Le mucillagini che affliggono il mare Adriatico, visibili soprattutto lungo le coste marchigiane, sono un fenomeno sempre più preoccupante. Questo articolo esplorerà l’origine di questo problema ecologico, il suo impatto sull’ecosistema marino e le risposte delle associazioni locali, come Legambiente, che si mobilitano per la protezione del territorio. Un tema che emerge con forza durante la tappa marchigiana della Goletta Verde.
Mucillagini nel mare Adriatico: cause e conseguenze
L’impatto dell’agricoltura intensiva
Le mucillagini nel mare Adriatico, di cellulosa e di origine algale, sono state attribuite principalmente all’uso eccessivo di nutrienti come AZOTO e FOSFORO in agricoltura. Questi nutrienti, provenienti soprattutto dal bacino del fiume Po, si accumulano nel mare a causa di piogge intense che dilavano il suolo agricolo, portando così le sostanze in eccesso nei fiumi e, infine, nel mare. Questo fenomeno ha portato a una proliferazione esponenziale delle microalghe, visibili ad occhio nudo nelle acque costiere marchigiane come chiazze di colore verde-marrone.
Legambiente Marche ha dichiarato che questo fenomeno naturale, seppur non pericoloso per la salute pubblica, è diventato particolarmente significativo negli ultimi anni. In passato, la presenza di mucillagini era rara e non compariva da decenni, ciò solleva preoccupazioni riguardo alla salute degli ecosistemi marini. Il dilavamento di nutrienti dai terreni agricoli rappresenta quindi una causa diretta del problema, evidenziando l’impatto dell’agricoltura e dell’allevamento intensivo nella pianura Padana e nel Nord Italia sul bilancio ecologico del mare.
Gli effetti della crisi ecologica e l’urgenza della salvaguardia
Mancanza di aree marine protette
Marco Ciarulli, presidente di Legambiente Marche, ha evidenziato un problema strutturale che affligge la regione: il blocco dell’istituzione di aree marine protette che potrebbero contribuire alla salvaguardia della biodiversità costiera. Da vent’anni, i progetti per la protezione dell’area del Piceno e del Conero sono in attesa di attuazione. Ciarulli ha sottolineato che, nonostante le pressioni per migliorare la situazione, nulla è stato fatto per avanzare su questi fronti, considerati “un tabù” dai responsabili politici locali.
Questo tema è stato discusso in un incontro pubblico tenutosi a Civitanova Marche, intitolato “Marche: un tesoro da salvaguardare. Il ruolo delle aree protette per la biodiversità costiera.” Durante questo evento, i cittadini e gli attivisti hanno avuto l’opportunità di mettere in luce le problematiche che ostacolano la creazione di nuove aree protette e di chiedere ai sindaci delle città coinvolte quali siano i motivi del procrastinamento.
L’intervento di Goletta Verde e la sensibilizzazione
La mobilitazione per un cambio di rotta
L’arrivo della Goletta Verde a Civitanova Marche segna una tappa cruciale per la sensibilizzazione riguardo a queste tematiche ecologiche, promuovendo l’importanza della tutela dell’ambiente marino. Con la nave di Legambiente, vengono osservati e monitorati gli impatti dell’inquinamento sulle acque e sulla biodiversità. Attraverso relazioni e incontri pubblici, il progetto si propone di coinvolgere la popolazione, informando sull’importanza delle aree protette e sul ruolo cruciale che questi ecosistemi svolgono nel mantenimento del nostro ambiente.
L’incontro ha stimolato un dibattito attivo tra esperti, amministratori e cittadini, ponendo in evidenza la necessità di azioni concrete per affrontare il degrado delle acque e migliorare le condizioni ecologiche del mare Adriatico. Con una crescente crisi ambientale, iniziative come questa sono essenziali per promuovere consapevolezza e mobilitazione, rendendo l’ecosistema marino un obiettivo di priorità pubblica.
La discussione continua a farsi sentire, ricordando a tutti che la salute del mare è un affare collettivo che richiede attenzione e collaborazione, al fine di proteggere il nostro patrimonio naturale per le generazioni future.