Le nuove politiche commerciali dell’amministrazione Trump hanno scosso il panorama internazionale, e tra i territori colpiti dai dazi figurano anche luoghi ormai privi di attività economiche e abitati solo da fauna selvatica. Le isole Heard e McDonald, remote e isolate nell’Oceano Indiano meridionale, sono state incluse nella lista delle aree soggette a una tariffa del 10%, una decisione che ha suscitato interrogativi sulla segnalazione economica di tali luoghi.
Dettagli sulle isole Heard e McDonald
Le isole Heard e McDonald si trovano a sud dell’Australia e sono noti principalmente per la loro biodiversità, inclusi i pinguini che vi abitano. Queste isole, dichiarate riserva naturale, non hanno mai visto attività economiche significative, dato che la loro ultima forma di sfruttamento risale al 1877 quando si svolsero attività minerarie che ora sono cessate. L’inclusione di queste isole tra le aree soggette a dazi sembra, quindi, priva di fondamento economico, considerando che non ci sono esportazioni da queste terre remote. La decisione ha lasciato molti a chiedersi sull’efficacia delle politiche commerciali, soprattutto quando un territorio è semplicemente disabitato.
La tariffa del 10% imposta su prove commerciali inesistenti evidenzia le contraddizioni in atto nella gestione degli scambi internazionali. Non è possibile definire nemmeno un mercato locale, visto che le uniche forme di vita attiva sono rappresentate dalla fauna locale. Questo rende ancor più curioso il perché di tale imposizione di tasse.
L’isola Norfolk e altre aree remote
Ma non è solo sulle isole Heard e McDonald che si concentra l’attenzione. L’isola di Norfolk, un altro territorio australiano, subirà una tassa molto più elevata, pari al 29%. Questa isola, pur essendo abitata, ha una popolazione di circa 2.188 persone. La decisione di colpire anche tali località solleva dubbi sulla reale giustificabilità delle misure imposte dall’amministrazione Trump. La domanda sorge spontanea: è davvero un’azione competitiva?
La situazione di Norfolk è particolare non solo per il numero ridotto di abitanti ma anche per la sua posizione geografica e la scarsità delle attività commerciali. Anche se Colin C. questo faccia riflettere sulle politiche economiche, il Premier australiano ha ritenuto necessaria un’analisi più approfondita della logica sottesa a tale inclusione nelle liste di dazi.
Le reazioni del governo australiano
Anthony Albanese, Primo Ministro australiano, ha espresso la sua sorpresa riguardo alla tassa applicata sull’isola di Norfolk. “Non sono del tutto sicuro che Norfolk Island sia un concorrente commerciale della gigantesca economia degli Stati Uniti”, ha commentato Albanese. La sua riflessione sottolinea la poca coerenza delle decisioni statunitensi riguardo al commercio mondiale. L’inclusione di luoghi così marginali mette in luce criticità nel dialogo commerciale tra Australia e Stati Uniti.
La reazione di Albanese tocca un punto essenziale: se anche i luoghi più remoti e disabitati possono risultare vulnerabili da tali politiche, ciò implica la necessità di una revisione totale delle relazioni commerciali internazionali. Le scelte compiute, fondamentalmente, suggeriscono che nessun posto sulla terra è al sicuro da misure drastiche come quella dei dazi imposti, lasciando un’eco di incertezze nel futuro delle piccole comunità e delle aree disabitate.