La presenza online dei cardinali in lizza per la successione di papa Francesco ha attirato l’attenzione non solo dei fedeli ma anche degli addetti ai lavori nel campo della comunicazione digitale. Nel periodo tra il 21 e il 23 aprile 2025, la popolarità dei candidati su piattaforme come X, ex Twitter, e Facebook ha offerto un’indicazione della loro visibilità mediatica. La società Arcadia ha raccolto dati che mostrano differenze significative nell’impatto digitale tra i vari cardinali considerati papabili. Questo spiega come la comunicazione social si stia affermando anche nelle dinamiche legate al Conclave, anche se la sua influenza sul risultato finale resta limitata.
La presenza social del cardinale luis antonio tagle
Tra tutti i candidati, il cardinale filippino Luis Antonio Tagle si distingue come il più attivo e seguito sui social media. Su X, il suo nome è stato menzionato circa 149mila volte in appena tre giorni, un segnale chiaro di quanto stia attirando l’attenzione. La sua pagina Facebook, certificata come ufficiale, conta più di 600mila follower, un numero che lo pone in una posizione di grande rilievo nell’ambito della comunicazione digitale tra i papabili. Questo dato testimonia una capacità di mantenere un rapporto diretto con un pubblico ampio e internazionale, fatta di condivisioni, commenti e partecipazione, che si traduce in una forte presenza online rispetto ad altri cardinali.
Un profilo internazionale e moderno
Nel contesto del Conclave, dove la popolarità personale si mescola con un profilo pubblico e istituzionale, Tagle sfrutta una strategia comunicativa che non si ferma ai confini nazionali. La sua comunicazione social, curata e costante, penetra in numerosi paesi, in particolare nelle realtà cattoliche di Asia e Oceania. L’attenzione dei media ha favorito questo isolamento digitale come elemento di interesse nuovo, dal momento che in passato la politica delle elezioni papali si svolgeva esclusivamente dietro le quinte. In questo modo, il profilo di Tagle emerge non solo per le sue funzioni ecclesiastiche ma anche per la gestione moderna del rapporto con i fedeli.
Altri cardinali papabili e la loro strategia sui social
A seguire il cardinale Tagle, c’è il cardinale ghanese Peter Turkson, che mostra una presenza social solida, anche se meno diffusa. Il suo account Facebook certificato raccoglie una decima parte dei follower rispetto a Tagle, mentre su X si sono contate oltre 77mila menzioni nel medesimo periodo. A differenza di lui, i tre cardinali italiani più frequentemente indicati come papabili — Pietro Parolin, Matteo Zuppi e Pierbattista Pizzaballa — scelgono una distanza netta dai social media. Nessuno dei tre possiede profili ufficiali sulle principali piattaforme, eppure tra questi a emergere è Parolin, che raggiunge oltre 42mila menzioni su X.
Assenza social e visibilità indiretta
La mancanza di profili social ufficiali non riduce necessariamente la loro visibilità. Le menzioni, spesso generate da discussioni e notizie riferite a queste figure, continuano a fluire, ma la comunicazione diretta manca. Nel caso di Pizzaballa e Zuppi, ciò si traduce in una presenza mediatica legata esclusivamente al loro ruolo ecclesiastico e agli eventi in cui sono coinvolti. Anche il cardinale sudcoreano Lazzaro You Heung-sik non risulta attivo sui social, nonostante abbia quasi duemila menzioni, confermando un modello tradizionale di comunicazione centrato su altri canali.
Profili digitali e menzioni di altri cardinali in lizza
L’analisi comprende anche altri membri della Curia e porporati con visibilità minore ma ancora rilevante. Il cardinale congolese Fridolin Ambongo Besungu registra oltre 31mila menzioni su X, segno di attenzione soprattutto nei paesi africani e tra chi segue gli affari ecclesiastici globali. Lo spagnolo Juan José Omella dispone di un profilo verificato su X con circa diecimila follower e quasi duemila menzioni nella stessa finestra temporale, un rilievo modesto rispetto ai candidati più quotati ma comunque indicativo della sua presenza online.
Questi dati segnalano come ogni cardinale sviluppi approcci differenti alla comunicazione digitale o resti fuori da essa. In alcuni casi, l’uso di una sola piattaforma o la scelta di evitare canali social dimostra una strategia personale o una prassi consolidata, certo legata alla tradizione della Chiesa. La rilevanza mediatica emerge però anche da ciò che si dice e condivide attorno a queste figure, non solo da ciò che pubblicano direttamente.
L’analisi di arcadia sulla visibilità digital dei papabili
Secondo Domenico Giordano, amministratore e data analyst di Arcadiacom.it, la raccolta e il monitoraggio delle conversazioni su internet costituiscono da tempo uno strumento per capire come si muove l’opinione pubblica online. Nel caso del Conclave, però, questo tipo di dati ha un valore limitato per prevedere chi diventerà il prossimo papa, visto il carattere riservato e tradizionale dell’elezione. Ciò nonostante, la misurazione della presenza digitale del singolo cardinale permette di capire quali siano i soggetti che catalizzano l’attenzione del pubblico e dei media in rete.
L’osservazione delle menzioni, dei follower e dell’attività social fa emergere un quadro curioso, perché mette a confronto una istituzione secolare con nuove tecniche di comunicazione. La capacità dei cardinali di attrarre dialogo, commenti e condivisioni diventa un indicatore del loro ruolo pubblico nel mondo moderno, senza però incidere direttamente sulle scelte fatte nel Conclave, che restano appannaggio dei porporati in riunione. Restano segnali di come la Chiesa stia vivendo un legame diverso con i fedeli e il resto della società, passando anche attraverso gli strumenti digitali più popolari.