Ignorati i segnali di allerta: la tragedia della Vela Celeste a Napoli e i rischi strutturali

Ignorati i segnali di allerta: la tragedia della Vela Celeste a Napoli e i rischi strutturali

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Ignorati i segnali di allerta: la tragedia della Vela Celeste a Napoli e i rischi strutturali - Gaeta.it

Il crollo di un ballatoio nella Vela Celeste di Scampia, avvenuto il 22 luglio scorso, ha messo in evidenza la negligenza delle autorità trascurando avvertimenti cruciali sui rischi strutturali dell’edificio. Un grave evento che solleva interrogativi sulle responsabilità e sulla sicurezza degli interventi di gestione urbana a Napoli.

Avvertimenti ignorati: il report dei vigili del fuoco

Un documento ufficiale dei Vigili del Fuoco, datato 5 marzo 2015, mette in luce la grave situazione della Vela Celeste, una delle opere simbolo del quartiere Scampia. Il report, indirizzato all’allora sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, nonché alla prefettura e alla questura, segnalava la presenza di rischi strutturali nei ballatoi dell’edificio. Tra i punti salienti, veniva evidenziato il “crollo parziale di una passerella d’accesso ai ballatoi del secondo piano” e la condizione di degrado di tutte le passerelle nei piani superiori.

Il documento, che rimane poco noto al grande pubblico, avvisava di gravi problematiche strutturali che richiedevano interventi immediati. Oltre a questo, l’accuratezza e la tempestività dell’avviso dovrebbero avere destato preoccupazione e sollecitato azioni concrete. Tuttavia, sembra che tali allarmi siano stati trascurati nel tempo.

La tragedia del 22 luglio: conseguenze fatali

La situazione è degenerata il 22 luglio 2023, quando il cedimento di un ballatoio del terzo piano ha causato una tragedia con tre vittime e undici feriti. Questo evento ha stravolto la comunità e ha attirato l’attenzione assai necessaria sulla sicurezza degli edifici pubblici. Le vittime, tutte residenti della Vela Celeste, avevano di certo fatto sentire la loro voce in merito ai problemi strutturali, ma le loro preoccupazioni hanno trovato un’eco insufficiente presso le autorità competenti.

Nei giorni immediatamente seguenti al disastro, è emerso un altro documento del 2016, che faceva parte del progetto ‘Restart Scampia’. Tale relazione poneva in evidenza ulteriori rischi legati alla struttura. I tecnici coinvolti avevano espressamente parlato di “distacchi delle passerelle” e della necessità di un intervento urgente per garantire la sicurezza dei residenti. L’assenza di cure strategiche nel tempo ha, quindi, portato a un deterioramento che ora richiede un’attenta considerazione.

Il degrado strutturale: un problema di lunga data

La Vela Celeste è un edificio emblematico, ma il suo stato di abbandono e la mancanza di manutenzione sono ben documentati. Nel rapporto del 2016, si descriveva la rete di collegamento pedonale tra i vari piani, composta da passerelle in acciaio e cemento armato, come un’architettura in forte degrado e suscettibile a crolli. La grave corrosione delle strutture è stata attribuita a negligenze storiche nella manutenzione, che si sono protratte per anni.

Gli abitanti avevano segnalato più volte la necessità di interventi riparatori. Le richieste, però, si sono spesso scontrate con un’indifferenza pubblica e istituzionale. La situazione attuale ha messo in luce la necessità di rivedere le procedure di sicurezza e manutenzione degli edifici pubblici per evitare che tragedie del genere possano ripetersi.

Future responsabilità e necessità di cambiamento

Con la crescente attenzione mediatica sulla Vela Celeste, ora ci si interroga sulle responsabilità e le azioni da intraprendere. È imperativo che le autorità locali affrontino, in modo serio e responsabile, la questione della sicurezza strutturale degli edifici. Situazioni analoghe potrebbero minacciare anche altri quartieri, rendendo necessaria una riflessione riguardante interventi di manutenzione adeguata.

La comunità di Scampia, e la cittadinanza in generale, meritano garanzie di sicurezza e protezione. Questo avvenimento tragedico deve diventare un catalizzatore per il cambiamento, per assicurarsi che in futuro vengano ascoltati i segnali di allerta e che le frasi di emergenza non rimangano inascoltate.

Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2024 da Donatella Ercolano

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