Il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, situato nella provincia di Pordenone, riveste un’importanza cruciale non solo per il Friuli Venezia Giulia, ma per l’intero Paese. Recentemente, il presidente di Confindustria Alto Adriatico e della Fondazione Cro Aviano Onlus, Michelangelo Agrusti, ha sottolineato la necessità di mantenere e potenziare il suo ruolo strategico nella sanità regionale. Le dichiarazioni di Agrusti giungono a seguito di una conferenza stampa di fine anno, in cui si è discusso il futuro del Cro e le sue principali sfide.
Un’eccellenza della sanità italiana
Il Cro di Aviano è considerato un caso unico in Italia, essendo frutto di un forte movimento popolare e di un’operazione di democrazia sanitaria, avviata come risposta all’alto tasso di tumori nella regione. Agrusti ha rimarcato che il centro deve continuare a essere un punto di riferimento, libero da vincoli con aziende sanitarie locali. Questa indipendenza è fondamentale per la sua missione di fornire cure oncologiche di alta qualità e per la sua capacità di attrarre pazienti anche dalle regioni vicine, come il Veneto e il meridione.
La storia del Cro è, quindi, un esempio di come un’iniziativa comunitaria possa trasformarsi in una risorsa vitale per la salute pubblica. Agrusti ha sottolineato l’importanza di mantenere questa autonomia, affinché il Cro possa proseguire nel suo impegno di offrire cure e assistenza ai pazienti, senza essere subordinato a dinamiche aziendali che potrebbero compromettere la sua mission.
Futuro e necessità di integrazione con le università
Michelangelo Agrusti ha parlato anche della necessità di un’integrazione tra il Cro e le università di Udine e Trieste. Ha evidenziato come un ospedale che opera in totale autonomia dall’accademia possa avere un futuro incerto, mettendo in evidenza l’importanza della formazione continua per medici e specializzandi. Integrare il Cro con le realtà accademiche locali consentirebbe non solo una maggiore affluenza di studenti e ricercatori, ma garantirebbe anche un’innovazione costante nei protocolli di cura e nella gestione dei pazienti.
Agrusti ha lanciato l’idea di un accordo che rafforzi questa collaborazione tra le aziende sanitarie, la Regione e le università, affinché il Cro possa mantenere la sua autonomia senza perdere il legame cruciale con le istituzioni accademiche. Questa sinergia, secondo quanto affermato dal presidente di Confindustria Alto Adriatico, sarebbe essenziale anche per garantire le migliori pratiche in ambito oncologico e formare i medici di domani.
L’ipotesi di un’azienda sanitaria unica
Guardando al futuro, Agrusti non ha escluso l’eventualità di costituire un’azienda sanitaria unica che unisca Pordenone e Udine. Questo approccio potrebbe portare a una migliore pianificazione e gestione dei servizi sanitari, ottimizzando le risorse e garantendo un’assistenza più coordinata e continuativa per i pazienti.
L’idea di un’azienda sanitaria unica è accolta con interesse, poiché potrebbe rappresentare un’occasione per migliorare l’efficienza dei servizi e favorire un’integrazione più profonda tra i diversi livelli di sanità pubblica nella regione. Alla luce delle sfide demografiche e delle necessità crescenti di assistenza, il rafforzamento delle strutture esistenti potrebbe rappresentare una mossa decisiva per garantire un futuro migliore alla sanità friulana.
Il Cro di Aviano continua a rappresentare un simbolo di lotta e speranza, attirando l’attenzione e la fiducia della collettività. Le sue sfide attuali e le opportunità future segnano il cammino di un’istituzione che non smette di essere all’avanguardia nella lotta contro il cancro in Italia.
Ultimo aggiornamento il 23 Dicembre 2024 da Marco Mintillo