La questione delle licenze taxi a Roma ha recentemente suscitato un acceso dibattito pubblico. Nicola Zaccheo, presidente dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti , ha proposto un significativo incremento delle licenze, affermando che la capitale avrebbe bisogno di almeno 2.000 taxi per rispondere a un servizio di trasporto sempre più inefficace. La risposta delle associazioni di categoria non si è fatta attendere, evidenziando le problematiche affrontate dai tassisti romani.
La proposta dell’ART: un aumento necessario
La dichiarazione di Zaccheo
Nel corso di una conferenza stampa dedicata alla presentazione della relazione annuale, Zaccheo ha sollevato un tema di grande rilevanza: il numero di licenze taxi disponibili a Roma. Secondo il presidente dell’ART, 1.000 nuove licenze non sarebbero sufficienti per far fronte a una domanda crescente e complessa. “Roma ha bisogno di una rivoluzione sui taxi,” ha sottolineato. Con una città in costante evoluzione, il numero attuale di taxi appare inadeguato per garantire un servizio efficiente.
La proposta pratica
Per supportare la sua richiesta, Zaccheo ha suggerito che una parte dei proventi delle nuove licenze venga utilizzata per l’installazione di GPS sui tassametri. Questo, a suo avviso, consentirebbe di raccogliere dati più precisi sul servizio taxi, fondamentale per stabilire con chiarezza il numero di licenze effettivamente necessario. Attualmente, la mancanza di dati concreti rappresenta un ostacolo significativo nell’identificazione della reale necessità del servizio taxi a Roma.
Reazioni delle associazioni di categoria
Critiche dai sindacati dei taxi
Le affermazioni di Zaccheo non sono state accolte positivamente dai principali sindacati dei tassisti, tra cui Fit CISL Lazio, Ugl Taxi e Federtaxi Cisal. Questi rappresentanti del settore hanno risposto con veemenza alla proposta, etichettandola come “uno scandalo”. Hanno accusato l’amministrazione di attribuire la responsabilità dei problemi nella mobilità romana ai tassisti, considerandoli un capro espiatorio in un contesto già altamente problematico.
La situazione della mobilità a Roma
Roma, in effetti, sta vivendo un periodo difficile a causa di un “epidemia di cantieri” e un traffico difficilmente gestibile. Con i tram assenti e i treni metropolitani in manutenzione, i tassisti si trovano a lavorare in condizioni sempre più precarie. Le associazioni di categoria hanno messo in evidenza la loro frustrazione, sottolineando come i lavoratori del settore abbiano già dovuto allungare i turni e rinunciare ai riposi per contribuire alla gestione della crisi della mobilità.
La posizione dei tassisti
Un appello alla responsabilità
Le associazioni dei tassisti hanno ribadito la loro dedizione al servizio pubblico, affermando che non possono essere considerati i colpevoli di una situazione che va oltre il loro controllo. “Abbiamo sempre fatto la nostra parte e ora è il momento che anche altri facciano la loro,” hanno dichiarato, evidenziando la necessità di un approccio più collaborativo e responsabile da parte delle autorità competenti.
Un servizio pubblico in crisi
La proposta di aumentare drasticamente le licenze senza considerare le attuali difficoltà operative dei tassisti potrebbe portare a una situazione insostenibile. Con una struttura di trasporto pubblico già incrinata, la richiesta di Zaccheo non può essere vista isolatamente, ma deve essere inserita in un contesto di riforme globali necessarie per migliorare la mobilità pubblica nella Capitale.
Il dibattito continua ad accendere le polemiche, mentre gli attori coinvolti si preparano a esaminare possibili soluzioni per una città che richiede urgentemente di essere ripensata in termini di mobilità.