Giorgia Meloni sotto pressione dopo il voto oppositivo di Forza Italia e la crisi in Senato

Tensioni crescenti nella maggioranza di Giorgia Meloni, con frizioni tra Forza Italia e Lega su temi cruciali come il canone Rai e la sanità calabrese, minacciando l’unità del governo.
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Giorgia Meloni sotto pressione dopo il voto oppositivo di Forza Italia e la crisi in Senato - Gaeta.it

Il recente battibecco tra le forze politiche della maggioranza governativa ha scatenato reazioni di tensione all’interno del governo di Giorgia Meloni. In particolare, le votazioni al Senato hanno messo in evidenza frizioni significative tra alleati, alimento a un clima di incertezze politiche. Importanti decisioni, come il taglio del canone Rai e un emendamento sulla sanità calabrese, sono state al centro di un acceso confronto, evidenziando le divergenze interne che caratterizzano l’attuale legislatura.

Un avvio controverso in commissione Bilancio

L’ultima settimana si è aperta con il governo battuto su due fronti cruciali al Senato. Il primo colpo è arrivato dalla commissione Bilancio, dove Forza Italia ha votato insieme all’opposizione, affossando la proposta di ridurre il canone Rai da 90 a 70 euro, fortemente sostenuta da Matteo Salvini. Questo voto ha lanciato un chiaro segnale di frattura all’interno della maggioranza, mettendo in discussione non solo l’unità della coalizione, ma anche la credibilità del governo stesso. Il secondo episodio negativo si è verificato su un emendamento riguardante la sanità calabrese, che ha visto un ulteriore scontro tra Lega e Forza Italia.

Nonostante il tentativo del governo di gestire la situazione, l’immagine di una maggioranza coesa e solida ha subito un duro colpo. Palazzo Chigi ha avvertito che tali inciampi “non giovano a nessuno”, evidenziando il livello di irritazione all’interno dei Palazzi. Questa situazione non solo solleva interrogativi sulla capacità di questa coalizione di navigare attraverso temi sensibili, ma getta anche ombre sul futuro politico di Meloni.

Un governo sotto stress e orecchie nervose

Giorgia Meloni ha manifestato il suo malcontento in modo evidente. Fonti parlamentari riferiscono che la premier sia rimasta particolarmente infastidita dall’idea che questi eventi potessero riflettere un’immagine di superficialità e litigiosità, in contrasto con le promesse fatte pochi giorni prima ai suoi alleati. La situazione appare ancor più delicata considerando l’imminente vertice di domenica scorsa, dove si era convenuto di mantenere il focus su questioni unite e prioritarie.

In seguito ai recenti eventi, la leader di Fratelli d’Italia ha cercato di minimizzare le critiche, riducendo le tensioni a “schermaglie”, ma i segnali di frustrazione fanno capolino nei momenti pubblici con alleati come Antonio Tajani. Oltre a ciò, Meloni ha espresso una sorta di ottimismo irrisorio, affermando che se si possono ottenere accordi di cessate il fuoco in Libano, ci si può accordare anche sul canone Rai, analogia che però non ha affatto tranquillizzato i membri della sua coalizione.

Non ci sono nuovi vertici di maggioranza in agenda, con Palazzo Chigi che suggerisce di “lasciar decantare” la situazione. Questo atteggiamento sembra indicare una strategia di affrontare i disaccordi senza ulteriori intensificazioni, ma allo stesso tempo espone il governo a futuri imprevisti.

Strategia interna e reazioni alla crisi

Le reazioni all’interno della coalizione post-voto sul canone Rai rivelano profondi malumori. Diversi membri della maggioranza hanno cominciato a puntare il dito contro il sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Lucia Albano, ritenuto non sufficientemente incisivo nel prevenire l’esito negativo. Non mancano anche accuse rivolte ai legisti, considerati i principali responsabili, per aver rotto l’accordo di non belligeranza sancito in precedenti incontri con Meloni.

Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ha tentato di facilitare una mediazione durante i vertici, senza però raggiungere il risultato sperato. Il malessere è palpabile, e la malattia che ha tenuto Ciriani lontano dagli ultimi incontri non ha certo contribuito a mettere in ordine le questioni.

Dall’altro lato, la posizione di Forza Italia, come spiegato da Tajani, resta immutata: i forzisti sono contrari alla spesa pubblica non necessaria, ritenendo che le risorse dovrebbero essere allocate in altro modo, evitando i 430 milioni destinati al canone Rai. L’ex premier ha anche chiarito che il partito agisce secondo una propria coscienza, non seguendo direttive esterne. A questo proposito, i rumors su tensioni interne alla famiglia Berlusconi non sono passati inosservati, aumentando la sensazione di instabilità nella coalizione.

Fratelli d’Italia e la reazione leghista

Il panorama di discordia ha messo in evidenza come i partiti della coalizione stiano affrontando le criticità reciproche. Fratelli d’Italia, in particolare, ha espresso irritazione per la gestione del voto sul canone Rai. Invece di cercare un accordo precedentemente, i forzisti avrebbero dovuto considerare che il tema fosse divisivo e delicato. Un esponente della formazione ha chiarito che le scelte fatte in precedenza non possono essere messe in discussione ora.

La reazione della Lega, interessata anche all’emendamento riguardante la sanità calabrese, ha creato un certo imbarazzo tra gli alleati, contribuendo a rendere la situazione più complessa. Salvini ha evitato di confrontarsi direttamente con Tajani, ma ha ricollegato le sue dichiarazioni a Silvio Berlusconi, rimarcando le sue idee sull’importanza di rivedere il canone come tassa piuttosto che come un servizio.

La crisi che si sta manifestando nelle file della maggioranza è emblematica delle sfide che il governo di Giorgia Meloni sta affrontando e del delicato equilibrio tra le forze politiche al suo interno. Questi eventi suggeriscono che il futuro della legislatura potrebbe essere influenzato da tensioni interne e da impossibili accordi. Il prossimo futuro è carico di incertezze, mentre il governo si prepara ad affrontare nuove prove politiche.

Ultimo aggiornamento il 28 Novembre 2024 da Marco Mintillo

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