Il 2025 si apre con un’importante decisione legata alla carica di Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza in Piemonte. Il Tar ha bocciato il ricorso di Andrea Revel Beria, uno degli esclusi dalla nomina, permettendo a Giovanni Ravalli di mantenere il suo ruolo. Ravalli, professore di Religione e residente a Monasterolo, si era classificato come primo dei non eletti nella lista di Fratelli d’Italia. Di conseguenza, la sua posizione resta in piedi almeno fino a dicembre, quando si svolgerà l’udienza di merito.
Le contestazioni sul titolo di studio di Giovanni Ravalli
Il ricorso presentato da Andrea Revel Beria ha sollevato interrogativi di notevole importanza riguardo alla validità del titolo di studio di Ravalli. La Laurea conseguita presso la Pontificia Università della Santa Croce non è riconosciuta ufficialmente dallo Stato italiano. Questo elemento ha alimentato un intenso dibattito tra le forze politiche in campo: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra e Stati Uniti d’Europa hanno condiviso le riserve espresse contro la nomina.
Le opposizioni ritengono che il titolo di Ravalli non soddisfi i requisiti richiesti, in quanto non risulta appartenere alle discipline umanistiche o giuridiche indicate nel bando di selezione. Rivendicando la legittimità della sua nomina, Ravalli sostiene il contrario. Tuttavia, la mancanza di una certificazione formale da parte del Ministero dell’Università sull’equipollenza del suo percorso formativo rappresenta un nodo cruciale nella questione. Questo groviglio giuridico è pertanto tutt’altro che una semplice formalità, ma un elemento centrale nel dibattito sull’idoneità della nomina.
La risposta del Tar Piemonte e il clima politico in giunta
Il Tar Piemonte ha risposto alla richiesta di sospensiva con una motivazione chiara, ritenendo, infatti, che non fosse presente un interesse diretto e immediato da parte di Revel Beria. Tuttavia, la decisione non chiude il capitolo. L’udienza di merito, fissata per l’11 dicembre, rappresenta il momento cruciale in cui verranno esaminati tutti gli aspetti della vicenda. Le opposizioni, che hanno già chiesto una revisione formale della nomina, continueranno a tenere alta l’attenzione su questa questione.
All’interno di Palazzo Lascaris, il clima è teso. Il centrodestra, attualmente in carica, ha disertato le sedute della commissione consiliare, compromettendo i tentativi delle minoranze di far luce sulla situazione. Le critiche nei confronti della nomina di Ravalli si intensificano, con le opposizioni che la qualificano come l’ennesimo esempio di politiche di partito. Questo atteggiamento, secondo loro, mina i principi di trasparenza e responsabilità.
la vaghezza del bando e l’interpretazione delle discipline umanistiche
Il bando regionale non chiariva i requisiti specifici per le discipline umanistiche, un aspetto che ha aperto la porta a interpretazioni molto ampie. Ravalli ha tentato di spiegare che il riconoscimento del suo titolo da parte del Ministero ha, secondo lui, solo valore ricognitivo. La sua formazione teologica, a suo avviso, rientrerebbe perfettamente nel campo delle scienze umane. Tuttavia, gli accordi tra Italia e Vaticano definiscono i titoli pontifici come “lauree generiche”, un aspetto che complica ulteriormente la questione. Ciò solleva interrogativi sulla sua capacità di svolgere un ruolo così cruciale.
A quasi sei mesi dalla sua nomina, non è emerso alcun documento ufficiale da parte del Ministero che possa sciogliere i dubbi. Di conseguenza, Giovanni Ravalli continua a esercitare una funzione di grande responsabilità nel procurare protezione e diritti ai minori, mentre le dinamiche politiche e le opposizioni restano in fermento, in attesa di un chiarimento definitivo.
La questione del Garante regionale per l’infanzia si articola così in un contesto complesso di ricorsi legali, interrogativi sull’adeguatezza dei requisiti e tensioni politiche, in cui l’attenzione ai più giovani si mescola con le logiche di schieramento. Un dibattito che, come spesso accade, si concentra su chi dovrebbe realmente garantire la cura e la protezione dei più vulnerabili.