I piccoli organismi marini e il loro potenziale nel contrasto al cambiamento climatico

I piccoli organismi marini e il loro potenziale nel contrasto al cambiamento climatico

Uno studio del College di Dartmouth rivela come le feci degli zooplancton, insieme alla polvere di argilla, possano contribuire significativamente alla cattura del carbonio e combattere il cambiamento climatico.
I piccoli organismi marini e i I piccoli organismi marini e i
I piccoli organismi marini e il loro potenziale nel contrasto al cambiamento climatico - Gaeta.it

La questione del cambiamento climatico è al centro dell’attenzione globale e la ricerca di nuove soluzioni è incessante. Ultime novità giungono dal College di Dartmouth, che ha condotto uno studio affascinante riguardante il ruolo che le feci di piccoli organismi marini possono svolgere nella lotta contro l’aumento dei gas serra. Pubblicato su Nature Scientific Reports, questa ricerca offre uno spunto interessante su come elementi naturali possano contribuire a mitigare gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici.

Il meccanismo della cattura del carbonio

Secondo lo studio, le feci degli organismi marini, in particolare dei zooplancton, possono trasformarsi in un alleato fondamentale nella cattura del carbonio. Gli scienziati hanno sviluppato un metodo innovativo che sfrutta la presenza di piccole palline appiccicose di argilla e carbonio organico. Questi fiocchi, una volta formati, possono essere consumati dallo zooplancton o affondare nelle acque più profonde. Questa ricerca suggerisce che il processi che coinvolgono questi organismi microscopici possa intrappolare l’anidride carbonica dall’atmosfera terrestre e depositarla nell’oceano.

Il processo inizia con la spruzzatura di polvere di argilla sulla superficie dell’oceano, dove si concentra una grande quantità di fitoplancton. Questo tipo di alga svolge un ruolo cruciale nella cattura del carbonio, essendo capace di rimuovere fino a 150 miliardi di tonnellate di anidride carbonica dall’atmosfera ogni anno tramite la fotosintesi. Quando il fitoplancton muore, i batteri marini intervengono, consumando le sue carcasse e rilasciando carbonio nell’acqua.

L’esperimento nel Golfo del Maine

Per testare l’efficacia della polvere di argilla, i ricercatori hanno effettuato esperimenti raccogliendo acqua dal Golfo del Maine. Qui, hanno applicato la polvere di argilla sulla superficie marina, constatando che questo intervento portava a una cattura di fino al 50% del carbonio rilasciato dal fitoplancton. Questo processo attiva un’interazione biologica che stimola la produzione di una sostanza simile a una colla dai batteri marini, dando origine a quei fiocchi appiccicosi, essenziali per il prossimo passo.

Le feci degli zooplancton ricche di argilla non solo affondano, ma hanno anche il potenziale di immagazzinare carbonio per millenni. Inoltre, anche i fiocchi non consumati che affondano contribuiscono a questo processo, creando un ciclo virtuoso che potrebbe avere ripercussioni significative nel ridurre la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera.

Implicazioni future della ricerca

La scoperta relativa al ruolo delle feci degli organismi marini nella cattura del carbonio rappresenta un passo avanti nella ricerca sul cambiamento climatico. Potrebbe aprire nuove strade per sviluppare interventi che sfruttano le dinamiche naturali degli ecosistemi marini nella lotta contro l’aumento dei gas serra. La comprensione più profonda di questi meccanismi naturali non solo offre un nuovo punto di vista verso soluzioni sostenibili, ma mette in luce l’importanza di preservare la salute degli ecosistemi oceanici, cruciali per il nostro equilibrio climatico.

La ricerca continua a esplorare come strumenti naturali ed ecologici possano integrarsi in un approccio globale per affrontare le sfide climatiche, ribadendo che la natura stessa può fornire risposte a problemi complessi e di vasta portata.

Ultimo aggiornamento il 12 Dicembre 2024 da Donatella Ercolano

Change privacy settings
×