Guerrina piscaglia resta ancora viva per la burocrazia, bloccati conti e pratiche per mancato certificato di morte

Guerrina piscaglia resta ancora viva per la burocrazia, bloccati conti e pratiche per mancato certificato di morte

La morte di Guerrina Piscaglia è stata riconosciuta dalla Corte suprema, ma l’assenza del corpo blocca il certificato di morte e le pratiche burocratiche, mentre la famiglia chiede risarcimenti alla Chiesa.
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Il caso di Guerrina Piscaglia resta irrisolto burocraticamente: nonostante la condanna per omicidio, l’assenza del corpo impedisce il riconoscimento ufficiale della morte, bloccando pratiche legali ed eredità. - Gaeta.it

La vicenda di guerrina piscaglia prosegue senza una vera conclusione sul piano amministrativo, nonostante la sua morte sia stata accertata legalmente. A undici anni dalla sparizione e dall’omicidio riconosciuto dalla Corte suprema, la mancanza del corpo impedisce l’emissione del certificato di morte. Questo ostacola la chiusura delle pratiche ufficiali, come il passaggio dei beni ai familiari. Una situazione che fa emergere un paradosso tra giustizia penale e norme burocratiche.

La morte di guerrina piscaglia riconosciuta dalla giustizia, ma il corpo non è mai stato trovato

L’omicidio di guerrina piscaglia, avvenuto il primo maggio 2014 nel borgo di ca’ raffaello, badia tedalda , è stato confermato con sentenza definitiva della cassazione. Padre graziano, ex sacerdote congolese, è stato condannato a 25 anni di carcere per il delitto e l’occultamento del cadavere. Malgrado questo, il corpo di guerrina non è mai stato rinvenuto.

Il nodo della mancanza delle spoglie

La mancanza delle spoglie custodite in un luogo ignoto rappresenta un nodo fondamentale. Nel sistema anagrafico italiano infatti la morte ufficiale richiede generalmente il ritrovamento o il riconoscimento dei resti mortali. Nessun testimone diretto, né tracce evidenti di sangue hanno mai permesso di fissare un punto certo sull’evento materiale del decesso.

La fama del caso è legata anche agli elementi raccolti durante le indagini. La condanna si basa su movimenti agganciati dalle celle telefoniche e sui messaggi inviati con il telefono di guerrina, usato per depistare. Tali prove, benché indirette, hanno portato alla conferma del delitto. Resta però aperto un limbo anagrafico che tiene guerrina sospesa tra vita e morte dal punto di vista burocratico.

Le conseguenze pratiche della mancanza del certificato di morte sulla vita dei familiari

Le ripercussioni burocratiche della situazione creano problemi reali per la famiglia di guerrina piscaglia. La banca dove la donna aveva un conto corrente ha bloccato le operazioni. Senza la certificazione ufficiale di morte, gli istituti non possono procedere alla chiusura o al trasferimento delle disponibilità finanziarie.

Le leggi italiane prescrivono infatti che per entrare in possesso di eredità bisogna prima dimostrare che il soggetto sia deceduto ufficialmente. Questo richiede una procedura chiamata “dichiarazione di morte presunta”, che si può avviare solo dopo un certo periodo e con requisiti precisi. In assenza di un corpo o di resti riconosciuti, non si può sbrigare l’iter in tempi rapidi.

Il vuoto lasciato dalla scomparsa

Guerrina aveva 49 anni quando scomparve: era sposata con mirko alessandrini e madre del figlio lorenzo. La sua sparizione improvvisa ha generato un vuoto nei sistemi anagrafici e nelle pratiche civili. L’assenza del codice fiscale attivo e le limitazioni imposte dalle autorità fanno sì che quel conto rimanga in una sorta di limbo legale.

Le azioni civili contro la chiesa e le richieste di risarcimento

Parallelamente al procedimento penale contro padre graziano, la famiglia di guerrina ha avviato due cause civili contro la chiesa. Quella più recente si è conclusa nei tribunali di arezzo nelle scorse settimane. Il giudice fabrizio pieschi deve decidere se la diocesi e il vaticano debbano risarcire i familiari della donna per la responsabilità correlata al ruolo del prete.

Gli alessandrini hanno richiesto un risarcimento pari a un milione di euro. Gli avvocati francesca faggiotto e nicola detti rappresentano i familiari in questa azione legale senza precedenti, che mette sotto esame anche l’istituzione ecclesiastica. La diocesi si è difesa opponendo memoriedifensive, ora in attesa di una sentenza attesa prima della pausa estiva 2025 del mondo giudiziario.

La responsabilità invocata

La responsabilità invocata parte dal rapporto tra il prete e guerrina. Secondo i giudici, padre graziano l’avrebbe uccisa perché lei, innamorata e legata da dialoghi frequenti al religioso, rappresentava un problema per lui. Ma gli spostamenti notati grazie ai cellulari e gli errori nei messaggi digitali che hanno cercato di fuorviare le indagini restano peculiari elementi di questa inchiesta.

Il caso ancora aperto: burocrazia e giallo irrisolto

Il caso di guerrina piscaglia resta un giallo dai contorni ancora sfumati. L’assenza di prove materiali sulla distruzione del corpo, la mancanza di testimoni diretti finiscono per alimentare un’ambiguità formale. Le questioni burocratiche non si risolvono con la condanna penale, lasciando la vittima sospesa in uno stato anagrafico indefinito.

La famiglia continua a valutare come muoversi rispetto alla dichiarazione di morte presunta e segue con attenzione le decisioni civili. Il tribunale di arezzo col suo giudice resta il centro di questo confronto tra istituzioni, famigliari e la chiesa. Il conto di guerrina resta congelato e molti passaggi essenziali di successione restano fermi.

Il racconto di questa vicenda si intreccia tra cronaca giudiziaria e problemi di vita concreta, dove la legge e le procedure faticano a dare un’ultima parola. Il percorso verso una chiusura definitiva della vicenda sembra ancora lontano.

  • Laura Rossi

    Laura è la mente dietro una popolare rubrica su Gaeta.it, un rinomato sito dedicato alle notizie e agli eventi della città di Gaeta e dell'intero Lazio. La sua rubrica, apprezzata per l'approccio approfondito e analitico, si concentra su temi di attualità, cronaca locale e sviluppi culturali, offrendo agli abitanti e ai visitatori informazioni dettagliate e aggiornate. Grazie alla sua esperienza e passione per il giornalismo, Laura ha saputo creare un legame solido con la sua audience, fornendo contenuti che non solo informano ma stimolano anche il dibattito e la riflessione sulla vita nella regione.

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