Greta Scarano, attrice romana di 38 anni, ha presentato il suo primo lungometraggio da regista intitolato La vita da grandi, un film ambientato a Rimini che affronta il tema dell’autismo attraverso una storia ispirata a fatti reali. Il progetto, premiato al Bif&st con il riconoscimento Siae, descrive un rapporto fraterno che evolve in una forma d’amore, raccontato con delicatezza e poesia. Scopriamo le motivazioni dietro questo lavoro, le scelte artistiche e le sfide affrontate dalla regista durante la realizzazione.
sostegno familiare e rapporti sul set durante la realizzazione del film
Durante le riprese di La vita da grandi, Greta ha trovato al suo fianco il marito Sydney Sibilia, regista e figura di supporto importante. Lui le ha suggerito di non lasciarsi influenzare troppo dai commenti negativi e di proteggersi senza rinunciare all’autenticità. Il legame di coppia ha dunque accompagnato la realizzazione del progetto, contribuendo a mantenere l’equilibrio emotivo. Anche sul set di altre produzioni importanti, come La linea verticale, la Scarano ha ricevuto sostegno da colleghi come Valerio Mastandrea, che l’ha seguita con uno stile ironico e diretto.
la scelta degli attori e il valore del casting
Greta Scarano ha optato per una selezione degli interpreti molto attenta e rigorosa. Matilda De Angelis è stata scelta con sicurezza per il ruolo di Irene, senza alternative in fase di casting. Per quanto riguarda Omar, la ricerca è stata più complessa e ha coinvolto sia attori neurotipici sia neurodivergenti. La svolta è arrivata quando la regista ha assistito allo spettacolo teatrale Out Is Me di Yuri Tuci, attore pratese con una forma di autismo ad alta funzionalità. Colpita dalla sua performance, Scarano ha voluto incontrarlo subito e lo ha inserito nel cast. Questa decisione ha introdotto un livello di autenticità raro nelle rappresentazioni di persone nello spettro autistico.
dal teatro alla regia: il percorso di greta scarano
Greta ha iniziato la carriera artistica nella recitazione, con le prime esperienze già all’età di cinque anni grazie all’iscrizione a un corso teatrale voluta dal padre. Negli anni adolescenziali è cresciuto il suo interesse per la regia, stimolato da un migliore amico con cui realizzava cortometraggi amatoriali. Un’esperienza significativa è stata il periodo trascorso in Alabama nel 2003-2004, che ha aiutato a maturare anche linguisticamente e culturalmente. Dopo un tentativo non riuscito di entrare all’Accademia Silvio d’Amico per la regia, ha virato verso la recitazione, ottenendo ruoli importanti in fiction e film. L’esperienza sul set di Un posto al sole ha rappresentato una scuola intensa per il lavoro sul ritmo e sull’improvvisazione.
la genesi del progetto e i protagonisti ispirati a una storia vera
Greta Scarano spiega di aver incontrato per caso, anni fa, la storia che ha deciso di raccontare nel film. La vicenda reale dietro a La vita da grandi ruota attorno ai fratelli Damiano e Margherita Tercon, autori del libro Mia sorella mi rompe le balle. Come sottolinea la regista, la scelta di adattare questo racconto ha richiesto un lavoro intenso, anche grazie alla consulenza continua dei due protagonisti, che hanno partecipato attivamente anche durante il montaggio. La presenza di Damiano, cantante lirico con sindrome di Asperger, ha arricchito il progetto con una prospettiva autentica sulla condizione. Nel film, i personaggi principali sono Irene, interpretata da Matilda De Angelis, e Omar, affidato all’attore Yuri Tuci, che si muovono in un percorso di conoscenza reciproca e di crescita emotiva nella cornice di Rimini.
impegno sociale e riflessioni personali di greta scarano
L’attrice e regista, già impegnata nel volontariato, ha detto che la scelta di raccontare una storia sull’autismo nasce dalla sua sensibilità familiare. Gli esempi di genitori presenti, medico e infermiera, hanno educato Greta a riconoscere la fortuna di una salute normale e a impegnarsi in ascolto verso chi affronta difficoltà. Il film evidenzia anche la realtà attuale: circa un bambino su 59 nasce con disturbi dello spettro autistico, e molte famiglie affrontano difficoltà senza un adeguato sostegno pubblico. La problematica della cura dopo la scomparsa dei genitori rappresenta un nodo centrale. L’attrice puntualizza che La vita da grandi mette l’accento sul rapporto umano più che sulla disabilità stessa.
trama e messaggio centrale del film sulla relazione tra irene e omar
La trama di La vita da grandi si focalizza sul rapporto tra Irene e Omar. Irene raggiunge Omar a Rimini per prendersi cura di lui; Omar è affetto da autismo e l’incontro segna l’inizio di un viaggio emotivo e di formazione. Il film non vuole raccontare semplicemente la disabilità, ma mettere in luce la trasformazione della relazione fraterna in un legame profondo e d’amore. La narrazione si muove con delicatezza nei sentimenti dei due protagonisti, evitando stereotipi e concentrandosi sulle sfumature del loro rapporto. Attraverso questa storia, emerge una riflessione sulle sfide quotidiane legate all’autismo, così come sulle dinamiche familiari e affettive che ne derivano.
riconoscimenti e influenze artistiche attuali
Grata delle soddisfazioni raggiunte con La vita da grandi e del Nastro d’argento ottenuto in passato, Greta Scarano sta consolidando la sua posizione tra le attrici e registe riconosciute nel cinema italiano. Tra le registe contemporanee che ammira particolarmente figura Francesca Comencini, il cui ultimo film Il tempo che ci vuole ha profondamente colpito l’attrice. Questo scambio di stili e riferimenti culturali segna una continuità artistica che arricchisce il panorama cinematografico nazionale, sostenendo storie capaci di unire impegno sociale e sensibilità narrativa.