La festività della liberazione resta una giornata fondamentale nel calendario civile italiano, celebrata a Bologna con un corteo che attraversa il centro della città culminando alla festa del Pratello. La manifestazione, organizzata da partiti di sinistra, collettivi e movimenti come Potere al Popolo, richiama l’attenzione su temi delicati come la laicità dello stato, il rispetto della memoria partigiana e la questione della pace e del disarmo in contesti internazionali, con un richiamo esplicito alle tensioni aperte in Palestina.
La festa della liberazione a bologna: tra elementi laici e memoria storica
Bologna celebra la liberazione mantenendo un forte profilo laico, sottolineando come questa ricorrenza non debba essere sovrapposta a messaggi religiosi o invocazioni estranee alla storia politica del paese. Riccardo Rinaldi di Potere al Popolo puntualizza che “lo stato laico è un valore imprescindibile e che la festa rappresenta un momento politico e civile, non religioso.” Le manifestazioni intendono ricordare il sacrificio dei partigiani, combattenti che hanno lottato per la libertà durante la seconda guerra mondiale, e consolidare il senso di cittadinanza attiva. La scelta dei percorsi del corteo, che si snoda da Piazza dell’Unità fino alla festa del Pratello, attraversa luoghi simbolici per la città e per la memoria collettiva.
Il riferimento al papa e la controversia sul silenzio riguardo a guerra e pace
Il discorso si sposta sulle parole di Rinaldi, che evidenzia come il pensiero religioso, rappresentato dal papa, abbia un peso politico diverso quando è espresso da vivo o da morto. Le critiche si concentrano sul fatto che, in passato, i richiami del pontefice su pace, disarmo e situazioni drammatiche come il genocidio in Palestina non hanno ottenuto attenzione da parte del governo. Ora, con il richiamo alla sobrietà da parte di alcuni, si teme un tentativo di limitare chi si esprime pubblicamente su questi temi. Rinaldi chiarisce che “l’invito alla sobrietà non corrisponde a una posizione condivisibile, poiché la denuncia della guerra e il sostegno alla pace sono elementi che devono restare protagonisti nelle piazze e non essere messi a tacere.”
Il significato di piazza del Nettuno e la critica alle istituzioni per gli usi strumentali della memoria partigiana
Durante il percorso del corteo, si farà tappa in Piazza del Nettuno, dove si trova il sacrario dei partigiani, un luogo carico di significati legati alla resistenza e alla storia antifascista di Bologna. Rinaldi punta il dito contro un uso improprio e strumentale di questo luogo da parte di alcune istituzioni. Un esempio recente è rappresentato dalla manifestazione del 6 aprile, organizzata da Michele Serra e dai sindaci di Bologna e Firenze Matteo Lepore e Sara Funaro. In quella occasione, pur parlando di pace, si è sostenuto un rafforzamento del riarmo, posizione che contrasta con il ricordo dei partigiani che si opposero alla guerra e all’oppressione. Per chi organizza e partecipa al corteo di liberazione, questo tipo di iniziative rappresentano “una vera offesa alla memoria storica e alle lotte di chi ha sacrificato la vita per la libertà.”
Il ruolo delle sinistre e dei movimenti sociali negli appuntamenti del 25 aprile a bologna
Il corteo e la festa del Pratello sono promossi da un insieme di forze politiche e associative, prevalentemente riconducibili alla sinistra e ad ambienti di movimenti sociali. Questi gruppi intendono dare voce a posizioni che si richiamano alla pace senza compromessi, al disarmo e al rifiuto della guerra. L’obiettivo è mantenere viva una discussione pubblica che affronta anche i conflitti contemporanei, come quello in Medio Oriente, senza cedere a compromessi istituzionali che mortificano o sviliscono il valore civico e storico della liberazione. L’attenzione verso la laicità dello stato si riflette nel rifiuto di qualsiasi strumentalizzazione religiosa durante le celebrazioni civili. La mobilitazione di questi soggetti rappresenta una componente attiva della risposta cittadina alla ricorrenza, con una forte partecipazione popolare ai cortei e agli eventi collaterali.