Un’ondata di scioperi sta attraversando la Campania, coinvolgendo centinaia di lavoratori nei settori della cantieristica navale e dell’aerospazio. Le manifestazioni, che hanno visto una partecipazione straordinaria, con oltre il 90% degli operai di Fincantieri e Leonardo in astensione dal lavoro, sottolineano una crescente domanda di giustizia salariale e dignità lavorativa. In queste ore, Napoli si erge a simbolo di una battaglia per la rivendicazione dei diritti, uniti nel richiamo a una ristrutturazione del sistema occupazionale.
La voce dei sindacati: il bisogno di cambiamento
Giovanni Sgambati, segretario regionale della Uil in Campania, ha spiegato, durante una manifestazione a Napoli, le ragioni alla base di questa mobilitazione. Sgambati ha messo in luce le difficoltà affrontate da un numero crescente di lavoratori precari, accentuate da un mercato del lavoro caratterizzato da episodi di lavoro clandestino e da un’ampia diffusione di datori di lavoro che violano i diritti contrattuali. Per Sgambati, l’attuale governo sembra più interessato a dare comandi piuttosto che a gestire proattivamente le crisi che attanagliano il Paese.
La dignità dei lavoratori e la lotta per i diritti
La manifestazione ha portato in piazza chi non è disposto a rimanere in silenzio. I partecipanti hanno richiesto un’interlocuzione costruttiva e un cambio di rotta nelle politiche lavorative, sottolineando come il ricorso allo sciopero rappresenti un’azione difensiva contro i crescenti disagi esistenti nei settori della sanità, dell’istruzione e dei trasporti pubblici. La volontà di non accettare passivamente la precarietà e la crisi del nostro sistema produttivo è ciò che ha unito i partecipanti, con l’auspicio che questo movimento possa stimolare un dialogo proficuo con le istituzioni.
Manifattura e turismo: la necessità di un equilibrio
Le parole di Sgambati risuonano forti, evidenziando che il futuro dell’Italia non può basarsi esclusivamente su settori come il turismo o la gastronomia. È imperativo sviluppare un’industria manifatturiera robusta e qualificata in grado di attrarre giovani talenti e competenze. La capacità di innovare nel campo della produzione potrebbe ridare slancio all’economia locale e creare opportunità sostenibili, in un Paese che deve affrontare sfide legate alla disoccupazione e alla stagnazione di alcuni settori industriali.
La mobilitazione in corso è, quindi, un chiaro segnale di una comunità che chiede a gran voce potere, dignità e un futuro migliore. Da Napoli, il messaggio è chiaro: non è più tempo per rassegnarsi, ma per agire e richiedere il giusto riconoscimento dei diritti lavorativi.
Ultimo aggiornamento il 29 Novembre 2024 da Laura Rossi