Un’operazione dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata porta alla luce un laboratorio di hash curing in un appartamento di San Giuseppe Vesuviano. In questo spazio venivano trattate e confezionate sostanze stupefacenti in grande quantità. L’intervento ha portato al sequestro di diversi chili di droga e all’arresto di un uomo con precedenti penali.
il laboratorio dedicato al trattamento dell’hashish
L’appartamento, che i militari hanno trasformato in una vera e propria officina per la preparazione degli stupefacenti, mostrava tutti i segni di un’attività concentrata sul miglioramento e la lavorazione dell’hashish. Questa pratica, nota come hash curing, consiste in una serie di passaggi mirati a ottenere caratteristiche migliori dal prodotto finale. Le tecniche adottate mirano a modificare la consistenza, l’odore, il sapore e la conservazione dell’hashish, aspetti fondamentali per chi commercia a livello locale o più ampio.
Nel locale sono stati rimossi strumenti specifici, tra cui un roner da cucina. Si tratta di un dispositivo elettronico, usato nelle cucine professionali per mantenere temperature precise, indispensabile per il processo di hash curing. Il roner garantisce che l’hashish venga trattato a temperature costanti, evitando sbalzi che potrebbero danneggiare la produzione. Questo dettaglio offre conferma che dietro quell’appartamento ci fosse un’attività più articolata del semplice stoccaggio o confezionamento. I carabinieri sottolineano che il roner è un attrezzo consigliato anche nei forum specializzati dedicati a questo tipo di conservazione della droga.
il sequestro di droga e materiali nel porto sicuro di san giuseppe vesuviano
Il blitz ha portato al sequestro di una quantità rilevante di sostanze stupefacenti. Sono stati trovati 9 chili di hashish già pronti per la vendita, 4 chili di marijuana, 200 grammi di cocaina e 100 grammi di crack. Questo carico ha un valore sul mercato nero che supera i 100mila euro, secondo le stime degli inquirenti.
La presenza di varie tipologie di droga indica un approccio diversificato ai consumatori finali: dall’hashish e dalla marijuana, più diffusi, fino a sostanze più pesanti come la cocaina e il crack, considerate più pericolose. Le dosi trovate testimoniano il tentativo di rifornire un’area piuttosto ampia, facendo riferimento anche a spaccio al dettaglio. L’individuazione di più tipi di droga in un unico luogo conferma il lavoro di organizzazioni che puntano a mantenere il monopolio sul territorio locale.
l’arresto e le accuse nei confronti del 46enne e di sua moglie
L’uomo, 46 anni, risultava già noto alle forze dell’ordine. Dopo il sequestro e la perquisizione, è stato arrestato con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio. Ora si trova nel carcere locale, in attesa di giudizio. La sua posizione è al centro di indagini più ampie sulle reti di spaccio dell’area vesuviana.
Contestualmente, la moglie è stata denunciata per lo stesso motivo. L’attività della coppia sembrerebbe collegata alla gestione di questo laboratorio, anche se la sua posizione deve ancora essere definita durante il procedimento giudiziario. Le indagini proseguono per accertare con precisione i ruoli di ciascun soggetto coinvolto e possibilmente risalire ai fornitori o ai canali distributivi più vasti.
Lo smantellamento di questa centrale del narcotraffico rappresenta un colpo significativo alla rete di spaccio nel territorio, dove negli ultimi anni è cresciuta la presenza di gruppi dediti al traffico di droga. Il lavoro delle forze dell’ordine continua con l’obiettivo di debellare questi punti di spaccio e prevenire la diffusione di sostanze pericolose nella zona.