I dati sul pil nelle marche tra calo delle esportazioni e investimenti in regressione nel 2024

I dati sul pil nelle marche tra calo delle esportazioni e investimenti in regressione nel 2024

I dati economici 2024 delle Marche evidenziano calo del Pil, investimenti in contrazione, riduzione dell’export e stagnazione della spesa familiare, con rischi crescenti per occupazione e manifattura regionale.
I Dati Sul Pil Nelle Marche Tr I Dati Sul Pil Nelle Marche Tr
L'economia delle Marche mostra segnali di crisi con calo del PIL, investimenti in contrazione, stagnazione della spesa familiare e un export in forte diminuzione, evidenziando difficoltà industriali e occupazionali rispetto ad altre regioni del Centro Italia. - Gaeta.it

I recenti dati sull’economia delle Marche presentati dal presidente della regione Francesco Acquaroli durante un convegno tenutosi a Fano hanno suscitato reazioni critiche da parte del gruppo regionale Pd. La situazione economica della regione descritta nei rapporti ufficiali mostra segnali preoccupanti, dal calo del Pil alla diminuzione degli investimenti, elementi che riflettono una difficile fase industriale e sociale. La crescita promessa sembra distante dalla realtà con recinzione nei comparti chiave come l’export e la spesa delle famiglie, indicatori fondamentali per misurare la salute economica del territorio.

La controtendenza evidente negli investimenti nelle marche

Secondo il report Svimez riferito ai dati del 2024, gli investimenti nelle Marche hanno registrato una contrazione pari all’1,20%, una flessione più marcata rispetto a quella media del Centro Italia che si attesta su valori molto più contenuti come . Una dinamica che si accentuerà nel 2025 con una previsione di ulteriore riduzione pari all’1%. Questa situazione indica un irrigidimento degli incentivi e delle risorse finanziarie destinate a sostenere crescita e sviluppo industriale. La contrazione degli investimenti rappresenta un segnale allarmante, poiché limita la capacità di innovazione e di adeguamento competitivo del tessuto imprenditoriale marchigiano. Gli operatori locali subiscono infatti una difficoltà crescente nel reperimento di capitali necessari per nuove attività o per modernizzare impianti già esistenti.

Un confronto con il centro italia

Il dato assume rilievo anche in relazione all’andamento del Centro Italia, dove la riduzione degli investimenti si mantiene più contenuta e mostra meno ripercussioni sull’attività produttiva. La fragilità del sistema economico marchigiano accentua il rischio di impoverimento industriale e occupazionale. In questo quadro, la mancanza di misure regionali incisive capaci di invertire la tendenza diventa un tema centrale per le istituzioni chiamate a intervenire con strategie di rilancio più incisive.

Spesa delle famiglie e crisi del comparto manifatturiero: il riflesso di un’economia ferma

Il comportamento della spesa delle famiglie, indicatore che dovrebbe indicare dinamiche di crescita interna e riflettere la solidità del mercato del lavoro e dei servizi, conferma un quadro stagnante nelle Marche. Il confronto con altre regioni del centro, come il Lazio e la Toscana, evidenzia una forbice significativa. Mentre in questi territori si registrano miglioramenti consistenti, nelle Marche e in Umbria la spesa delle famiglie resta sostanzialmente stabile, senza miglioramenti tangibili.

Questa situazione si lega in modo diretto alla contrazione della base manifatturiera e dei servizi. Il comparto industriale marchigiano mostra segni di debolezza con la perdita di occupazione e numero crescente di crisi aziendali, senza interventi capaci di arginare tali fenomeni. L’assenza di un piano regionale di protezione e sostegno al lavoro è uno dei fattori denunciati dalle opposizioni. “Nel primo trimestre del 2024 il calo nei posti di lavoro nel settore manifatturiero si è attestato allo 0,9%, una percentuale indicativa della tendenza al declino.”

L’insufficiente dinamismo nella spesa delle famiglie riflette quindi una prospettiva di ristagno economico che limita consumi e investimenti. Senza sviluppi positivi nel settore industriale e nei servizi è difficile pensare a una ripresa duratura nel breve periodo. La contrapposizione con regioni vicine mette in luce il ritardo strutturale che le Marche faticano a superare.

Export in calo e scarsa risposta agli allarmi occupazionali nelle marche

La flessione dell’export rappresenta un dato crucialissimo per comprendere lo stato di salute del sistema produttivo marchigiano. Le elaborazioni di Confindustria Marche segnalano per il 2024 un calo del 5% delle esportazioni, un risultato più negativo solo rispetto alla Basilicata. Questo dato sottolinea la crisi in atto nelle modalità con cui le imprese riescono a inserirsi sul mercato globale e a garantire continuità produttiva e occupazionale.

Il riflesso immediato è visibile nella riduzione dei posti di lavoro e nell’aumento delle situazioni di crisi aziendale, senza una reazione efficace della regione. La mancanza di azioni mirate a contrastare l’emorragia occupazionale può accelerare la disarticolazione dell’intero comparto industriale. Le cifre dimostrano come l’occupazione salariale sia diminuita nei primi tre trimestri del 2024, segnando la perdita di molte posizioni lavorative nel settore manifatturiero.

Il ruolo del settore costruzioni

L’unico punto che mostra un dato positivo è il settore delle costruzioni, spinto però da fattori esterni e congiunturali piuttosto che da interventi regionali specifici. La capacità di reagire alle crisi in modo tempestivo e profondo sembra mancare, alimentando il rischio di divergenze sempre più grandi rispetto ad altre realtà regionali italiane.

Il pil 2024 delle marche tra recessione e confronto con altre regioni italiane

Il Pil marchigiano per l’anno 2024 presenta un segno negativo di mezzo punto percentuale , una rarezza nel panorama nazionale dove molte regioni riescono a registrare crescita o stabilità. Le Marche si trovano tra le poche regioni in arretramento, insieme a Liguria e Basilicata. Questo dato conferma l’esistenza di un rallentamento strutturale che impatta pesantemente sulla qualità della vita e sulle condizioni economiche delle famiglie.

L’effetto delle risorse del Pnrr appare decisivo per limitare il deterioramento economico, senza le quali la recessione sarebbe stata molto più grave. È evidente che la guida regionale fatica a governare le complesse sfide economiche ed industriali del territorio. A partire dalla stagnazione industriale, passando per la limitata crescita della domanda interna e fino alla contrazione delle esportazioni, il quadro denuncia problemi sostanziali e non affrontati alla radice.

Gli indicatori a disposizione suggeriscono un futuro incerto se non verranno adottate misure di intervento su investimenti, politiche di sostegno alle imprese e tutela dell’occupazione. Il confronto con il Centro Italia mostra come le Marche rimangano indietro non solo nelle cifre ma anche nella capacità di riorganizzarsi di fronte alle difficoltà.

Change privacy settings
×