Il 48,3% dei Comuni Italiani si Trova in Aree Difficili: Un Patrimonio Culturale Da Valorizzare

Il 48,3% dei Comuni Italiani si Trova in Aree Difficili: Un Patrimonio Culturale Da Valorizzare

La mappatura della Strategia Nazionale delle Aree Interne evidenzia il 48,3% dei comuni italiani in difficoltà nell’accesso a servizi essenziali, ma ricchi di patrimonio culturale da valorizzare.
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Il 48,3% dei Comuni Italiani si Trova in Aree Difficili: Un Patrimonio Culturale Da Valorizzare - Gaeta.it

La mappatura della Strategia Nazionale delle Aree Interne rivela che gran parte dei comuni italiani si trova in territori considerati ‘difficili’, caratterizzati da problematiche legate all’accesso a servizi fondamentali come sanità, istruzione e mobilità. Questa situazione riflette non solo l’esigenza di interventi, ma mette in luce anche il ricco patrimonio culturale di questi luoghi, che rappresentano un valore da tutelare e promuovere.

La distribuzione dei territori difficili in Italia

Secondo l’analisi condotta dalla SNAI, il 48,3% dei comuni italiani è localizzato in aree con difficoltà significative nell’accesso a beni e servizi essenziali. La situazione è particolarmente severa nelle regioni del Mezzogiorno, come Basilicata, Molise, Sardegna e Sicilia, dove il 44,8% dei comuni è situato in queste aree interne. Le statistiche evidenziano che circa 13 milioni di persone risiedono in questi comuni, che affrontano fenomeni di spopolamento e invecchiamento della popolazione. Nonostante le sfide, questi territori si distinguono per la ricchezza culturale e storica, con il 29% dei comuni che possiede almeno un museo, un monumento o un sito archeologico.

Nel contesto di una popolazione in calo, queste aree presentano comunque un patrimonio culturale sorprendente. Dai dati Istat del 2022, dei 4.416 luoghi culturali censiti in Italia, ben 1.740 si trovano nei comuni delle aree interne, corrispondenti al 39,4% del totale. Questa percentuale aumenta al 48% se consideriamo aree o parchi archeologici, confermando l’importanza di valorizzare tali territori anche per il loro potenziale attrattivo.

Trasformazioni culturali in Sardegna

In Sardegna, il panorama culturale è particolarmente significativo, con il 68% dei luoghi di cultura situati nell’entroterra. Tra i 263 siti, musei e aree archeologiche presenti sull’isola, 178 si trovano in zone interne, evidenziando un valore nettamente superiore alla media nazionale. I dati dimostrano che la Sardegna possiede 61 aree archeologiche su 298 a livello nazionale, risultando una delle regioni più ricche in questo ambito. Un alto numero di tali siti si trova lontano dai flussi turistici, concentrati maggiormente lungo le coste.

La differenziazione dell’offerta varia da un’area all’altra: in media, ci sono 2,7 luoghi di patrimonio culturale ogni 10.000 abitanti nelle aree interne italiane, ma ci sono regioni come la Valle d’Aosta e il Piemonte che superano di gran lunga questa media. Il dato relativo alla Sardegna, con 5,1 strutture per 10.000 abitanti, la pone al sesto posto nel ranking nazionale.

La composizione del patrimonio culturale sardo

Nel 2022, nelle aree interne della Sardegna sono stati censiti 178 luoghi della cultura, suddivisi principalmente in musei, gallerie e aree archeologiche. I musei rappresentano il 60% del patrimonio culturale dell’entroterra, mentre i siti archeologici sono circa il 27%. Oltre un quarto dell’offerta è dedicata a strutture etnografiche e antropologiche, affiancate anche da spazi per l’arte contemporanea.

A livello di gestione, l’80,3% delle strutture culturali appartiene a enti pubblici, confermando una forte presenza di iniziative statali in queste aree. I visitatori delle strutture culturali hanno raggiunto oltre 1,19 milioni nel 2022, ma la maggioranza è formata da italiani, con pochi stranieri che affollano queste aree.

L’offerta culturale e il personale impiegato

Nei musei e nelle strutture simili, il numero complessivo di addetti è di circa 1.110. Le strutture generalmente impiegano una media di sei persone, in linea con la media nazionale. La distribuzione del personale mostra che un terzo delle strutture ha tra 6 e 10 addetti, mentre una piccola percentuale non ha alcun impiegato dichiarato.

In termini di entrate, le strutture culturali delle aree interne fanno affidamento sulla vendita dei biglietti e su altre fonti di guadagno. La maggior parte delle entrate proviene da biglietti tra 2.501 e 5.000 euro. Ciò dimostra come le strutture culturali stiano cercando di mantenere una sostenibilità economica, approfittando non solo dell’afflusso di visitatori, ma anche di eventuali finanziamenti pubblici.

L’uso di tecnologie e l’innovazione nei servizi

Le strutture culturali sarde sono attive nell’integrare tecnologie digitali per migliorare l’esperienza del visitatore. Un terzo delle strutture utilizza video e touchscreen, mentre altre offrono QR code e sistemi interattivi. Questi strumenti sono un ulteriore segno dell’impegno per attrarre visitatori con metodi moderni e coinvolgenti.

In aggiunta alle tecnologie, i musei propongono una vasta gamma di attività per il pubblico, come visite guidate e spettacoli dal vivo. La varietà di offerte, che include laboratori didattici, ben dimostra l’intento di valorizzare la cultura locale e di avvicinare le persone a queste risorse.

Progetti futuri per valorizzare la cultura locale

La valorizzazione delle aree interne è un tema chiave per diverse strutture culturali, a dimostrarlo è l’interesse verso campagne di comunicazione per attrarre visitatori. Il 44,9% delle strutture intende investire in questo ambito, mentre la possibilità di organizzare eventi è valutata dal 33,7%. A livello di governance, la nuova Programmazione Territoriale che è stata avviata in Sardegna dal gennaio 2025, intende rafforzare gli interventi di valorizzazione culturale, destinando risorse significative.

Questo ciclo di incontri tra istituzioni locali e privati evidenzia l’importanza della sinergia tra pubblico e privato nel raggiungimento di obiettivi comuni per il benessere e la crescita culturale di queste aree interne. La Sardegna è così pronta a scrivere un nuovo capitolo nella sua storia culturale, ponendo l’accento sull’importanza di preservare e far conoscere un patrimonio ricco e variegato.

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