Il debutto di “Il vetro della clessidra”: un viaggio nel tempo attraverso il monologo di Magris

Il Teatro Rossetti di Trieste inaugura la stagione con “Il vetro della clessidra”, un’opera di Claudio Magris che esplora il tempo e la memoria attraverso monologhi, racconti e musica dal vivo.
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Il debutto di "Il vetro della clessidra": un viaggio nel tempo attraverso il monologo di Magris - Gaeta.it

La stagione teatrale del Teatro Rossetti di Trieste ha ufficialmente preso il via con l’attesissimo spettacolo “Il vetro della clessidra”, che debutterà stasera. La pièce, incentrata sul monologo “Essere già stati” di Claudio Magris, si presenta come un’opera densa di ironia e riflessione culturale. Attraverso una combinazione di racconti e musica dal vivo, lo spettacolo promette di offrire al pubblico un’esperienza immersiva, portando alla ribalta tematiche universali legate al concetto di tempo e memoria.

La stagione teatrale al Teatro Rossetti

La Sala Bartoli del Teatro Rossetti, riconosciuta come uno degli spazi più dinamici e innovativi nella scena contemporanea, accoglie il debutto di “Il vetro della clessidra”. Questo spazio è dedicato alla drammaturgia e si distingue per la ricerca artistica e culturale che propone. In un contesto in cui il teatro spesso si confronta con questioni attuali e rilevanti, la scelta di aprire la stagione con un testo di Magris si inserisce perfettamente nella mission del Teatro Stabile del FVG. L’opera è infatti una riflessione sul viaggio del tempo e sull’esperienza umana, rendendola particolarmente significativa per il pubblico contemporaneo.

L’importanza del teatro come luogo di riflessione e di esplorazione delle emozioni è testimoniata dalla scelta di opere che affrontano temi di grande attualità e risonanza. Questo primo appuntamento di stagione rappresenta non solo un momento di intrattenimento, ma anche una sfida per gli spettatori a confrontarsi con le domande più profonde sulla vita e il suo scorrere. La continua evoluzione della proposta teatrale al Rossetti attira non solo gli appassionati, ma anche un pubblico più ampio, desideroso di scoprire nuove forme di espressione artistica.

Il monologo “Essere già stati” e i racconti di Magris

Al centro dello spettacolo troviamo il monologo “Essere già stati” di Claudio Magris, un testo che incarna l’essenza della sua scrittura profonda e riflessiva. Magris, celebre per la sua capacità di intrecciare elementi di ironia e consapevolezza culturale, offre ai suoi lettori e spettatori un’occasione per esplorare il valore dei ricordi e delle esperienze passate. Il monologo si inserisce in una cornice di racconti che includono “Il premio” e “Lezioni di musica”, creando un percorso narrativo che guida il pubblico attraverso emozioni contrastanti e riflessioni sui momenti salienti della vita.

La narrazione di Magris, con la sua ricchezza di dettagli e la profondità dei temi trattati, fungerà da guida in questo viaggio nel tempo. Ogni racconto è concepito per stimolare la curiosità e l’empatia degli spettatori, invitandoli a riflettere sul significato delle proprie esperienze e sulla fugacità del tempo. Attraverso il personaggio di Alessio Boni, l’interpretazione si fa veicolo delle emozioni, rendendo la fruizione del testo un’esperienza avvolgente e coinvolgente, capace di toccare corde intime nel cuore della platea.

Musica e immagini nella messinscena

Un aspetto distintivo di “Il vetro della clessidra” è la sua capacità di integrare diverse forme artistiche. Le delicate musiche dal vivo, eseguite dal violoncellista Chiara Trentin, accompagnano il racconto, creando un’atmosfera evocativa e arricchendo l’esperienza sensoriale del pubblico. La scelta di utilizzare la musica dal vivo non solo arricchisce la dimensione emotiva dell’opera, ma contribuisce anche a sottolineare la connessione tra le parole di Magris e le immagini evocate dalla musica.

A questo si aggiungono suggestive proiezioni visive realizzate da Zunami Film Studio, che completano la messinscena ideata dal regista Paolo Valerio. Le immagini proiettate sullo sfondo contribuiscono a creare un ambiente immersivo che permette allo spettatore di essere catturato non solo dalle parole e dalla musica, ma anche da un linguaggio visivo di forte impatto. Questa combinazione artistica rende “Il vetro della clessidra” un’opera multidisciplinare, in grado di toccare le corde più profonde dell’animo umano e di trasportare il pubblico in un viaggio che esplora l’essenza e la complessità del tempo.

Un evento internazionale a Francoforte

Un ulteriore passaggio importante per “Il vetro della clessidra” sarà il suo debutto alla Buchmesse di Francoforte, dove sarà presentato il 17 ottobre con il titolo “Das Glas der Sanduhr”. Questo evento rappresenta non solo un’opportunità di visibilità internazionale per l’opera, ma anche un momento di scambio culturale significativo per il Teatro Stabile del FVG. L’edizione tedesca dello spettacolo vedrà Alessio Boni accompagnato dall’attore madrelingua Peter Schorn, offrendo al pubblico la possibilità di ascoltare la recitazione sia in italiano che in tedesco.

In questo contesto, il teatro si fa ambasciatore di cultura, portando il patrimonio artistico friulano al di fuori dei confini nazionali. La rappresentazione a Francoforte si inserisce all’interno delle iniziative promosse dalla Regione FVG, sotto il titolo “Io sono Friuli Venezia Giulia”, un programma che punta a valorizzare l’identità culturale del Friuli attraverso eventi artistici di qualità e ad alto contenuto emozionale. In questo modo, “Il vetro della clessidra” non è solo un’opera da osservare, ma un vero e proprio strumento di dialogo e connessione tra culture e linguaggi diversi.

Ultimo aggiornamento il 4 Ottobre 2024 da Elisabetta Cina

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