperazione economica sembri fiorire, il profilo controverso di Bin Salman mette in risalto le complessità delle relazioni internazionali con paesi che hanno storicamente ignorato le violazioni dei diritti umani.

Mohammad Bin Salman: Il Riformatore Audace dell’Arabia Saudita

Dal suo ingresso sulla scena politica, Mohammad Bin Salman, comunemente noto come MBS, ha lanciato il piano “Vision 2030”, che rappresenta un tentativo ambizioso di trasformare radicalmente l’economia saudita, riducendo la dipendenza dal petrolio. Questo progetto mira a diversificare l’economia attraverso l’attrazione di investimenti esteri, promuovendo lo sviluppo di settori come il turismo e l’intrattenimento. MBS ha presentato il suo impegno per una “nuova Arabia Saudita“, facendo leva sulla modernizzazione e sull’uso di tecnologie all’avanguardia.

Uno dei progetti più suggestivi derivanti dalla sua visione è Neom, una città futuristica concepita per essere un polo d’innovazione e progresso nel deserto. Neom, con il suo design all’avanguardia e le proposte di una vita sostenibile, si pone come simbolo delle aspirazioni di MBS di trasformare il regno in una potenza globale. Tuttavia, le riforme economiche e sociali, come il permesso per le donne di guidare e la riapertura dei cinema, pur ottenendo consensi, coesistono con una triste realtà di repressione e violazione dei diritti.

L’ombra dell’omicidio di Jamal Khashoggi

Un evento che ha segnato profondamente l’immagine di Mohammad Bin Salman a livello internazionale è l’omicidio di Jamal Khashoggi, un noto giornalista e critico del regime. Il 2 ottobre 2018, Khashoggi si recò al consolato saudita di Istanbul, dove fu brutalmente assassinato e smembrato da un gruppo di agenti sauditi. Questo tragico evento ha attirato l’attenzione globale e ha sollevato interrogativi sul ruolo di Bin Salman, il quale è stato accusato di essere coinvolto, seppur abbia sempre negato ogni responsabilità.

Le indagini e i rapporti dell’intelligence statunitense sembrano confermare la connessione del principe nell’organizzazione dell’operazione omicida. Il risultato fu una condanna internazionale che ha messo sotto pressione le relazioni diplomatiche dell’Arabia Saudita con i Paesi occidentali, ma le alleanze economiche e gli interessi commerciali sono spesso prevalsi sulle considerazioni etiche.

La repressione e l’aumento della pena di morte

Mentre Bin Salman promuove la sua immagine di riformatore, la realtà in Arabia Saudita racconta un altro tipo di storia. Dietro la maschera della modernità, il regno ha intensificato il suo sistema di repressione, colpendo dissidenti, attivisti e persino membri della famiglia reale. Gli arresti e le detenzioni non hanno risparmiato neppure figure di spicco che avrebbero potuto rappresentare una minaccia per il trono.

Un aspetto particolarmente inquietante della politica contemporanea saudita è l’aumento della pena di morte. Sotto la guida di MBS, ci sono stati oltre 1250 casi documentati di impiccagione dal 2015, quando il principe ha acquisito un potere sostanziale. Questa statistica racchiude un dato preoccupante: il numero di esecuzioni ha raggiunto un picco di 198 nei primi nove mesi del 2024, segnando un record che non si registrava dal 1990 secondo Amnesty International.

Pur promuovendo riforme superficiali, gran parte della popolazione vive sotto un regime di paura e silenzio, riflettendo le contraddizioni di un leader che desidera modernizzare il suo Paese mentre continua a mantenere il controllo attraverso metodi estremi.

Ultimo aggiornamento il 27 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano

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