La tensione nelle carceri italiane continua a crescere, con episodi di violenza che si verificano in diverse strutture penitenziarie. Recentemente, la casa circondariale di Arghillà a Reggio Calabria è stata teatro di gravi disordini, alimentati da conflitti tra detenuti di origini georgiane. La Uilpa polizia penitenziaria ha reso noto che il personale ha dovuto intervenire per prevenire ulteriori violenze.
Disordini e aggressioni a Reggio Calabria
I fatti nella casa circondariale di Arghillà
Nella giornata di ieri, un gruppo di detenuti di origine georgiana ha manifestato la propria intenzione di non rientrare nelle celle, con l’obiettivo di aggredire un altro detenuto collocato in una sezione diversa. Questo gesto è seguito a un diverbio avvenuto nelle ore precedenti e ha generato una situazione di estrema tensione all’interno dell’istituto penitenziario. La Uilpa ha evidenziato che la situazione potrebbe degenerare ulteriormente, richiedendo l’intervento immediato delle forze di polizia.
In risposta, il Corpo di polizia penitenziaria ha richiamato personale libero dal servizio e ha inviato rinforzi da altre strutture della regione. L’attuale contesto evidenzia la difficoltà di mantenere l’ordine nelle carceri, dove la violenza sembra diventata una costante.
Un fenomeno in aumento: violenza nelle carceri italiane
Il segretario generale della Uilpa ha dichiarato che i disordini nelle carceri sono in aumento, non solo in Calabria, ma in tutto il Paese, da nord a sud. Secondo le fonti sindacali, questa escalation di violenza è da attribuire allo stato di abbandono in cui versano le strutture penitenziarie. Ogni giorno le unità della polizia penitenziaria affrontano turni di lavoro estenuanti, arrivando a coprire anche 24 ore consecutive, mentre le aggressioni ai danni degli agenti hanno superato le duemila dall’inizio dell’anno.
Inoltre, il sovraffollamento penitenziario rimane un problema serio, con oltre 14.500 detenuti in eccesso rispetto ai posti disponibili. Questi dati sollevano gravi preoccupazioni riguardo alla sicurezza degli agenti e dei detenuti stessi.
Il dramma dei suicidi e l’appello al governo
Un quadro allarmante
La situazione nelle carceri italiane è ulteriormente complicata dal numero crescente di suicidi, che ha raggiunto i 66 casi tra i detenuti nel solo 2023, insieme a sette suicidi tra gli agenti di polizia penitenziaria. Questo quadro tragico evidenzia l’emergenza che caratterizza il sistema carcerario italiano e la necessità di interventi urgenti e tangibili.
Il segretario della Uilpa ha esortato il governo, e in particolare la Premier Giorgia Meloni, a prendere coscienza della gravità della situazione. Le misure attuate fino ad ora, come il decreto carceri, sono considerate insufficienti e prive di un impatto reale sulla crisi attuale.
Richieste di misure straordinarie
La Uilpa, pertanto, sta richiedendo l’implementazione di misure straordinarie, che possano realmente affrontare il problema del sovraffollamento e migliorare le condizioni di lavoro degli agenti. L’incapacità di risolvere queste problematiche potrebbe portare a conseguenze disastrose, creando tensioni insostenibili e un sistema penitenziario al collasso.
Di fronte a un quadro tanto complesso, il futuro del sistema carcerario italiano e della polizia penitenziaria richiede un intervento decisivo da parte delle istituzioni. La società osserva con attenzione, mentre la situazione continua a deteriorarsi nelle carceri del Paese.