Tra il 22 e il 23 marzo, l’Università di Urbino Carlo Bo ha accolto un numero sorprendente di visitatori durante le Giornate FAI di Primavera, registrando oltre mille presenze. Questo evento annuale si è rivelato un’importante opportunità per mettere in luce il patrimonio culturale e storico dell’Università, frutto di un lungo e attento lavoro di valorizzazione.
L’importanza della convenzione Uniurb-FAI
La professoressa Anna Santucci, delegata rettorale alla valorizzazione del patrimonio museale dell’Ateneo, ha evidenziato l’importanza della convenzione tra l’Università e il FAI . Questa collaborazione, attivata sin dalle prime edizioni, ha contribuito in modo significativo alla conoscenza e alla valorizzazione delle diverse risorse culturali presenti nell’Università. Durante l’ultima edizione, un grande numero di studenti è stato coinvolto, non solo come guide formate, ma anche nelle attività logistiche, a supporto dei servizi di portineria e dei volontari FAI della delegazione locale.
Santucci ha messo in evidenza come il coinvolgimento dei giovani sia centrale in questo processo, citando la nascita del Gruppo FAI Giovani di Pesaro-Urbino, fondato da neolaureati attivamente partecipi sin dall’inizio delle Giornate. Un’importante iniziativa a supporto di questa sinergia è stato il seminario del Sistema Museale d’Ateneo, tenutosi lo scorso anno, che ha trattato il tema del rapporto tra patrimonio culturale, FAI e giovani.
Il valore educativo delle Giornate FAI
Il professor Vieri Fusi, prorettore vicario dell’Ateneo, ha rilevato come le Giornate FAI rappresentano un’importante opportunità per far scoprire e apprezzare il patrimonio culturale dell’Università. L’incontro con i visitatori permette non solo di mostrare i luoghi di studio, ma anche di far prendere coscienza della bellezza che circonda gli studenti. Fusi ha espresso gratitudine nei confronti del FAI e del contributo dei docenti e degli studenti che hanno lavorato per la buona riuscita dell’evento.
L’esperienza degli studenti
Francesca Tallarini, studentessa del corso di laurea magistrale in Archeologia del Mediterraneo classico, ha descritto la sua esperienza come “molto positiva”. Lei stessa ha avuto il compito di guidare le visite presso il Museo Archeologico Oliveriano di Pesaro. Secondo la Tallarini, queste attività rappresentano un’opportunità per interfacciarsi con un pubblico diverso e per potenziare la divulgazione dei contenuti appresi tramite gli studi e le ricerche.
Le sedi delle Giornate di Primavera
Le Giornate FAI hanno interessato cinque sedi diverse, espandendosi oltre i confini dell’Ateneo. Tra i luoghi visitabili, l’Orto Botanico, il Campus Scientifico Enrico Mattei e il Museo dei Gessi hanno attratto l’attenzione del pubblico. Particolarmente interessante è stato il videomapping presentato dalla Scuola del Libro, che ha offerto un’interpretazione innovativa e coinvolgente del patrimonio locale. Le visite hanno toccato anche il Museo Archeologico Oliveriano e il sentiero Santa Croce di Novilara, completando un percorso ricco di storia e bellezze artistiche.
Questo evento ha dimostrato come l’unione di forze tra università e organizzazioni culturali possa portare a risultati significativi, rendendo la cultura e il patrimonio accessibili alla comunità.