Nella notte tra il 14 e il 15 aprile 2025 la sede dell’Unione degli Studenti Universitari a venezia, nel sestiere di Cannaregio, è stata colpita da un furto. Sono stati sottratti il fondo cassa e alcuni computer che servivano agli studenti. Dopo qualche giorno di indagini, la polizia ha identificato e denunciato il presunto responsabile, un giovane di 29 anni residente in città. I dettagli dell’operazione evidenziano come l’episodio abbia origine nella microcriminalità locale e non da motivazioni politiche.
Le indagini della digos e il ruolo delle telecamere di videosorveglianza
L’attività investigativa è stata svolta principalmente dalla Digos di venezia. I primi accertamenti si sono concentrati sul controllo dei sistemi di videosorveglianza pubblica attivi nel sestiere di Cannaregio. Analizzando le riprese, gli agenti hanno ricostruito i movimenti del sospetto prima e dopo il furto nella notte del 15 aprile. Le immagini hanno mostrato in modo chiaro la presenza e gli spostamenti del giovane all’interno e nelle immediate vicinanze della sede Udu.
Il controllo continuo dei flussi video ha permesso di escludere immediatamente legami con eventuali proteste o motivazioni politiche, confermando la natura del fatto come azione attribuibile alla microcriminalità. Questo passaggio è stato decisivo per orientare le ulteriori verifiche degli investigatori verso una pista concreta, più legata agli spostamenti e ai comportamenti del singolo soggetto che a contesti più ampi.
Il supporto della polizia scientifica per identificare il responsabile
Oltre alle immagini ottenute, la polizia scientifica di venezia ha operato sul luogo del furto per rilevare prove più dirette. Sono state raccolte alcune impronte digitali, che alla prima analisi sembravano fondamentali. Per dare valore probatorio a questi elementi, è stato coinvolto il gabinetto interregionale della polizia scientifica di padova. Grazie a tecnologie di confronto avanzate, le impronte sono state abbinate al ventinovenne già indicato dalle immagini.
Questa collaborazione tra le due sedi di polizia scientifica è un esempio di come i vari enti di sicurezza lavorino in modo integrato per chiudere rapidamente le indagini. Il risultato è stata l’individuazione certa del sospetto, che da quel momento è diventato ufficialmente il principale indagato per il furto sull’unione degli studenti a venezia.
Il sequestro e il recupero della refurtiva durante la perquisizione
Su delega della procura della repubblica di venezia, venerdì 18 aprile la polizia ha effettuato una perquisizione presso l’abitazione del giovane. Durante l’operazione, gli agenti hanno trovato parte della refurtiva, in particolare un pc e una consolle elettronica utilizzata dagli studenti. All’interno dell’immobile sono stati rinvenuti anche numerosi accendini con il logo dell’Udu, un dettaglio che rafforza il legame tra il materiale e la sede colpita dal furto.
Il ritrovamento di questi oggetti ha confermato diverse ipotesi degli investigatori e ha permesso di apporre un ulteriore tassello nel quadro probatorio. La denuncia sarà ora formalizzata dalla procura, mentre il materiale recuperato sarà restituito all’unione degli studenti. L’episodio rimane un caso di microcriminalità, ma evidenzia la prontezza con cui le forze dell’ordine hanno affrontato le indagini.