Un’operazione incisiva della Guardia di Finanza di Treviso ha portato alla denuncia di un vettore aereo straniero, accusato di non aver versato l’imposta erariale dovuta per i voli aerotaxi nel periodo compreso tra il 2018 e il 2022. Questa evasione ha provocato un danno considerevole all’Erario, ammontante a ben 107.350 euro. Nel mirino degli investigatori sono finiti 1.053 passeggeri “fantasma” che hanno utilizzato 318 voli aerotaxi, per i quali il vettore non ha effettuato il pagamento dell’imposta, variabile tra i 100 e i 200 euro a seconda della tratta.
Indagini sui voli non di linea
Voli aerotaxi e profili degli utenti
Oggetto dell’indagine dei finanzieri sono stati i voli non di linea, tipicamente effettuati con aerei di società di noleggio. Questi velivoli, caratterizzati da una limitata capienza, sono spesso preferiti da imprenditori e turisti per la loro flessibilità e il comfort offerto. La scelta di utilizzare aerotaxi consente ai passeggeri di risparmiare tempo, evitando le lunghe code ai controlli di sicurezza, ai gate di imbarco e al ritiro dei bagagli.
La situazione dei voli non di linea ha mostrato un aumento significativo negli ultimi anni, complice anche la crescente domanda di trasporti più personalizzati e rapidi. Tuttavia, il risparmio economico che questi servizi promettono, non può prescindere dal regolare rispetto delle normative fiscali italiane e europee.
Monitora e confronta
Il Team del Gruppo di Treviso della Guardia di Finanza ha condotto un’attenta analisi, acquisendo dichiarazioni e documentazione per identificare i voli aerotaxi. I dati raccolti sono stati incrociati con i versamenti effettuati alla Ragioneria dello Stato. Proseguendo con le indagini, sono emerse irregolarità gravi riguardanti l’omesso versamento dell’imposta erariale da parte dell’operatore aereo straniero.
Questa modalità di evasione ha consentito al vettore di proporre tariffe più competitive, attrarre un numero maggiore di passeggeri e, soprattutto, colpire il mercato. Le verifiche hanno rilevato una vera e propria scorciatoia fiscale, che mostra come la concorrenza sleale possa condizionare negativamente il settore del trasporto aereo.
Sanzioni e provvedimenti
Conseguenze legali per il vettore
Oltre alla somma evasa, il vettore straniero sarà soggetto al pagamento di sanzioni che ammontano a circa 41.000 euro, corrispondenti al 30% delle somme indebitamente sottratte alle casse dello Stato. Questo provvedimento è una chiara risposta delle autorità fiscali italiane nei confronti di pratiche fiscali scorrette, che danneggiano l’economia nazionale e creano un clima di ingiustizia nei confronti dei concorrenti che invece adempiono correttamente agli obblighi fiscali.
Le sanzioni fiscali mirano non solo a punire i comportamenti scorretti, ma anche a dissuadere altri operatori dal seguire strade analoghe, preservando così il principio di equità all’interno del mercato del trasporto aereo. L’azione della Guardia di Finanza si inserisce nel più ampio contesto di lotta all’evasione fiscale che caratterizza il lavoro di vigilanza delle autorità competenti, con l’obiettivo di garantire un’economia sana e trasparente.
Un messaggio alle aziende di trasporto
Questo episodio porta alla luce l’importanza di un monitoraggio costante nell’industria aerea, dove le operazioni di bilancio e la gestione delle tasse giocano un ruolo cruciale. I vettori e le aziende operanti in questo settore devono prestare massima attenzione agli obblighi normativi, poiché eventuali trasgressioni non solo comportano sanzioni economiche, ma possono anche danneggiare la loro reputazione e credibilità . Un messaggio chiaro per le aziende ed un passo significativo nella guerra contro l’evasione fiscale in Italia.
Ultimo aggiornamento il 18 Settembre 2024 da Laura Rossi