Grande manifestazione a Roma per la Palestina e il Libano con oltre 5mila partecipanti

Oggi a Roma, circa 5mila persone hanno partecipato a un corteo per denunciare le violenze in Palestina e Libano, chiedendo pace e giustizia, evidenziando divisioni interne sul significato della libertà.
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Grande manifestazione a Roma per la Palestina e il Libano con oltre 5mila partecipanti - Gaeta.it

Nella giornata odierna, Roma ha visto una mobilitazione massiccia di cittadini scesi in piazza per denunciare le violenze e la situazione drammatica vissuta dalla Palestina e dal Libano. Circa 5mila persone hanno partecipato a un corteo organizzato da diverse associazioni che rappresentano la comunità palestinese in Italia. Il percorso ha attraversato il cuore della capitale, partendo da Piazzale Ostiense e arrivando fino a Piazza Vittorio. Le richieste di pace e giustizia per i popoli coinvolti nel conflitto sono state al centro della manifestazione.

Slogan e parole di solidarietà

Il corteo è stato organizzato dal Movimento degli studenti palestinesi, dall’Associazione dei palestinesi in Italia e dalla Comunità palestinese d’Italia. Protagonisti di questa mobilitazione sono stati anche i rappresentanti delle associazioni che hanno espresso un forte desiderio di collaborazione e unità. “Ci dispiace molto che la comunità ebraica in Italia non sia ancora scesa in piazza insieme a noi per dire: basta a questa guerra, sì alla pace,” ha dichiarato Yousef Salman, presidente della comunità palestinese di Roma e del Lazio. Queste parole hanno sottolineato l’importanza di una solidarietà trasversale nella lotta per la giustizia e la pace, evidenziando un forte senso di urgenza verso la fine del conflitto.

Salman ha continuato con durezza, criticando l’operato del governo israeliano, definendolo un “governo criminale”. Le sue affermazioni hanno dato un forte impulso al clima di determinazione manifestato durante il corteo, dove gli slogan risuonavano potenti tra le strade: “Intifada fino alla vittoria” e “Israele sionista, Israele fascista, Stato terrorista”. Questa atmosfera di fervore e impegno ha fatto da sfondo all’intero evento, testimonianza di una comunità che si fa sentire e rivendica i propri diritti.

Polemiche su bandiere e simboli pacifisti

Non è passata inosservata la polemica riguardo alle bandiere della pace portate da membri del sindacato Anpi e Cgil. Una delle organizzatrici ha chiesto, attraverso il megafono, di rimuovere tali simboli dalla manifestazione, esprimendo chiaramente il rifiuto a un messaggio che, secondo lei, non rappresentava le reali aspirazioni dei manifestanti. “Noi non vogliamo la pace ma la libertà. E non vogliamo stringere le mani a Israele,” ha affermato, sottolineando la differenza tra una pace percepita come passiva e una libertà attiva e conquistata.

Questa divisione è emersa nei discorsi, rivelando chiaramente le linee di demarcazione tra le diverse visioni all’interno del movimento. Il corteo, così, si è trasformato in un’occasione non solo per esprimere supporto, ma anche per discutere delle strategie e delle direzioni future del movimento. Una parte dei partecipanti ha voluto evidenziare la necessità di alzare le bandiere palestinesi come simbolo di resistenza e di lotta contro l’ingiustizia, contrapponendosi a quelle che ritenevano rappresentare la vergogna.

Critiche alla FAO e richieste di attenzione globale

Durante il tragitto del corteo, sono emerse anche manifestazioni di dissenso nei confronti della FAO – l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Al Circo Massimo, i manifestanti hanno rivolto cori accusatori, lamentando la mancanza di visibilità rispetto a una delle problematiche più gravi legate al conflitto in corso, che è quella della sicurezza alimentare. I partecipanti hanno contestato il fatto che, dopo un episodio dello scorso anno in cui una bandiera israeliana era stata strappata, la FAO avesse deciso di rimuovere le bandiere dai propri spazi.

  • “Dove sono le bandiere? Siete ridicoli,”* hanno urlato i manifestanti, mentre chi si trovava nei pressi del camion dal quale partivano gli slogan ha ribadito che “le bandiere della vergogna” sarebbero state sostituite da quelle palestinesi. Questa affermazione di identità e appartenenza ha ulteriormente acceso il fervore della manifestazione, proponendo un messaggio chiaro: la lotta continua e non si deve cedere nel rivendicare diritti fondamentali e dignità per tutti i popoli coinvolti in queste crisi.

La manifestazione di oggi ha rappresentato un importantissimo momento di aggregazione e visibilità per la comunità palestinese a Roma e ha evidenziato la necessità di portare avanti un dialogo aperto e sincero su temi cruciali.

Ultimo aggiornamento il 12 Ottobre 2024 da Armando Proietti

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