Il recente congresso dell’Italian Group of Inflammatory Bowel Disease , che si è svolto a Riccione dal 28 al 30 novembre, ha posto l’attenzione sul guselkumab, un inibitore dell’IL-23 che segna un significativo progresso nella personalizzazione dei trattamenti per le malattie infiammatorie croniche intestinali . Olga Maria Nardone, gastroenterologa all’Università Federico II di Napoli, ha condiviso i risultati più recenti sull’uso di questo anticorpo monoclonale, il primo completamente umano progettato per affrontare la subunità p19 dell’IL-23.
La flessibilità del guselkumab nel trattamento
La caratteristica distintiva del guselkumab è la sua flessibilità , che si traduce in opzioni di dosaggio e modalità di somministrazione. I pazienti possono scegliere tra l’iniezione sottocutanea o la somministrazione endovenosa, permettendo un avvicinamento al trattamento basato sulle specifiche esigenze cliniche di ciascun individuo. Questa personalizzazione non è solo un vantaggio pratico, ma rappresenta un passo fondamentale verso la medicina su misura per ogni paziente. Nardone sottolinea l’importanza di questo approccio per migliorare l’esperienza terapeutica e l’efficacia del trattamento nel lungo periodo.
Emozionanti prospettive per il trattamento delle patologie infiammatorie
Olga Maria Nardone ha evidenziato come guselkumab possa raggiungere obiettivi decisivi nell’ambito delle malattie intestinali, in particolare nella lotta contro la colite ulcerosa. Per esempio, il trattamento si rivela efficace nell’ottimizzare i risultati endoscopici, che combinati con l’analisi istologica, offrono una visione chiara della remissione della malattia. Questo approccio non solo aumenta le speranze di un miglioramento duraturo, ma offre anche la chance di modificare il decorso delle malattie stesse, rendendo la gestione terapeutica più assertiva e diretta.
Sicurezza e tollerabilità del guselkumab
Un altro aspetto cruciale messo in evidenza durante l’evento è l’elevato profilo di sicurezza di guselkumab. La preoccupazione per gli effetti collaterali spesso frena la compliance dei pazienti ai trattamenti. Con guselkumab, la disponibilità di un trattamento sicuro e ben tollerato allevia le preoccupazioni dei pazienti, favorendo così un’aderenza più costante al trattamento prescritto. Nardone ha enfatizzato come questi fattori siano essenziali per garantire risultati ottimali nel lungo termine.
Il futuro delle malattie infiammatorie croniche intestinali potrebbe essere radicalmente cambiato dall’introduzione di terapie come guselkumab, che promettono di elevare gli standard di cura e migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti.
Ultimo aggiornamento il 29 Novembre 2024 da Sara Gatti