Grande mostra su Henri Cartier-Bresson a Palazzo Roverella: un tributo all'arte fotografica italiana

Grande mostra su Henri Cartier-Bresson a Palazzo Roverella: un tributo all’arte fotografica italiana

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Grande mostra su Henri Cartier-Bresson a Palazzo Roverella: un tributo all'arte fotografica italiana - Gaeta.it

Fino al 26 gennaio 2024, il Palazzo Roverella di Rovigo ospita una mostra monografica dedicata a Henri Cartier-Bresson, uno dei fotografi più influenti del XX secolo. L’evento, orchestrato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con il Comune e l’Accademia dei Concordi, è reso possibile grazie al supporto di Intesa Sanpaolo. La mostra, che ha come fulcro il lungo legame tra il maestro francese e l’Italia, si avvale della curatela di Clément Chéroux e Walter Guadagnini, direttori delle rispettive fondazioni fotografiche coinvolte.

Il legame tra Henri Cartier-Bresson e l’Italia

Dalle origini ai primi viaggi: un’approfondita esplorazione del rapporto con la cultura italiana

La mostra si propone di documentare per la prima volta in modo esaustivo il rapporto di Cartier-Bresson con l’Italia attraverso circa 200 fotografie e una serie di documenti attestanti la sua presenza nel bel paese. L’amore del fotografo per l’Italia nasce già negli anni Trenta, periodo durante il quale intraprende il suo primo viaggio nel nostro paese insieme alla compagnia creativa di André Pieyre de Mandiargues e della pittrice Leonor Fini. Questo è il momento in cui il giovane Cartier-Bresson si confronta per la prima volta con le bellezze e le complessità della cultura italiana, un incontro che si rivelerà determinante per il suo sviluppo artistico.

Negli anni Cinquanta, Cartier-Bresson torna in Italia, toccando luoghi come l’Abruzzo e la Lucania, che all’epoca erano al centro di un fervente interesse culturale e sociale. In questo contesto, la figura di Carlo Levi emerge come una presenza centrale, non solo come scrittore ma anche come artista che ispira molti fotografi, tra cui Cartier-Bresson stesso. Le sue opere, che si fondano su un profondo legame con il territorio e la sua gente, fanno da teorizzatore e allo stesso tempo da oggetto di studio per il fotografo francese.

L’approccio fotografico: la ricerca del momento decisivo

Cartier-Bresson è spesso ricordato come “l’occhio del secolo”, un appellativo che riflette la sua capacità di catturare l’essenza del momento attraverso il suo obiettivo. La mostra esplora come questa sua peculiarità si manifesti nei suoi scatti italiani, dove ogni foto racconta una storia che trascende il tempo. Attraverso una selezione di immagini in grado di evocare atmosfere e stati d’animo, il pubblico viene guidato attraverso un viaggio emotivo e visivo che illustra la peculiarità di un paese ricco di storia e cultura.

Le fotografie esposte parlano di una società italiana in evoluzione, catturata nei suoi momenti più autentici. La capacità di Cartier-Bresson di registrare la vita quotidiana, le piccole gioie e le sfide esistenziali delle persone che incontra lungo il suo cammino si rivela una delle chiavi principali di lettura della sua opera. Così, le sue immagini diventano veri e propri documenti storici, che raccontano non solo l’Italia degli anni passati, ma anche le trasformazioni culturali e sociali che l’hanno caratterizzata.

Gli anni ’50 e ’60: il trionfo e la diffusione del talento

Ritorni e progetti: i servizi per le riviste di moda e lifestyle

Durante gli anni ’50 e ’60, Henri Cartier-Bresson torna ripetutamente in Italia, un periodo in cui il suo talento diventa sempre più riconosciuto a livello internazionale. Le sue opere iniziano a comparire su riviste prestigiose come Holiday e Harper’s Bazaar, portando la cultura italiana anche sulle pagine di pubblicazioni destinate a un pubblico mondiale. Attraverso scatti evocativi, Cartier-Bresson riesce a trasmettere l’atmosfera di un’Italia in trasformazione, catturando non solo la bellezza dei paesaggi, ma anche la vita urbana e la cultura popolare.

Le fotografie realizzate a Roma, in particolare, diventano emblema di un’epoca, riflettendo un’Italia che sta cercando di definire la propria identità in un contesto globalizzato. Gli scatti non sono semplici immagini di moda, ma racconti visivi che rivelano le sfide e le evoluzioni sociali del paese. Nei suoi reportage, Cartier-Bresson riesce a abbracciare la complessità della realtà italiana, immortalando momenti che parlano di speranza e cambiamento.

Ritorno a Matera: riflessioni sugli scatti degli anni ’70

L’epilogo della mostra si concentra sugli anni ’70 e in particolare su Matera, luogo che Cartier-Bresson aveva già visitato due decenni prima. Le fotografie di questo periodo offrono una visione nostalgica di una città che, pur subendo trasformazioni, conserva intatta la sua storia e la sua culturalità. Inoltre, l’esplorazione del mondo del lavoro industriale, con particolare riferimento a realtà come Olivetti e Alfa Romeo, segna il passaggio dall’arte alla cronaca, sottolineando il ruolo della fotografia nella documentazione dei cambiamenti socio-economici.

Queste ultime immagini rappresentano non solo un omaggio alla bellezza della città di Matera, capitale della cultura europea 2019, ma anche una riflessione sui cambiamenti globali e sul contributo dell’industria alla vita quotidiana. I visitatori potranno percorrere un arco di tempo che non solo illumina la carriera di un grande fotografo, ma racconta anche un pezzo significativo della storia italiana.

La mostra: dettagli e catalogo

Un’esperienza immersiva e didattica

L’esposizione di Palazzo Roverella offre al pubblico l’opportunità di esplorare un vasto repertorio di opere vintage provenienti dalla Fondation Henri Cartier-Bresson, arricchite da testi esplicativi in ogni sala. Ciò consente di comprendere non solo il contesto storico di ciascuna fotografia ma anche il processo creativo che ha portato all’immortalazione di quei momenti. Ogni sezione della mostra è pensata per condurre il visitatore in un viaggio attraverso il tempo e le esperienze vissute dall’artista in Italia.

In aggiunta, è disponibile un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore che documenta tutte le opere esposte, fornendo ulteriori approfondimenti attraverso saggi scritti dai curatori e da esperti del settore. Questo prezioso strumento rappresenta una risorsa sia per gli amanti della fotografia che per i semplici curiosi, offrendo un panorama completo sull’importanza di Cartier-Bresson nella storia della fotografia e del suo legame con l’Italia.

L’evento si configura quindi come un’importante occasione di incontro tra storia, arte e cultura, capace di attrarre non solo gli amanti della fotografia ma anche tutti coloro che desiderano comprendere meglio il ricco patrimonio artistico del nostro paese.

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