L’appuntamento del 25 aprile a milano, in occasione degli 80 anni della liberazione, coinvolge tradizionalmente varie realtà politiche e sociali. Quest’anno, un gruppo di giovani palestinesi residenti in città ha deciso di farsi sentire in modo netto, chiedendo di aprire il corteo ufficiale dopo i partigiani e l’Anpi, ponendo un’attenzione diversa sulla memoria della resistenza. La loro posizione si inserisce in un clima di forte contestazione verso la presenza di certi gruppi sul palco antifascista e richiama il valore attuale della lotta per la libertà, vista anche nel conflitto palestinese.
La protesta dei giovani palestinesi e la loro richiesta di visibilità nel corteo
I giovani palestinesi a milano hanno espresso una netta contrarietà alla presenza di alcune sigle e figure che, secondo loro, avrebbero ruoli ambigui nel contesto del corteo antifascista. La manifestazione del 25 aprile vedrà infatti sul percorso centri sociali, collettivi studenteschi e altre formazioni, ma i palestinesi contestano l’inclusione di chi a loro avviso rappresenta ideologie contrastanti ai principi di libertà e giustizia.
In una nota diffusa poco prima della manifestazione, i giovani sottolineano che non è accettabile che nel corteo si dia spazio a sostenitori di posizioni che legittimano, a loro giudizio, il sionismo, il colonialismo e le politiche belliche oggi in atto. La denuncia è esplicita sui bombardamenti, le occupazioni e ciò che definiscono genocidio sul popolo palestinese, temi su cui chiedono una presa di posizione chiara nell’ambito del movimento antifascista.
Questo gruppo non si limita a contestare i “guerrafondai”. Per loro, il termine ‘resistenza’ non può essere usato a senso unico. Rigettano chi lo fa solo in certe occasioni, ignorando o sostenendo contemporaneamente politiche oppressorie. La loro protesta è quindi anche contro una pratica che definiscono ipocrita sull’uso della memoria storica partigiana.
Il richiamo ai valori partigiani come base della loro lotta oggi
Per i giovani palestinesi a milano i valori della resistenza partigiana trovano un’eredità concreta nella resistenza del loro popolo contro l’occupazione e le politiche militari israeliane. Non si tratta solo di una questione simbolica o commemorativa, ma di una posizione politica precisa che intendono affermare con forza in questo momento storico.
Rivendicano il diritto di aprire il corteo nazionale, accanto ai partigiani e all’Anpi, come segno di continuità tra le lotte per la liberazione passate e le battaglie contemporanee per la giustizia internazionale. Questo elemento politico diventa fondamentale per loro, perché non vogliono che la giornata del 25 aprile resti solo memoria storica, ma si trasformi in un’occasione per mettere in luce le contraddizioni ancora aperte.
La loro posizione è chiara e senza compromessi: chiedono che il movimento antifascista riconosca nella loro resistenza la stessa dignità e valore attribuiti ai partigiani che combatterono il nazifascismo. Specificano che non si tratta di una semplice richiesta simbolica o di visibilità, ma di una scelta politica che spinge a riflettere sul significato reale della resistenza oggi.
Le reazioni e il contesto della manifestazione del 25 aprile a milano
Il corteo milanese del 25 aprile resta un momento solenne che richiama numerose realtà e soggetti. Quest’anno la manifestazione si svolgerà con il tradizionale ritrovo in piazza Palestro alle 12, da dove partirà, due ore dopo, il percorso ufficiale nazionale. L’organizzazione coinvolge da sempre partigiani, Anpi e gruppi di sinistra tra cui centri sociali e collettivi studenteschi.
La richiesta dei giovani palestinesi apre uno scenario di discussione sui confini dell’antifascismo contemporaneo. Il loro intervento sottolinea tensioni sulle alleanze politiche e sulle interpretazioni diverse del significato della giornata. Non mancano quindi confronti tra chi vorrebbe un corteo più inclusivo e chi invece solleva problemi sul coinvolgimento di chi, secondo loro, non può rappresentare i valori dell’antifascismo.
Le associazioni partigiane e l’Anpi mantengono un ruolo di riferimento nella manifestazione e nei valori che si intendono ricordare. Il posizionamento dei giovani palestinesi solleva ulteriori interrogativi su come combinare memoria storica, attualità politica e diritti umani, in una città come milano che ospita una rete di comunità diverse.
L’appello dei palestinesi trova appoggio in diverse realtà che riconoscono come il dialogo su resistenza e libertà possa includere anche conflitti lontani da noi, ma con forti risvolti morali e politici. In ogni caso, il 25 aprile si prospetta come una giornata ricca di tensioni ma anche di momenti di riflessione sulla reale attualità del significato di libertà e giustizia.