Gli echi della liberazione di Venezia dal nazifascismo nel 1945 emergono ancora oggi dai muri della città, attraverso graffiti e incisioni che raccontano momenti di lotta e speranza su pietra e intonaco. Nonostante il tempo e le intemperie, diverse scritte originali restano visibili nelle calli e nei ponti veneziani, raccogliendo ricordi difficili da conservare soltanto nella memoria orale. Le iscrizioni, risalenti all’ultimo aprile della guerra, documentano non solo il clima di liberazione, ma anche l’occupazione tedesca e le vicende degli sfollati veneziani.
i graffiti della liberazione e la memoria storica a venezia
Sono passati oltre ottant’anni dagli ultimi giorni del secondo conflitto mondiale e dalla liberazione di Venezia, avvenuta il 28 aprile 1945. Quel momento storico, vissuto con grande partecipazione dalla popolazione, ha lasciato tracce incise sui muri e sulle pietre della città. Questi graffiti rappresentano un’eredità materiale che, spesso, supera di gran lunga il ricordo diretto delle persone. Non a caso, pochi anziani ancora ricordano quei giorni da bambini, ma non si trova in quella memoria un racconto sistematico o completo.
I graffiti visibili oggi nelle strade veneziane sono infatti frammenti che si trovano sparsi in vari angoli della città, come sul ponte o in vicoli nascosti. Molti sono stati cancellati da pioggia e tempo, ma alcuni resistono ancora e restituiscono un’immagine concreta di ciò che accadde durante la fase finale della guerra. Incisioni a matita o segni tracciati con strumenti improvvisati testimoniano momenti di tensione, resistenza e liberazione. Questi graffiti resistenti mostrano anche simboli e scritte legate al controllo nazifascista, confermando che quelle pietre raccontano una vicenda complessa, fatta di oppressione e di speranza.
scritte e simboli conservati nel convento del cimitero di san michele
Due tra le incisioni più significative sono nel chiostro del convento situato all’interno del cimitero di San Michele a Venezia. Qui si vedono tracce chiare della liberazione, come una scritta a matita che dice “W l’Italia libera”, datata 28 aprile 1945, giorno della riconquista della città. Il fatto che questa scritta appaia in un luogo che ospitava gli sfollati del bombardamento alleato del 21 marzo fa riflettere sul contesto in cui nacquero queste testimonianze.
Accanto a questa delega di libertà, è visibile un’altra iscrizione, con firma “Rocco Pavone”, che recita “Rifugiato incursione aerea”. Probabilmente si tratta di un richiamo alla condizione di sfollato durante gli attacchi aerei, più che di un vero rifugiato. Questi graffiti indicano la presenza fisica di persone che attraversarono quegli eventi direttamente, e che decisero di lasciare un segno visibile delle loro vicissitudini, impresse su volte e pilastri del convento.
la coesistenza di simboli di liberazione e di dominazione nazifascista
Non tutti i graffiti raccontano la liberazione, ma anche l’apertura al controllo tedesco che soffocava quella parte della città. Un esempio è l’incisione di un fascio littorio scolpito in un masso di trachite in campo San Francesco della Vigna. Probabilmente rappresentava un monito indirizzato a persone vicine, forse appartenenti alla resistenza, esposto come segno di controllo e potere del regime.
Nel vicino calle Rener, invece, sopra il civico 3433, si legge “Platzkommandantur”. Quest’iscrizione indica il comando tedesco che allora si trovava in quella zona. Oggi l’edificio ospita il Museo Correr, ma resta visibile quella traccia storica precisa che indica la presenza dell’occupazione militare tedesca nella città, un segno tangibile di quel periodo.
la pubblicazione dedicata ai graffiti resistenti di venezia
Le scritte e le incisioni disponibili sono state raccolte e approfondite in una pubblicazione firmata dallo scrittore Alberto Toso Fei e dalla storica Desi Marangon. Il testo si concentra proprio su questi graffiti come tracce dirette della resistenza e della lotta politica nel periodo della liberazione. Il lavoro tende a valorizzare quelle iscrizioni come elementi materiali che tramandano storie difficili da reperire solo tramite documenti scritti o testimonianze orali, spesso scarse o incomplete.
Il libro sottolinea l’importanza di questi segni sparsi nella città per comprendere come la presenza e la partecipazione delle persone comuni si imprimirono direttamente sugli spazi urbani. Quel momento di passaggio e di rottura viene così raccontato attraverso messaggi lasciati in modo spontaneo, ma duraturo, che ancora oggi parlano. Questi graffiti aiutano a ricostruire l’ambiente sociale e politico di allora, e mantengono vivo un pezzo concreto della storia veneziana recente.
conservazione e futuro dei graffiti della liberazione
La maggior parte delle incisioni si trova esposta agli agenti atmosferici e agli effetti del passare dei decenni. Il tempo e la pioggia hanno cancellato molte scritte, e la preservazione di queste testimonianze materiali richiede attenzione e impegno specifico. Il loro valore storico chiede misure di tutela che evitino la perdita definitiva di segni fondamentali.
Accanto alla necessità di salvaguardare i messaggi lasciati negli anni quaranta, l’attenzione si concentra anche sul racconto pubblico e istituzionale di ciò che i graffiti rappresentano. Oggi questi tratti indelebili sono pezzi di memoria concreta, che aiutano a ricordare la complessità della Liberazione attraverso i segni visivi, incisi nei luoghi dell’esperienza diretta.
Rileggere queste parole e figure incise significa arginare il dissolversi delle impronte storiche negli spazi cittadini. Venezia, con la sua rete intricata di calli e ponti, conserva così un ricordo vivo di quel 25 aprile, offrendo spunti per ulteriori riflessioni sul passato e sulla sua testimonianza nella realtà di oggi.