Il cardinale Fernando Filoni, figura chiave della Chiesa cattolica, ha ripercorso le tappe fondamentali del rapporto con papa Francesco, soffermandosi sul viaggio apostolico in Iraq del 2021. Quel pellegrinaggio segnò un evento senza precedenti per la Santa Sede, che portò il pontefice nella terra di Abramo per la prima volta. Il cardinale, coinvolto a lungo nelle vicende del Medio Oriente, ha condiviso dettagli poco noti sulle difficoltà vissute dalle comunità cristiane e sulle emozioni che quel viaggio suscitò nel pontefice.
Il legame tra il cardinale filoni e papa francesco durante i pontificati
Il cardinale Fernando Filoni ha accompagnato papa Francesco in diverse missioni, svolgendo incarichi importanti all’interno della Curia. Tra il 2011 e il 2019 è stato prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, un ruolo che gli ha permesso di supportare direttamente le iniziative del pontefice. Nel raccontare gli anni trascorsi al fianco di Francesco sottolinea come il suo pontificato abbia portato a un insegnamento radicato sulla speranza, virtù vissuta intensamente soprattutto nelle fasi finali della vita di papa Bergoglio.
Queste esperienze di condivisione hanno scandito momenti di dialogo, riflessioni profonde e commozione. Secondo Filoni, il rapporto con il pontefice si è alimentato anche nei momenti più complicati, testimoniando una profonda stima e riconoscenza reciproca. Le difficoltà e le sfide affrontate insieme sono servite anche per rafforzare la convinzione che la speranza, praticata con umiltà, sa offrire forza e apertura al futuro.
L’esperienza del cardinale filoni nel contesto iracheno
Prima del viaggio ufficiale di papa Francesco nel 2021, il cardinale Filoni aveva già un passato intenso in Iraq, dove era stato nunzio apostolico tra il 2001 e il 2006. Quegli anni erano segnati dalla guerra e da una profonda crisi sociale. Nel 2014, durante la sanguinosa avanzata dell’Isis nelle zone del nord, papa Francesco lo nominò suo inviato personale per portare aiuti e conforto alle comunità costrette alla fuga dall’area della Piana di Ninive.
Filoni racconta quel periodo come un’esperienza densa di incontri umani e testimonianze di sofferenza: molte famiglie cristiane abbandonarono le proprie case senza nemmeno poter portare con sé le scarpe. Il cardinale portava materiale di prima necessità e, soprattutto, la presenza della Chiesa a chi viveva un momento di disperazione profonda. Al suo ritorno, nel dialogo con il pontefice, emerse una commozione sincera che parve confermare la volontà di papa Francesco di visitare lui stesso quei luoghi appena possibile.
Il viaggio apostolico di papa francesco in iraq nel 2021: tre elementi chiave
Il viaggio di papa Francesco in Iraq, realizzato nel marzo 2021, resta uno degli eventi più significativi del suo pontificato. Filoni indica tre punti essenziali in quella visita. Prima di tutto l’incontro diretto con le popolazioni che stavano tornando nelle loro terre d’origine, quasi come un gesto di vicinanza e di rinascita. Il pontefice ha così dato seguito a un desiderio espresso da san Giovanni Paolo II, impegnandosi a rafforzare il legame con quelle comunità.
Il secondo aspetto riguarda la volontà di incontrare la comunità sciita, radicata nelle aree sacre di Najaf e Karbala, situate vicino alla città biblica di Ur. L’incontro tra il capo della Chiesa cattolica e le autorità locali sciite evidenzia un passo importante nel dialogo tra religioni in una regione segnata da tensioni profonde.
Un legame culturale approfondito
Infine, il cardinale sottolinea un particolare legame culturale: papa Francesco fece riferimento al libro scritto da Filoni sulla storia dei cristiani in Mesopotamia. Il pontefice volle approfondire la storia delle comunità presenti in quella terra, per comprendere meglio il contesto prima di partire. Quel viaggio rimase nel cuore di papa Bergoglio come il più bello tra quelli compiuti in missione.
Riflessioni sulle implicazioni del viaggio e il ruolo delle comunità cristiane in iraq
Il viaggio apostolico in Iraq non fu solo un evento simbolico ma anche un momento in cui la Chiesa riaffermò la sua presenza e il suo sostegno verso le comunità cristiane rimaste nel Medio Oriente, spesso ridotte a una minoranza fragile. Le parole e le testimonianze raccolte da Filoni sul campo evidenziano quanto il ritorno nei villaggi e la visita dei luoghi sacri rappresentassero un gesto di speranza e di ricostruzione dopo anni difficili.
L’incontro con le comunità sia cristiane sia sciite dimostra quanto la cooperazione e il dialogo religioso restino elementi fondamentali per la convivenza e la pace nella regione. La visita di papa Francesco ha sottolineato la volontà di portare attenzione a quei popoli che hanno subito violenze e abbandono. Questi momenti hanno riaffermato l’importanza di mantenere vive le radici storiche e spirituali di quelle terre.
Filoni ricorda come questo pellegrinaggio abbia portato nuova linfa a molte persone, sollecitando un impegno continuo da parte della Chiesa verso chi si trova in situazioni di povertà e conflitto. L’auspicio è che queste esperienze non restino isolate ma diventino parte di un percorso di solidarietà più ampio e duraturo.