Google ha annunciato che sarà pronta ad adeguarsi all’ordine esecutivo firmato dall’ex presidente Donald Trump, il quale prevede la modifica del nome “Golfo del Messico” in “Golfo d’America“. La multinazionale tecnologica ha dichiarato che effettuerà il cambiamento sui propri servizi di mappe non appena le nuove denominazioni saranno ufficialmente riconosciute nelle fonti governative competenti. Questo annuncio riaccende il dibattito su come i nomi geografici siano influenzati dalla politica e dalla cultura.
Gli aggiornamenti sui nomi geografici
In un post pubblicato su X, Google ha fornito chiarimenti riguardo le modifiche ai nomi che appaiono su Google Maps. L’azienda ha spiegato che l’aggiornamento dei nomi geografici avviene solo quando le modifiche vengono registrate nel Geographic Names Information System, il sistema di informazioni sui nomi geografici gestito dalle autorità. Non appena tali aggiornamenti saranno ufficializzati, Google provvederà a modificarli sulle proprie piattaforme. Per il momento, il gigante tech utilizzerà il nome di Mount McKinley, come stabilito dall’ordine di Trump, per la montagna in Alaska, rinominata precedentemente da Barack Obama con il nome originale Denali, attribuito dalle popolazioni native.
A detta di Google, quando i nomi ufficiali variano da una nazione all’altra, come nel caso del Golfo, gli utenti delle mappe vedranno il nome locale in base alla loro posizione. Pertanto, gli utenti messicani continueranno a visualizzare “Golfo del Messico“, mentre gli utenti negli Stati Uniti visualizzeranno entrambe le denominazioni.
Le reazioni internazionali al cambio di nome
La reazione del governo messicano è stata immediata, con la presidente Claudia Sheinbaum che ha commentato ironicamente la decisione di Trump. Ha affermato che, pur rispettando il nuovo nome per la zona continentale degli Stati Uniti, il Golfo del Messico rimarrà tale in Messico e per la comunità globale. Questo scambio di battute sottolinea come il cambiamento dei nomi geografici possa sollevare discussioni su identità culturale e sovranità territoriale.
Dall’altra parte, diversi politici americani, come il governatore della Florida Ron DeSantis, hanno mostrato adesione al cambio di nome. Durante la dichiarazione di stato di emergenza per l’ondata di gelo che ha colpito la regione, DeSantis ha utilizzato la nuova terminologia, riferendosi esplicitamente a “aree di bassa pressione nel Golfo d’America“. Questo dimostra che, nonostante le attitudini contrastanti, esiste un’adozione pratica del nuovo nome da parte di alcuni funzionari statali.
La storia dei nomi e la loro influenza
Il Golfo del Messico è conosciuto con questo nome almeno dalla fine del ‘600, rappresentando il nono golfo più grande al mondo. Si estende tra la penisola della Florida a nord e quella dello Yucatan a sud, bagnando stati americani e messicani. Questa lunga storia di nomi e denominazioni mette in evidenza come la geopolitica e le identità nazionali possano influenzare ciò che chiamiamo i luoghi.
Il dibattito sull’effettiva pertinenza di cambiare nomi che hanno radici storiche profonde non è semplice, specialmente in un contesto globale in cui le percezioni locali e nazionali possono divergere fortemente. Le decisioni riguardanti i nomi geografici non sono solo tecniche, ma portano con sé implicazioni culturali e politiche significative, e questo caso non fa eccezione. Mentre Google si prepara ad adattarsi alla nuova terminologia, la questione solleva interrogativi su come i nomi e le loro interpretazioni possano evolversi nell’era della globalizzazione e del nazionalismo.
Ultimo aggiornamento il 29 Gennaio 2025 da Laura Rossi