La questione della chiusura dello Sportello Comunale in Via San Romano, così come le conseguenze sul servizio per i residenti, è al centro dell’attenzione nel IV Municipio di Roma. Il Comitato San Giuseppe e Mercato San Romano, formato da cittadini attivi e senza orientamento politico, ha espresso le sue preoccupazioni in merito al recente incontro della Commissione Capitolina sui Servizi Anagrafici, avvenuto il 19 luglio scorso. Questa riunione ha messo a tema non solo la chiusura dello sportello, ma anche l’accentramento dei servizi e la gestione delle CIE.
La riunione della commissione capitolina
Un incontro cruciale per il futuro dei servizi anagrafici
Durante la riunione del 19 luglio, un argomento di particolare rilevanza è stato la chiusura dello Sportello Comunale situato in Via San Romano. Tra i partecipanti all’incontro, era presente l’Assessore alle Politiche del Personale, Dr. Andrea Catarci, insieme all’Assessore del IV Municipio Concetto Zanghi e al Dr. Salvi. Il comitato ha preso visione del video della riunione, in cui è emerso che lo Sportello in Via San Romano è stato chiuso senza preavviso, costringendo la cittadinanza a dirigersi verso l’unico sportello attivo in Via Rivisondoli.
Il comitato ha sentito la necessità di contribuire al dibattito su questa importante questione, fornendo informazioni sui cinque quartieri che si avvalgono del servizio: Casal Bertone, Collina Lanciani, Pietralata, Portonaccio e Tiburtino Nord. Il servizio, attivo dal 1993, aveva supportato un’utenza di circa 70.000 cittadini e rappresentava un punto di riferimento strategico per la comunità, specialmente in relazione al concetto di “Città dei 15 minuti”.
Storia e impatto dello sportello comunale
Un servizio fondamentale per la comunità locale
Lo Sportello in Via San Romano aveva una storia di oltre 30 anni, servendo in modo efficace la vicina popolazione. I cittadini si sono sempre rivolti a questa struttura per una serie di servizi, dall’emissione di documenti all’assistenza per pratiche burocratiche. La chiusura dello sportello ha non solo privato la comunità di un servizio essenziale, ma ha anche complicato ulteriormente l’accesso ai servizi anagrafici, già messi a dura prova dalle recenti riorganizzazioni.
Con il Decreto Dirigenziale del 7 luglio 2023, le motivazioni addotte per la chiusura sono state la “mancanza del personale” e la “necessità di inderogabili interventi di adeguamento”. Tuttavia, dopo dieci mesi dall’adozione di tali misure, non è stato avviato alcun intervento di manutenzione. L’ambiguità di questa situazione ha alimentato il malcontento fra i membri del Comitato e i cittadini, creando interrogativi sull’effettiva necessità della chiusura.
Nelle settimane successive alla chiusura, molti cittadini hanno continuato a recarsi presso lo sportello, ignari della sua inattività e trovandosi di fronte a porte chiuse. Questo disguido ha sollevato preoccupazioni per l’aumento della pressione su quelli rimasti operativi, complicando i lavori del personale presso Via Rivisondoli.
Le dichiarazioni dell’assessore Zanghi
Riflessioni sulla gestione dei servizi
L’Assessore Concetto Zanghi ha commentato la chiusura dello Sportello di Via San Romano, sostenendo che essa derivasse da questioni tecniche più che politiche. Ha riferito che, nonostante la chiusura, i servizi hanno continuato a essere erogati, con un aumento significativo nel rilascio delle CIE, che ha raggiunto picchi record dal 2020 al 2024. Tuttavia, il Comitato ha contestato la validità di queste affermazioni, sottolineando che i dati forniti non considerano pienamente i disservizi provocati dalla chiusura dello sportello.
Le cifre presentate, pur sembrando rassicuranti sullo sviluppo del servizio di rilascio delle carte d’identità elettroniche, non tengono conto delle prenotazioni già effettuate presso lo sportello di Via San Romano e del disagio subito da chi non ha potuto accedere ai servizi locali. Allo stesso tempo, è stato evidenziato che il numero di cittadini in attesa aiuta a capire il reale impatto della chiusura e il fenomeno dell’utenza costretta a cercare assistenza in altri municipi.
Le prospettive future della cittadinanza
Richieste di servizi anagrafici in evoluzione
L’Assessore Zanghi ha inoltre annunciato la proposta di installare due punti di servizio anagrafico nei pressi di Portonaccio e Settecamini, come passo verso la realizzazione del progetto “Città dei 15 minuti”. Questi nuovi box sono stati concepiti per offrire un migliore accesso ai servizi anagrafici, con una spesa prevista di circa 1 milione di euro, da affrontare nel bilancio di previsione 2025. Tuttavia, il Comitato e i cittadini si pongono degli interrogativi riguardo alla tempistica di queste iniziative e alla loro reale efficacia nel risolvere il problema dell’accesso ai servizi.
Inoltre, rimanendo in attesa di ulteriori dettagli sulle “note problematiche” già menzionate dall’Assessore, il Comitato chiede maggiore trasparenza e comunicazione sull’impatto di queste decisioni sulla comunità. I cittadini si aspettano un’interazione più attenta al fine di garantire servizi anagrafici accessibili e rispondenti alle esigenze della comunità verso la quale questa amministrazione dovrebbe operare.