Nell’ambito della crescente tensione tra Stati Uniti e Cina, un nuovo capitolo si apre nella guerra commerciale, con gli Stati Uniti che annunciano un congelamento dei dazi per 90 giorni per la maggior parte dei Paesi, mentre la Cina risponde imponendo una pesante tariffa aggiuntiva. Il contesto economico globale continua a essere influenzato da queste decisioni, che impattano le relazioni commerciali internazionali.
La risposta cinese alle tariffe statunitensi
A partire dal 10 aprile, la Cina ha deciso di attivare una tariffa aggiuntiva dell’84% sui prodotti statunitensi. Questa mossa è stata definita da Pechino come “rappresaglia” nell’ambito della già complessa relazione commerciale con gli Stati Uniti. Le nuove tariffe si applicheranno a tutte le merci importate che provengono dagli States, colpendo diversi settori dell’economia americana. Come riportato dal Global Times, questa decisione avrà effetto su tutte le spedizioni che arriveranno in Cina dopo le 12.01 ora locale, anche se le merci spedite prima di questa ora non incontreranno le nuove tariffe, se importate entro il 13 maggio.
Con questa reazione, il governo cinese ha enfatizzato la propria determinazione a combattere quello che percepisce come un attacco alle proprie politiche commerciali. Il messaggio è chiaro: Pechino non ha intenzione di cedere facilmente e porterà avanti la propria strategia economica nonostante le pressioni internazionali.
Annuncio di Trump: congelamento dei dazi per gli altri Paesi
La decisione di Donald Trump di sospendere per 90 giorni i dazi su tutti i Paesi, eccetto la Cina, rappresenta un cambio di rotta significativo dopo giorni di turbolenze nei mercati. Questo gesto sembra essere una risposta a un clima di instabilità finanziaria reso evidente dalle fluttuazioni nelle borse. Il presidente, mercoledì scorso, ha comunicato che le tariffe per tutti gli altri Paesi saranno ridotte al 10% per il periodo di sospensione, un tentativo di evitare ulteriori escalation.
Tuttavia, il conflitto con la Cina rimane acceso. Trump ha imposto dazi del 150% sui prodotti cinesi, alimentando un ciclo di vendette commerciali. Quest’ultima decisione di Washington indica la volontà di mantenere una pressione costante sulla Cina mentre si cerca di stabilire relazioni più pacifiche con le altre nazioni.
Le contromisure dell’Unione Europea
Non solo la Cina ha risposto a queste nuove misure; anche l’Unione Europea ha messo in atto una propria strategia di contrattacco. Dall’UE sono giunti annunci di tariffe che vanno dal 10% al 25% su una serie di prodotti americani. Questi provvedimenti, che rappresentano la prima risposta ufficiale dalla parte europea, puntano a difendere le aziende locali da quelle che vengono percepite come pratiche commerciali scorrette imposte dagli Stati Uniti.
Il dibattito su queste misure riflette una crescente preoccupazione all’interno dei confini europei riguardo al possibile impatto negativo di una guerra commerciale prolungata. Le aziende fanno sentire la propria voce, richiedendo soluzioni alternative per evitare ritorsioni commerciali che possano danneggiare l’economia europea già provata da eventi globali recenti.
Le tensioni commerciali continuano a rappresentare un campo di battaglia geopolitico, dove ogni nazione cerca di affermare i propri interessi nazionali. Con questi sviluppi, il futuro delle relazioni commerciali internazionali potrebbe essere più incerto che mai, lasciando le economie mondiali in un delicato equilibrio.