Recenti affermazioni su un decreto ministeriale riguardante i vini dealcolati stanno sollevando polemiche tra i produttori vitivinicoli abruzzesi. Coldiretti Chieti, una delle principali organizzazioni del settore, interviene per chiarire la situazione e rassicurare sull’assenza di rischi per i vini a denominazione di origine. La circolare esclude esplicitamente l’opzione di produrre vini dealcolati con indicazione geografica, un fatto che più che allarmare, richiede attenzione e cautela.
Le dichiarazioni di Coldiretti Chieti
Domenico Bosco, direttore di Coldiretti Chieti, ha sottolineato l’importanza di non creare allarmismi. La vicenda del vino dealcolato, sebbene susciti notevole interesse, è caratterizzata da una realtà di mercato piuttosto limitata. Bosco ha enfatizzato che c’è ancora molta curiosità attorno a questo prodotto, ma la sostanza reale sul mercato è scarsa. Le preoccupazioni espresse rappresentano un forte sentiment di settore, ma l’invito è a riflettere con cautela su un tema così delicato.
Riferendosi al panorama vitivinicolo abruzzese, Bosco ha indicato che le risorse dovrebbero concentrarsi sulla valorizzazione dei vini locali, le cui caratteristiche sono uniche e prestigiose. Esempi come il Montepulciano d’Abruzzo e il Trebbiano, recentemente rivalutato, dimostrano come i vitigni autoctoni stiano guadagnando seguito tra le nuove generazioni di consumatori. Da questo punto di vista, il futuro della viticoltura abruzzese si intreccia con l’intento di rafforzare l’identità e la cultura del vino locale.
La posizione del presidente di Coldiretti Chieti
Piercarmine Tilli, presidente di Coldiretti Chieti e proprietario di una cantina biologica a Casoli, ha aggiunto un’ulteriore riflessione sulla questione. Tilli insiste sulla necessità di mantenere il vino come un prodotto agricolo genuino. La conversazione dovrebbe oscillare attorno a un consumo responsabile, piuttosto che cadere nella trappola di produrre surrogati che, a suo avviso, potrebbero danneggiare l’immagine del vino abruzzese.
Con riferimento alle normative europee, Tilli ha messo in evidenza come sia possibile etichettare questi prodotti come “vino”, nonostante la loro natura dealcolata, il che potrebbe creare confusione e disorientamento nel consumatore. L’integrità del prodotto e la cultura vinicola dovrebbero rimanere al centro delle discussioni, senza compromettere le peculiarità che rendono i vini abruzzesi apprezzati nel mondo.
L’andamento del mercato vitivinicolo abruzzese
Negli ultimi anni, l’Abruzzo ha visto una crescente affermazione a livello nazionale e internazionale. I dati sull’export dei vini abruzzesi mostrano trend positivi, con percentuali di crescita superiori alla media. Questo dinamismo è il risultato di un’eccellente gestione delle risorse e di strategie mirate alla valorizzazione della qualità.
L’attenzione alla qualità è essenziale per mantenere i risultati ottenuti. Una gestione oculata delle politiche di settore e un dialogo costante tra produttori e decisori politici sono necessarie per tutelare le denominazioni di origine e le indicazioni geografiche. Gli esperti di Coldiretti Chieti invitano tutti gli attori coinvolti a continuare su questa strada, evitando interventi che possano compromettere il prestigio raggiunto dai vini abruzzesi.
In sintesi, la questione del vino dealcolato solleva interrogativi importanti, ma le rassicurazioni di Coldiretti Chieti pongono l’accento sulla necessità di mantenere alta la qualità dei prodotti locali, privilegiando l’autenticità e la tradizione.
Ultimo aggiornamento il 18 Gennaio 2025 da Sara Gatti