Un grande striscione recante la scritta “Vogliamo scuole sicure” ha fatto da cornice alla manifestazione organizzata dagli studenti presso il campus di Pesaro. Gli studenti, uniti in centinaia, hanno voluto alzare la voce in seguito all’incidente avvenuto la scorsa settimana, quando una finestra si è staccata da un edificio colpendo uno studente, che ha riportato una prognosi di quindici giorni. Un evento che ha messo in luce criticità e carenze nella struttura e che ha portato a chiedere un’intervento tempestivo delle autorità competenti.
La protesta e le ragioni degli studenti
Angela Verdecchia, coordinatrice regionale della Rete Studenti Medi delle Marche, ha spiegato il significato della manifestazione, sottolineando che l’incidente di settimana scorsa non è stato un evento isolato. “Questo campus ha una lunga storia di problematiche – ha dichiarato Verdecchia – e non possiamo più tollerare situazioni di questo tipo.” Gli studenti hanno partecipato attivamente al sondaggio, che ha coinvolto oltre 1.100 ragazzi e ha rivelato dati allarmanti: il 58% degli intervistati ha segnalato infiltrazioni nelle strutture. Solo il 15% ha dichiarato di non aver mai riscontrato problemi di questo tipo.
Le richieste degli studenti sono chiare: un incontro diretto con le istituzioni per discutere le questioni legate alla sicurezza degli edifici scolastici. Angela Verdecchia ha insistito sul fatto che aspettare il 2026, come indicato dalla provincia per i lavori di riqualificazione, è inaccettabile. “Serve un intervento immediato, non possiamo mettere in pericolo la vita di oltre 2.000 studenti qui al campus.”
Le testimonianze della manifestazione
Nel corso della manifestazione, diversi studenti hanno condiviso le loro esperienze. Una studentessa, che ha partecipato con entusiasmo alla protesta, ha messo in dubbio la tempistica delle promesse di finanziamento. “Sappiamo che dicono che i fondi arriveranno nel 2026, ma possiamo davvero fidarci? Finora sono state solo parole,” ha affermato. Un plauso per la solidarietà e l’impegno a favore della sicurezza scolastica è giunto anche dalle voci maschili. “Vogliamo che gli enti preposti inizino le manutenzioni ora, prima che si verifichino danni enormi,” ha detto un compagno, sottolineando l’importanza della prevenzione.
Le preoccupazioni espresse riguardano non solo l’estetica ma anche la sicurezza. Un’altra studentessa ha infatti scritto in un cartello: “Dove metteranno 2.000 alunni quando cominceranno i lavori?” Questa interrogativo mette in luce la mancanza di un piano alternativo per l’istruzione durante i lavori di riqualificazione, richiedendo una visione ben oltre il presente.
Situazione edilizia critica
Durante la manifestazione, vari studenti hanno parlato delle evidenti infiltrazioni e dell’umidità che attanagliano gli edifici. “Ci sono evidenti segni di muschio sui muri e basta una pioggia per fare allagamenti,” ha spiegato uno di loro. Un altro ha evidenziato il problema comune che riguarda non solo il campus, ma molte scuole che condividono la stessa struttura e data di costruzione. “Se non partiamo noi con questa protesta, nessuno lo farà. È nostro dovere far sentire le nostre voci.”
In generale, gli studenti concordano sul fatto che la situazione attuale non è sostenibile. “Ciò che è accaduto è inaccettabile e poteva trasformarsi in una tragedia,” hanno commentato, sottolineando la gravità delle condizioni. La lotta per scuole più sicure è quindi diventata una questione di vita e di morte ed è ora al centro di un acceso dibattito pubblico.
L’attenzione su queste tematiche non deve passare inosservata e i prossimi sviluppi potrebbero rivelare molto sull’impegno delle autorità a garantire l’incolumità degli studenti.
Ultimo aggiornamento il 8 Febbraio 2025 da Marco Mintillo