A Genova, si è svolta la tappa della spedizione “Acque senza veleni” di Greenpeace Italia, un’iniziativa che mira a raccogliere dati sulla presenza di Pfas nelle acque potabili. Queste sostanze chimiche, note per la loro pericolosità e per il loro lungo ciclo di sostenibilità nell’ambiente, sono diventate oggetto di particolare attenzione da parte degli ambientalisti. La campagna è giunta nella storica piazzale Mandraccio al Porto Antico e a Sestri Ponente, dove sono stati prelevati campioni d’acqua per analizzarli rispetto agli standard di sicurezza.
Il pericolo dei Pfas per la salute umana
I Pfas, acronimo di per- e polifluoroalchiliche, sono un gruppo di sostanze chimiche artificiali che non esistono in natura. Secondo Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna di Greenpeace, la presenza di tali sostanze nel corpo umano può provocare gravi effetti sulla salute. Questi composti chimici hanno la capacità di interagire con il sistema endocrine, imitando gli ormoni e generando un “falso segnale” che può alterare il normale funzionamento dell’organismo.
Le conseguenze di questa alterazione possono essere particolarmente allarmanti: i Pfas sono stati associati a problematiche legate alla fertilità , disturbi tiroidei e epatici, e ci sono evidenze della loro correlazione con forme di cancro, specialmente ai reni e ai testicoli. La crescente evidenza di contaminazione ambientale ha spinto Greenpeace a intraprendere questa iniziativa, considerando i rischi per salute pubblica che queste sostanze comportano.
La situazione in liguria e il monitoraggio del territorio
Stando ai dati forniti da ARPAL Liguria, in passato si sono registrati casi preoccupanti di contaminazione da Pfas nella regione. Le analisi condotte negli ultimi anni hanno rivelato che circa il 30% dei campioni prelevati dai fiumi liguri mostrava tracce di queste sostanze. Questo scenario ha sollevato interrogativi sulle fonti di contaminazione e sull’impatto potenziale sulle acque potabili. Con la spedizione “Acque senza veleni“, Greenpeace intende approfondire la questione per comprendere se la presenza di Pfas si estenda anche a fonti d’acqua considerate potabili.
L’obiettivo finale della missione è quello di delimitare la mappatura della contaminazione idrica a livello nazionale, ponendo l’accento sulla necessità di un monitoraggio costante da parte delle autorità competenti. La trasparenza dei dati sulla qualità dell’acqua è essenziale per la salute delle comunità e per la salvaguardia dell’ambiente. La speranza è che questa iniziativa possa stimolare una maggiore vigilanza e, di conseguenza, una protezione adeguata per i cittadini.
Aspettative per il futuro e l’impatto della campagna
I risultati della campagna di Greenpeace, che prevede di diffondere i dati raccolti all’inizio del 2025, sono attesi con grande interesse non solo dagli ambientalisti, ma anche dalle istituzioni locali e dai cittadini. La speranza è che la ricerca possa fungere da catalizzatore per un cambiamento normativo, spingendo le autorità competenti a implementare misure più rigorose di controllo e monitoraggio delle acque potabili.
Il monitoraggio della qualità dell’acqua è un elemento cruciale per garantire la salute pubblica e per la salvaguardia ambientale. Le istituzioni sono sollecitate a prendere azioni concrete, considerando che è fondamentale assicurare un’acqua priva di contaminanti nocivi per tutta la popolazione. Con il supporto della comunità e dei cittadini, iniziative come quella di Greenpeace possono contribuire a far emergere la necessità di un futuro più sicuro e sostenibile, dove la salute degli individui sia al centro delle politiche pubbliche.
Ultimo aggiornamento il 25 Settembre 2024 da Laura Rossi