Grande scoperta che potrebbe trasformare molte cose: secondo la scienza il tempo scorre al contrario. Cosa c’è da sapere su questa teoria?
Il concetto di tempo ha sempre rappresentato una sfida per l’umanità, sia in ambito filosofico che scientifico. Fin dai tempi antichi, il tempo è stato considerato una dimensione fondamentale, ma la sua natura rimane avvolta nel mistero. Come un fiume in piena, il tempo scorre in una direzione ben definita, dalla memoria del passato verso le aspettative del futuro. Questa percezione è radicata nella nostra esperienza quotidiana: un bicchiere che cade e si frantuma non può mai ricomporsi da solo, confermando l’esistenza di una “freccia del tempo” unidirezionale. Tuttavia, recenti ricerche nel campo della fisica quantistica stanno mettendo in discussione questa concezione tradizionale.
La ricerca sul concetto di tempo
Un team di ricercatori dell’Università di Surrey, guidato dall’italiano Andrea Rocco, ha intrapreso uno studio approfondito sulla natura del tempo all’interno dei sistemi quantistici. Pubblicato sulla rivista Scientific Reports di Nature, il loro lavoro esplora come le leggi della fisica, in particolare quelle che governano il mondo subatomico, non sembrino implicare un’unica direzione temporale. Le leggi di Newton, ad esempio, sono simmetriche riguardo al tempo e funzionano allo stesso modo indipendentemente dalla direzione in cui si muovono le lancette dell’orologio.
Questa curiosa simmetria ha portato i ricercatori a interrogarsi su come mai noi percepiamo il tempo come un fenomeno lineare. La spiegazione tradizionale di questa percezione si basa sull’idea che l’interazione di un sistema quantistico con l’ambiente comporta una perdita d’informazione, generando così una direzione temporale preferita. Tuttavia, i modelli matematici utilizzati nel loro studio hanno rivelato un’ipotesi sorprendente: la perdita di informazioni non avviene solo in avanti nel tempo, ma anche all’indietro. A livello quantistico, il tempo potrebbe non essere limitato a una sola direzione, ma potrebbe effettivamente scorrere in entrambe le direzioni.

Questa scoperta mette in discussione l’idea che la freccia del tempo sia una proprietà fondamentale della natura. Se fosse così, dovrebbe essere valida in ogni contesto fisico e a ogni scala, proprio come avviene per la velocità della luce nel vuoto.
Tuttavia, nonostante i risultati promettenti di questo studio, resta da chiarire l’ampiezza delle applicazioni pratiche delle scoperte fatte. Su scala macroscopica, il tempo sembra scorrere in un’unica direzione e la seconda legge della termodinamica, che afferma che l’entropia tende ad aumentare nel tempo, continua a dominare. Questo solleva interrogativi su come queste scoperte possano essere applicate al mondo che ci circonda, dove l’esperienza quotidiana del tempo è fortemente influenzata dalla crescita dell’entropia.
Prospettive future
Il passo successivo per i ricercatori sarà quello di sviluppare ulteriormente questo lavoro, cercando di capire se le loro scoperte possano avere ripercussioni anche nel mondo macroscopico. Se si riuscisse a dimostrare che l’Universo stesso si muove in due direzioni temporali opposte, potremmo trovarci di fronte a una nuova comprensione della realtà, in cui il nostro viaggio nel cosmo sarebbe solo una parte di un processo molto più complesso e affascinante.
La ricerca sul tempo nel contesto della fisica quantistica si sta rivelando un campo fertile di studi, capace di sfidare le nostre nozioni più consolidate e di aprire la porta a nuove interpretazioni della realtà. La disciplina scientifica continua a mettere in discussione i principi che abbiamo dato per scontati, spingendo l’umanità verso una comprensione più profonda di ciò che significa esistere nel tempo.