Tensioni e violenze hanno sconvolto la casa circondariale di Cuneo, precisamente nel padiglione Gesso, dove si sono registrati gravi disordini. L’incidente è stato segnalato dal sindacato di polizia penitenziaria Osapp, che ha rivelato come la situazione sia degenerata in seguito a un’aggressione tra detenuti. L’episodio ha portato a gravi alterazioni dell’ordine pubblico, con conseguenze significative sia per i detenuti che per il personale.
L’incidente e le immediate conseguenze
La dinamica dei disordini
Secondo quanto riportato dall’Osapp, l’episodio violento è iniziato su una delle scale comuni del penitenziario, dove alcuni detenuti hanno aggredito i loro compagni. Questa situazione di tensione ha spinto un gruppo di detenuti a impossessarsi dell’ascensore, creando un ulteriore livello di criticità. Il personale penitenziario, consapevole della gravità della situazione, ha attivato l’allerta generale per contenere il caos. Il tempestivo intervento ha permesso di placare l’aggressione, ma non senza provocare ingenti danni.
Danni e inagibilità del padiglione
Le devastazioni all’interno del padiglione Gesso, inaugurato nel 2011, sono state così gravi che si è dovuto dichiarare l’area inagibile. I danni riportati interessano diverse sezioni detentive, che ora necessitano di interventi di ripristino. L’Osapp ha sottolineato la preoccupazione per l’incolumità non solo dei detenuti, ma anche del personale, costretto a gestire situazioni di emergenza in spazi ormai compromessi.
Motivi dei disordini: scontri tra bande
Le tensioni tra gruppi di detenuti
Il sindacato Osapp ha indicato che alla base di questi disordini ci sarebbero tensioni persistenti tra diversi gruppi di detenuti. In particolare, le frizioni coinvolgono detenuti di origine araba e altri provenienti da realtà italiane e albanesi. Questo lo ha reso un teatro di scontro tra bande rivali, in lotta non solo per il predominio sociale all’interno della struttura, ma anche per il controllo di traffici illeciti che si svolgono nelle celle.
Traffico di sostanze e cellulari
Le autorità del penitenziario hanno messo in luce che la lotta tra questi gruppi è alimentata da interessi economici, in particolare per il controllo del traffico di sostanze stupefacenti e telefoni cellulari all’interno del carcere. Questi elementi hanno contribuito a creare un clima di instabilità, trasformando la struttura in un campo di battaglia per il predominio del mercato illecito, frontiera di una guerra interna che non accenna a placarsi.
La situazione attuale e le misure future
Rifiuto dei detenuti di rientrare nelle celle
Attualmente, il personale penitenziario sta affrontando una nuova sfida: numerosi detenuti si rifiutano di rientrare nelle proprie celle, sostando nei corridoi, dove sono stati allestiti tavoli e sedie. La situazione richiede un intervento immediato da parte dell’amministrazione penitenziaria per ristabilire l’ordine e garantire la sicurezza di tutti gli individui presenti nella struttura, detenuti e agenti compresi.
Prospettive di intervento
Le autorità competenti stanno valutando le misure necessarie per affrontare questa crisi, mirando a ripristinare un clima di sicurezza e rispetto delle regole all’interno della casa circondariale. La collaborazione tra la polizia penitenziaria e la dirigenza sarà cruciale per contenere la situazione e prevenire futuri episodi di violenza, sempre più frequenti in un contesto di alta densità e tensioni interne.
I prossimi giorni saranno cruciali per stabilire un piano d’azione efficace che possa garantire l’incolumità di tutti i soggetti coinvolti e un ritorno alla normalità nelle aree degradate del penitenziario.