L’opera “Giovanna d’Arco” di Giuseppe Verdi, che segnerà l’apertura della stagione lirica al Teatro Regio di Parma il 24 gennaio, promette di essere un’esperienza visiva e uditiva di rara intensità . Affidata all’interpretazione audace della regista Emma Dante e diretta dal maestro Michele Gamba, questa produzione si propone di esplorare tematiche attuali attraverso una narrazione incisiva. L’opera, pur essendo una delle meno rappresentate del compositore, ha ritrovato nuova vita grazie ai suoi contenuti profondi e universali.
La regia di Emma Dante: un approccio innovativo
Emma Dante, celebre per la sua versatilità tra teatro e cinema, porta un tocco personale alla regia di “Giovanna d’Arco“. Nella sua visione, la forza di questo dramma risiede nel conflitto interiore della protagonista. Fin dalla prima overture, il pubblico viene immerso in una atmosfera di drammaticità , rappresentando i soldati martoriati dalla guerra, simbolo di un conflitto più ampio. La regista descrive Giovanna come una figura complessa: “forse è pazza, forse è una santa, forse è una strega”. Queste diverse sfaccettature renderanno l’interpretazione di Giovanna un approfondimento delle sue fragilità , delle sue convinzioni e della sua lotta.
Dante si sforza di rendere palpabile il tormento interiore di Giovanna, esplorando la sua schizofrenia e l’influenza delle voci che la tormentano. Questo approccio mira a specificare la dualità di un personaggio che oscilla tra la santità e la dannazione. La regista si distingue per la sua capacità di dare vita a una narrazione continua, permettendo agli attori di esplorare ogni sfumatura del loro personaggio, assicurando che ogni azione sul palco sia supportata da una motivazione profonda.
La direzione musicale di Michele Gamba: un legame tra musica e regia
Michele Gamba, con una carriera consolidata nei maggiori teatri internazionali, guida la partitura di **
Ultimo aggiornamento il 19 Gennaio 2025 da Sofia Greco