Il calcio e la storia: il legame inaspettato tra Eraldo Monzeglio e Mussolini

Il calcio e la storia: il legame inaspettato tra Eraldo Monzeglio e Mussolini

Il libro “Il terzino e il Duce” di Alessandro Fulloni esplora la vita di Eraldo Monzeglio, calciatore e allenatore, rivelando la sua ambigua relazione con Mussolini e il suo ruolo nella Resistenza.
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Il libro "Il terzino e il Duce" di Alessandro Fulloni esplora la vita di Eraldo Monzeglio, calciatore di spicco e allenatore, noto per il suo legame con Mussolini e la Resistenza. Attraverso la sua carriera nel calcio e il suo ruolo durante la Seconda Guerra Mondiale, Monzeglio emerge come una figura complessa, il cui silenzio sulle sue esperienze ha suscitato interesse storico. Il - Gaeta.it

Un nuovo libro mette in luce una storia sorprendente, che mescola calcio e storia contemporanea. “Il terzino e il Duce”, scritto dal giornalista Alessandro Fulloni e pubblicato da Solferino, si concentra sulla vita di Eraldo Monzeglio, una figura di spicco nel mondo del calcio, noto per aver vinto uno scudetto con il Bologna e per essere stato parte della storica Nazionale italiana che conquistò i Mondiali nel 1934 e nel 1938. La presentazione del libro si svolgerà mercoledì 16 aprile alla Feltrinelli di Como, un luogo simbolico per la vita di Monzeglio e il contesto della Liberazione.

La strana amicizia di Monzeglio e Mussolini

Monzeglio ebbe un incontro inatteso con Benito Mussolini nella capitale italiana. Inizialmente, il calciatore si trovò a dare lezioni di tennis al dictator, un rapporto che apparentemente nacque come un’amicizia superficiale. Tuttavia, Monzeglio divenne ben presto l’uomo di fiducia di Mussolini, seguendolo a Salò, dove il dittatore si rifugiò con la sua famiglia. Durante questi giorni turbolenti, Monzeglio si trovò in un contesto difficile, dove le scelte personali avrebbero avuto un impatto profondo sulla sua vita e su quella di molti altri.

Colloqui segreti e il coraggio inaspettato

Sotto la superficie di questa ambigua relazione, Monzeglio mantenne inaspettati contatti con la Resistenza. Questi legami gli permisero non solo di salvare diversi partigiani, ma anche di raccogliere informazioni vitali sulle azioni e le strategie del regime fascista. Il suo silenzio su questo capitolo della sua vita è sorprendente. Nonostante il peso della sua storia, Monzeglio non parlò mai pubblicamente delle sue esperienze, preferendo mantenere riservata la sua partecipazione. Questo accadimento ha suscitato interesse storico, rendendo il suo approdo alla panchina del Como un episodio ancora più intrigante.

La panchina del Como e gli scambi con la Resistenza

Dopo la fine della guerra, la carriera di Monzeglio continuò nel calcio come allenatore del Como. Documenti sorprendenti emersi dall’Archivio di Stato di Como rivelano che la sua nomina a quella panchina non fu casuale. Si ipotizza che ciò sia avvenuto grazie all’interessamento del Comitato di Liberazione Nazionale. In cambio, Monzeglio potrebbe aver fornito informazioni riservate sulla vita e le abitudini di Mussolini, un’ipotesi che rende la figura del calciatore-coach ancor più affascinante.

Le successive avventure calcistiche e il riconoscimento

Dopo il Como, Monzeglio intraprese una lunga carriera nella quale allenò diverse squadre, tra cui Pro Sesto, Napoli, Sampdoria, Monza e anche la Juventus. Il suo percorso nel mondo del calcio è chiaramente ricco di successi e varietà. Negli anni recenti, la Federazione Italiana Giuoco Calcio ha voluto rendere omaggio alla carriera di Monzeglio includendolo nella “Hall of Fame“, accanto a nomi illustri come Vittorio Pozzo e Paolo Rossi. Questi riconoscimenti testimoniano non solo il suo talento sul campo, ma anche il suo impatto duraturo sul calcio italiano.

In un mondo in cui le storie frequentemente si intrecciano, il racconto di Eraldo Monzeglio rimane un esempio unico di come lo sport possa costeggiare i momenti più drammatici della storia nazionale.

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