Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi, vive sotto protezione dal dicembre del 2014 a causa delle minacce ricevute dalla mafia siciliana. Questa situazione ha preso una piega significativa, estendendosi ora anche al suo nuovo ruolo di eurodeputato. Antoci ha dedicato la sua vita a combattere la criminalità organizzata, sviluppando un protocollo per garantire che i fondi europei per l’agricoltura non finissero nelle mani dei clan mafiosi, riuscendo a colpire uno dei maggiori flussi di finanziamento della mafia.
Un nemico della mafia
L’opera di Antoci lo ha reso un bersaglio dei clan mafiosi. Raccontando la sua esperienza a Euronews, egli dichiara: “Diventare un nemico significa che si inizia per prima cosa con le minacce”. Queste intimidazioni non sono solo parole: a maggio del 2016, Antoci subisce un attentato, il primo da parte della mafia dopo le stragi del 1992. Fortunatamente, grazie all’intervento di quattro agenti della Polizia di Stato che lo scortavano, la sua vita viene salvata in un violento conflitto a fuoco. Questo episodio ha segnato una svolta decisiva nella sua vita e nella sua missione di opposizione alla mafia.
Antoci ha ricevuto diversi riconoscimenti per il suo coraggio e il suo impegno, inclusa l’Onorificenza di “Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana“, che gli è stata conferita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel febbraio del 2017. La sua iniziativa, volta a tutelare i fondi europei, ha suscitato l’interesse della Commissione Europea, con il commissario al Commercio Phil Hogan che lo ha definito un “esempio eloquente” nella lotta contro la mafia.
Un mandato sotto scorta
Dopo la sua elezione come eurodeputato con il Movimento Cinque Stelle, la vita di Antoci è rimasta segnata da restrizioni e necessità di sicurezza elevate. Il regime di protezione speciale per lui e la sua famiglia è stato esteso anche all’estero, garantendo la loro sicurezza in un contesto internazionale. Il nuovo ufficio di Antoci presso l’Eurocamera di Bruxelles è dotato di misure di sicurezza eccezionali: privo di vetrate sull’esterno e con una scorta che lo accompagna costantemente.
Il suo operato in Europa si concentra principalmente nella commissione Libertà civili, giustizia e Affari interni. Antoci intende portare avanti temi a lui cari, come la lotta contro la criminalità organizzata, che definisce una “zavorra” per l’economia dell’Unione Europea. Ha già proposto l’istituzione della commissione Crim, dedicata esclusivamente alla criminalità organizzata, una questione di vitale importanza in un contesto europeo sempre più globalizzato e interconnesso.
Rinunce e limitazioni quotidiane
La vita di Antoci e della sua famiglia è caratterizzata da costanti rinunce e limitazioni. Le misure di sicurezza imposte creano una quotidianità al di fuori della norma, costringendo Antoci a vivere in un ambiente sorvegliato. Anche se il contesto è complesso, l’eurodeputato è fermo nella sua convinzione che tutti questi sacrifici siano necessari. La sua determinazione è tale da considerare gli episodi di violenza mafiosa e le sue esperienze una parte integrante della lotta.
Antoci riflette sul costo emotivo della sua battaglia, affermando che esistono differenti modi di affrontare la morte. Non solo la possibilità di un attacco diretto, ma anche la consapevolezza di non poter passare davanti a sua moglie e ai suoi figli con la dignità di chi ha fatto il proprio dovere. Le sue parole evidenziano una sofferenza profonda, ma anche una volontà ferrea di continuare a lottare contro quella che considera un’ingiustizia affinché i valori di rettitudine e coraggio possano prevalere.