Dopo un periodo di transizione segnato da dimissioni inaspettate, Vittorio Rizzi ha assunto ufficialmente il ruolo di direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza . Il suo incarico arriva in un momento cruciale per l’Italia, mentre il Governo desidera una ristrutturazione e un rafforzamento del sistema di intelligence. Con una carriera ricca di esperienza nella Polizia di Stato, Rizzi è chiamato a ristabilire l’ordine interno, alla ricerca di una sinergia tra le diverse agenzie, in un contesto globale in continua evoluzione.
La sfida di ristabilire l’ordine
Il cambio di guardia nel DIS si presenta come una sfida significativa per Vittorio Rizzi, classe 1959, il quale ha ricoperto ruoli di alta responsabilità sia nella Polizia di Stato che nei servizi segreti. La transizione da Elisabetta Belloni, che ha presentato le dimissioni, non è stata gestita nella maniera ottimale. Rizzi si trova quindi nella posizione di dover “tenere il sistema”, un imperativo che significa rafforzare i confini e le responsabilità tra le agenzie AISI e AISE . Queste ultime hanno dimostrato una tendenza a operare in autonomia, un aspetto che Rizzi dovrà scrutinare per garantire una maggiore coesione.
La necessità di un approccio di squadra è espressa non solo all’interno delle agenzie, ma anche tra le istituzioni. La mancanza di un servizio segreto unico in Italia, come auspicato da Alfredo Mantovano, sottosegretario delegato all’intelligence, implica che le varie agenzie debbano lavorare insieme. Rizzi dovrà lavorare per consolidare questa unità , promuovendo un ambiente di fiducia reciproca.
Adattarsi a un contesto internazionale complesso
L’impegno di Rizzi non si limita all’organizzazione interna. Gli attuali sviluppi geopolitici complicano ulteriormente il compito del nuovo direttore. Le tensioni internazionali, in particolare le interazioni delicate tra gli Stati Uniti, la Russia e la Cina, pongono interrogativi sul futuro del contesto nazionale. L’arrivo di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti aggiunge un ulteriore livello di imprevedibilità , che il nuovo direttore dovrà affrontare, prestando attenzione alle influenze sulle dinamiche locali, dall’economia alla sicurezza delle infrastrutture.
La minaccia del jihadismo è tornata a impensierire l’Europa, con eventi come l’attentato di Magdeburgo che hanno creato un clima di allerta generale. In ottica di eventi futuri, come il Giubileo e il grande raduno dei giovani a Tor Vergata, Rizzi dovrà collaborare con agenzie di intelligence di diversi paesi per garantire la sicurezza. Essere pronti e reattivi nella gestione delle crisi è un tema cruciale che dovrà perseguire.
Le prospettive di riforma dell’intelligence
Un ulteriore compito di rilievo per Vittorio Rizzi è la necessità di una riforma dell’intero sistema dell’intelligence. La legge 124/2007 ha istituito il sistema di informazioni per la sicurezza e il DIS, ma con l’evoluzione delle minacce, ci sono richieste per una revisione. Mantovano e Rizzi dovranno valutare la fattibilità di una riforma che consenta operatività efficace senza sovrapposizioni.
La collaborazione con le opposizioni politiche risulterà essenziale per ottenere un consenso sufficiente a procedere con eventuali modifiche legislative. Il rafforzamento della capacità operativa delle agenzie è un obiettivo ambizioso, ma necessario per rispondere adeguatamente alle sfide attuali. La strada da percorrere è segnata da un impegno collettivo e dalla volontà di adattamento a un panorama che cambia rapidamente.
Ultimo aggiornamento il 16 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano