Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, si sta adoperando per riformare il sistema politico italiano tramite una modifica della legge elettorale. Questo approccio, noto come piano B, può risultare più praticabile rispetto a un lungo e complesso processo di riforma costituzionale. L’obiettivo è ottenere un nuovo modello di premio di maggioranza che garantisca maggiore stabilità all’esecutivo senza dover necessariamente affrontare un referendum.
L’incontro tra alleati e il gruppo di lavoro
Durante un vertice tenutosi di recente, Meloni ha discusso le potenziali modifiche insieme ai suoi alleati. L’importanza di questo incontro è sottolineata dalla presenza del ministro per le Riforme, elemento fondamentale per la creazione di un gruppo di lavoro parlamentare. Questo team sarà composto da rappresentanti delle diverse forze di maggioranza e sarà guidato da un esponente di Fratelli d’Italia. L’approccio scelto da Meloni mira a evitare conflitti aperti con le istituzioni e a trovare una sintesi che possa soddisfare parte dell’elettorato.
Nonostante le delicate dinamiche politiche, il gruppo di lavoro affronta già l’analisi dei modelli di voto attualmente vigenti nel Paese. Le due leggi in esame sono quelle per l’elezione dei sindaci e quella per i presidenti di Regione. La legge elettorale per i sindaci prevede un doppio turno, una formula poco gradita al centrodestra. Di conseguenza, l’attenzione si sposterà sulla revisione del Tatarellum, che prevede un solo turno, un premio di maggioranza per la coalizione vincente e l’elezione diretta del governatore.
Questa strategia potrebbe legare la durata del governo alla vita del presidente del Consiglio, escludendo potenzialmente l’opzione di governi tecnici. Meloni, quindi, si muove in un territorio complesso, dove potrebbe realizzare l’obiettivo del premierato senza passare tramite il Quirinale. Un esponente della maggioranza ha commentato che tale soluzione da parte della premier rappresenta un approccio pragmatico.
La critica e la necessità di spiegazioni
Nonostante le buone intenzioni, Meloni dovrà affrontare delle critiche e domande. Perché modificare una legge elettorale già consolidata, che le ha permesso di ottenere una netta maggioranza alle ultime elezioni? I tecnici di Meloni ribadiscono che con l’attuale sistema Rosatellum non è affatto garantita una chiara maggioranza. Chiaro è che il successo alle elezioni del 2022 è stato facilitato dalle divisioni all’interno del centrosinistra, che hanno consentito a Fratelli d’Italia e alle forze alleate di conquistare numerosi collegi.
Negli ambienti di maggioranza c’è una certa apprensione riguardo alla gestione di questi cambiamenti. Durante il vertice, Elisabetta Casellati ha presentato diverse bozze senza riprodurle su carta, per non alimentare il panico tra i parlamentari. Infatti, quando si comunica di una riforma elettorale, la reazione tra i deputati e senatori è spesso paragonabile all’annuncio di una discesa aerea: una notizia che crea ansia.
Malgrado questo clima, Meloni ha fatto sapere di puntare a concludere la legislatura del 2027, escludendo qualunque manovra che possa destabilizzarla a breve termine.
Le difficoltà nel centrodestra e il futuro della riforma
Rimanere uniti per il centrodestra non è affatto semplice. Il modello di voto del Tatarellum prevede l’uso delle preferenze, una modalità accolta positivamente da Fratelli d’Italia e Noi Moderati, ma osteggiata da Forza Italia e Lega. L’assenza di consenso tra le forze politiche rende il percorso di riforma tortuoso. L’ultimo tentativo di riforma delle preferenze risale al governo di Matteo Renzi e si concluse con un esito negativo in aula.
C’è da considerare anche il clima di nervosismo tra i deputati eletti nel Sud, che già mostrano segni di incertezza. In ogni caso, il gruppo di lavoro farà i conti con vari aspetti giuridici e precedenti, come il ricorso al voto di fiducia sulla legge elettorale, inserito per la prima volta durante il governo di Paolo Gentiloni.
Il gruppo di lavoro avrà tempo per strutturare la proposta e discutere le rilevanti criticità prima di procedere. Ci sono già scommesse interne su come saranno le future mosse del Movimento 5 Stelle nelle elezioni, creando un’atmosfera di attesa all’interno della maggioranza. La trasformazione del sistema elettorale resta quindi un tema caldo e da monitorare con attenzione nel prossimo futuro.
Ultimo aggiornamento il 25 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina