Negli ultimi mesi del conflitto mondiale, molte famiglie furono costrette a cercare rifugio lontano dalle zone di guerra. A vignola, in provincia di modena, una famiglia aprì le porte di casa per accogliere due bambini sfollati dalla montagna. A quasi ottanta anni di distanza, quel gesto di solidarietà e’ stato ricordato e celebrato dal comune, grazie anche alla testimonianza dei figli dei protagonisti, che si sono ritrovati dopo decenni.
La storia dei bambini sfollati e della famiglia reggianini a vignola
Durante il 1944 e il 1945, la guerra aveva ridotto molte zone della montagna modenese a territori pericolosi e instabili, spesso colpiti da bombardamenti aerei. In particolare nel borgo de il monte, a prignano, la famiglia di valentina baldelli avea a che fare con il padre deportato nei campi di lavoro e lei sola con quattro figli piccoli. Per tenere al sicuro i più piccoli, e per dargli un’opportunità di sopravvivenza, venne organizzato un trasferimento verso zone considerate più tranquille.
L’accoglienza dei bambini
La famiglia reggianini, che abitava a vignola, accolse così due di quei bambini: edda e sergio baldelli, all’epoca rispettivamente di dieci e due anni. sergio rimasero nella loro nuova casa per pochi mesi, mentre edda vi assegnò buona parte del suo periodo da sfollata. I coniugi umberto e maria reggianini si presero cura di loro offrendo non solo un tetto ma cibo e protezione, in un periodo segnato da difficoltà e privazioni.
La fine della guerra e il legame che resiste nonostante il tempo
Il conflitto terminato, molte narrazioni di quegli anni si persero nel tempo. I rapporti tra le due famiglie, anche se profondi, andarono affievolendosi con gli anni, soprattutto dopo la scomparsa dei protagonisti diretti di quell’ospitalità straordinaria. Il legame tra i baldelli e i reggianini era rimasto un ricordo familiare, senza più contatti regolari, un silenzio comune a tante storie di quel periodo.
sergio baldelli visitò vignola nuovamente circa tre anni fa, dopo una vita di lavoro che lo aveva portato lontano dal territorio. La sua sorella edda ricordava qualche nome, in particolare quelli dei figli della coppia ospitante: vilma, insegnante di educazione fisica nota in zona, e dante, impegnato nell’agricoltura locale. Grazie a questi ricordi precisi e a una ricerca puntuale, fu possibile rintracciare quei due nomi e riallacciare i rapporti rimasti spezzati dal tempo.
Ricordi e ricerche
“Eravamo lontani, ma il ricordo di quella casa e di quei volti non è mai svanito.” racconta edda baldelli. Questa memoria condivisa ha permesso di riaccendere un legame ormai quasi perduto.
Il riconoscimento ufficiale di vignola nel 2025
In vista della ricorrenza del venticinque aprile, festa della liberazione, il comune di vignola ha deciso di onorare pubblicamente l’atto di umanità e coraggio messo in atto dai coniugi reggianini. Alla presenza della sindaca emilia muratori, i fratelli vilma e dante hanno ricevuto una targa commemorativa, simbolo di gratitudine della comunità locale.
La targa ricorda il contributo di maria e umberto reggianini, che negli ultimi mesi della guerra offrirono rifugio a bambini profughi. Quell’azione silenziosa, fatta di piccole attenzioni quotidiane, rappresentò una vera forma di resistenza contro la violenza del conflitto. Il gesto, oggi, viene sottolineato non solo come ricordo privato ma come esempio di umanità che attraversa i decenni.
Memoria e impegno delle amministrazioni locali
L’incontro tra le famiglie, favorito dalla memoria e dall’impegno del comune di prignano e vignola, mette in luce come quei mesi difficili abbiano lasciato segni profondi nella vita di persone comuni. Oltre i dati storici, si tratta di una pagina di storia locale carica di volti, nomi e atti concreti di solidarietà in un periodo di crisi.