Il processo per il crollo del Ponte Morandi a Genova continua a suscitare un forte interesse pubblico, con l’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci, che ha recentemente reso delle dichiarazioni in aula. Castellucci, il quale si trova a fronteggiare accuse serie in merito al tragico evento del 2018, ha espresso il suo rammarico riguardo a come sono state gestite le comunicazioni subito dopo il crollo.
Le ammissioni di Castellucci
Durante il processo, Castellucci ha dichiarato di aver commesso errori nella comunicazione post-incidente, sottolineando il suo pentimento riguardo le modalità e i termini utilizzati nel messaggio diffuso. Nel suo intervento, ha raccontato che il comunicato era stato redatto seguendo indicazioni fornite dalla Consob. Con il senno di poi, ha espresso l’opinione che quel tipo di comunicazione fosse inappropriato. Questo riconoscimento di responsabilità sembra riflettere una maggiore consapevolezza delle conseguenze delle parole, specialmente quando si tratta di un evento così drammatico.
Un ponte apparentemente sicuro
Castellucci ha sottolineato quanto fosse incomprensibile per lui il crollo del ponte, considerando che su questa infrastruttura, che rappresentava una voluminosità economica e ingegneristica, avevano investito risorse significative. Ha affermato che nel corso degli ultimi tre anni erano stati eseguiti frequenti lavori di manutenzione e miglioramento, sotto la supervisione di esperti. L’ingegneria del ponte era valutata altamente, come confermato da rapporti della società di ingegneria Cesi, che aveva fornito garanzie sulla adeguatezza delle procedure di ispezione e sicurezza. Questo indicava una situazione che, ad occhi esterni, sembrava del tutto sotto controllo e sicura.
La sconfitta collettiva
Castellucci ha descritto il crollo del ponte come una vera e propria sconfitta per tutti, non solo per la sua azienda. Ha fatto riferimento alla comunità locale colpita dal disastro e ha evidenziato la profonda tristezza che provava vedendo un’opera su cui si erano fatti significativi sforzi di mantenimento e sicurezza crollare in modo inaspettato. La gravità della situazione non è stata solo una perdita per la sfera aziendale; ha coinvolto la vita e la sicurezza dei cittadini e la credibilità di intere istituzioni.
La responsabilità di gestire la sicurezza
L’ex AD di Aspi ha puntualizzato come la sicurezza delle infrastrutture stradali debba rimanere una priorità assoluta, sostenendo che gli sforzi fatti negli ultimi anni avessero come obiettivo principale la protezione dei conducenti e dei viaggiatori. Le ispezioni regolari, le manutenzioni e le rassicurazioni delle aziende erano visti come un pilastro fondamentale del lavoro svolto. Al contrario, il tragico evento ha scosso profondamente la fiducia pubblica nei confronti delle strutture e della gestione della sicurezza stradale in Italia.
Con queste dichiarazioni, Castellucci non solo si presenta come un uomo sotto accusa, ma anche come un individuo che riflette sull’enorme impatto che il disastro ha avuto sulla sua vita professionale e sul benessere della comunità. La sua testimonianza mette in luce la complessità della responsabilità nella gestione delle infrastrutture pubbliche e l’assoluta necessità di garantire standard elevati di sicurezza.