Giovanni Satta, richiesta di condanna a otto anni per traffico di stupefacenti: il caso in aula a Tempio Pausania

Giovanni Satta, richiesta di condanna a otto anni per traffico di stupefacenti: il caso in aula a Tempio Pausania

Giovanni Satta, ex sindaco di Buddusò, è accusato di traffico di stupefacenti insieme ad altri cinque imputati; la procura chiede pene fino a dieci anni per l’associazione criminale sardo-albanese.
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Giovanni Satta, richiesta di condanna a otto anni per traffico di stupefacenti: il caso in aula a Tempio Pausania - Gaeta.it

Giovanni Satta, ex consigliere regionale della Sardegna e sindaco di Buddusò, è al centro di un caso giudiziario di rilevanza nazionale. La richiesta di otto anni e sei mesi di reclusione è stata presentata dalla pubblica accusa, rappresentata dalla pm Rossana Allieri, a carico di Satta e di altri cinque imputati, tutti accusati di far parte di un’associazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti. Le udienze si stanno svolgendo a Tempio Pausania, una location già nota per diverse vicende di cronaca giudiziaria.

Gli imputati e le richieste di condanna

Durante l’udienza, sono state richieste condanne non solo per Giovanni Satta, ma anche per gli altri cinque coimputati che compongono questo gruppo accusato di traffico di stupefacenti. Simone Canu si trova sotto accusa per un possibile reato di partecipazione attiva all’associazione, e per lui la pm ha richiesto una pena di dieci anni. Anche Gino Mureddu, con una richiesta di 8 anni e 5 mesi, e Giovanni Battista Pira, a cui sono stati chiesti 8 anni e 2 mesi, sono ritenuti figure chiave nell’operazione illecita. Nicola Salvatore Pinna e Alexandru Dughila, entrambi accusati di far parte della medesima rete criminale, rischiano rispettivamente 8 anni e 6 mesi e 8 anni e 2 mesi di carcere. Le accuse non possono essere sottovalutate, considerando la portata delle attività illecite di cui sono ritenuti responsabili.

Un’associazione a delinquere internazionale

Le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari hanno rivelato dettagli preoccupanti sulla presunta associazione sardo-albanese. Secondo le accuse, il gruppo si sarebbe occupato di introdurre in Sardegna ingenti quantità di eroina e cocaina, provenienti principalmente dall’Olanda e dall’Albania. Le operazioni di traffico avvenivano in particolare nella zona di Olbia e in Costa Smeralda, specialmente nei mesi estivi, periodo in cui l’afflusso turistico è notevolmente incrementato. L’ipotesi della procura è che gli imputati avessero messo in piedi un sistema collaudato per rifornirsi e distribuire narcotici in un contesto dove la domanda è alta.

Il passato imprenditoriale di Satta e le accuse

La figura di Giovanni Satta solleva curiosità non solo per le sue cariche politiche, ma anche per la sua carriera imprenditoriale. Satta gestiva una concessionaria di automobili a Olbia, attività chiusa nel 2012. Secondo l’accusa, Satta non solo avrebbe fornito automobili all’associazione sardo-albanese ma avrebbe anche avuto rapporti diretti con i criminali, facilitando in questo modo la cessione della droga. Le accuse si fondano anche sulle intercettazioni telefoniche, che avrebbero dimostrato legami tra Satta e i membri dell’associazione. Tuttavia, Satta ha sempre dichiarato la sua innocenza, sostenendo che tutte le auto erano state vendute legittimamente e che i contatti con i malviventi riguardavano esclusivamente affari auto.

La posizione della difesa

In aula, la difesa di Satta ha avanzato argomentazioni a favore dell’ex sindaco. “Nelle intercettazioni si parlava di auto e non di droga,” ha dichiarato uno degli avvocati nel corso delle precedenti udienze. La difesa cerca di costruire una narrazione in cui i trasferimenti di veicoli non abbiano nulla a che vedere con traffico di sostanze stupefacenti, cercando di distorcere il peso dell’accusa. Si tratta di una strategia che punta a dimostrare l’assenza di collegamenti diretti tra le attività commerciali di Satta e i crimini di cui è accusato.

Il procedimento, che continua a svilupparsi a Tempio Pausania, è attentamente osservato non solo dagli addetti ai lavori ma anche da una vasta parte dell’opinione pubblica, consapevole dell’importanza della questione legata al traffico di stupefacenti nell’isola.

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