Un significante passo nella gestione urbanistica di Milano è avvenuto con l’attesa decisione della Cassazione, che ha dichiarato “inammissibile” il ricorso presentato contro il sequestro del cantiere delle Residenze Lac, situato in via Cancano, all’interno del Parco delle Cave. Questo sviluppo rappresenta un capitolo importante nell’inchiesta avviata dalla Procura di Milano sulla gestione edilizia della città . La questione, che si inserisce in un contesto di verifiche più ampie sulle pratiche urbanistiche, ha visto coinvolti vari organi e figure legate all’amministrazione comunale.
Il sequestro del cantiere, disposto dal giudice per le indagini preliminari Lidia Castellucci, è stato eseguito il 19 luglio 2024. A rendere la situazione ancora più complessa sono le indagini condotte dai pubblici ministeri Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, con l’aggiunto Tiziana Siciliano, supportati dalla Guardia di Finanza. La Cassazione ha confermato la decisione del Tribunale del Riesame, il quale aveva precedentemente rigettato il ricorso di Nexity Milano Parco della Cave srl, la società proprietaria del cantiere.
La dichiarazione di inammissibilità significa che la Corte non ha accolto le motivazioni della difesa, indicando che i punti sollevati erano sostanziali piuttosto che procedurali. Pertanto, le difese della Nexity non hanno trovato riscontro nei requisiti di legge che giustificherebbero un diverso esito. Ci si attende ora di conoscere le motivazioni complete della Cassazione, che potrebbero chiarire ulteriormente le basi giuridiche della decisione e le conseguenze che potrebbero seguire.
Le problematiche emerse dall’indagine
Le indagini hanno portato alla luce preoccupazioni significative riguardo alla realizzazione delle tre torri progettate, alte rispettivamente 27, 34 e 43 metri, che dovrebbero ospitare 77 appartamenti. Secondo quanto emerso, la costruzione avrebbe avuto un “rilevante impatto” sul tessuto urbano, richiedendo una pianificazione che sarebbe stata a dire della Pubblica Accusa ignorata. Questo è stato interpretato come un modo per eludere le esigenze e le normative urbanistiche in nome della Scia, ovvero la segnalazione di inizio attività .
Le accuse di abuso edilizio, lottizzazione abusiva e false attestazioni coinvolgono ben otto indagati, inclusi nomi noti come Paolo Mazzoleni, attuale assessore all’Urbanistica a Torino, e Rossella Bollini, titolare della Lake Park, società proprietaria dell’area. Questo gruppo di investiti ha visto il proprio operato scrutinato in merito a presunti illeciti che andrebbero a danneggiare l’erario a causa di vantaggi tributari indebitamente ottenuti.
Gli aspetti tecnici delle violazioni
Nel provvedimento iniziale del gip, sono state elencate numerose presunte violazioni delle norme urbanistiche. In particolare, si sottolinea l’assenza di un piano particolareggiato esecutivo o di un piano di lottizzazione applicabile all’intera area. Le autorità accusano la società di aver qualificato l’intervento come una “ristrutturazione edilizia” anziché come “nuova costruzione.” Questo è di fondamentale rilevanza, poiché tale qualificazione ha comportato vantaggi fiscali non consentiti.
In aggiunta, la monetizzazione degli standard urbanistici è stata definita “fortemente sottostimata”, un ulteriore punto critico in un processo già complesso. La situazione riflette le tensioni e le difficoltà registrate a Milano nella gestione del mercato immobiliare, dove le questioni di legalità e di opportunità di sviluppo continuano a sovrapporsi.
Questa vicenda, che si inserisce in un contesto più ampio di indagini su pratiche urbanistiche nella capitale lombarda, continua a tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica. Gli sviluppi futuri potrebbero influenzare significativamente non solo il destino del cantiere, ma anche l’approccio generale alla gestione delle opere pubbliche e private in città .