Negli ultimi anni, il mercato dei prodotti alimentari ha visto un incremento del consumo di latte crudo, alimentato dall’idea che questo sia più genuino e salutare. Tuttavia, il virologo e microbiologo Roberto Burioni, in audizione presso la Commissione affari sociali della Camera, ha messo in guardia riguardo ai rischi sanitari legati all’assunzione di latte non pastorizzato. Le sue affermazioni pongono l’accento sull’importanza della sicurezza alimentare e su come la normativa italiana debba adeguarsi a quella di altri Paesi.
Le preoccupazioni di Burioni sul latte crudo
Roberto Burioni non ha dubbi: il latte crudo rappresenta un rischio significativo per la salute umana. Già all’inizio della sua audizione, ha chiarito che la crescente popolarità di questo prodotto, basata sia sulla questione del sapore che su una presunta maggiore salubrità, è infondata. “Il latte crudo è un terreno di coltura ideale per i batteri” ha affermato.
Questa dichiarazione evidenzia la sua preoccupazione per la contaminazione durante il processo di mungitura e conservazione. Secondo Burioni, è fondamentale considerare che gli agenti patogeni possono trovarsi nel latte stesso, provenendo direttamente dagli animali con possibili infezioni e malattie. Le categorie più vulnerabili, come i bambini e le persone con condizioni di salute precarie, sono a maggior rischio di contrarre gravi malattie a causa di un consumo non controllato di latte crudo.
La situazione normativa in altri Paesi
Burioni ha sottolineato che in molti Paesi del mondo il latte crudo è già vietato. Secondo il professore del San Raffaele di Milano, questa dovrebbe essere anche la direzione da seguire in Italia. Durante la sua esposizione, ha chiarito che anche formaggi non sottoposti a specifici trattamenti di sterilizzazione o pastorizzazione andrebbero vietati. Affermazioni dirette che pongono sotto esame la sicurezza e la qualità dei prodotti lattiero-caseari disponibili nei supermercati.
Nei suoi scritti, Burioni ha citato dati preoccupanti che evidenziano il legame tra il consumo di latte crudo e l’insorgere di epidemie. Negli Stati Uniti, il 70% degli episodi epidemici di malattie alimentari è legato al latte crudo, nonostante solo il 3% della popolazione ne faccia uso. Perfino la modalità di conservazione di questo prodotto risulta cruciale per evitare seri incidenti sanitari.
Rischi legati ai patogeni nel latte crudo
Un problema acclarato è la contaminazione da parte di batteri patogeni, fra cui spicca Escherichia coli. Nel suo libro “Balle mortali”, Burioni menziona il grave rischio che questo batterio rappresenta, segnalando circa 60 decessi all’anno negli Stati Uniti attribuibili a infezioni da E. coli, in particolare tra i bambini sotto i cinque anni. Le conseguenze di un’infezione grave possono includere danni ai reni, complicazioni neurologiche e, nei casi più estremi, la morte.
Burioni non si limita solo a citare il pericolo dell’E. coli. Durante la sua audizione, ha anche messo in evidenza i rischi derivanti da altre contaminazioni, incluso il legame con la diffusione dell’aviaria. Il moderno approccio alla sicurezza alimentare deve includere una riconsiderazione dell’uso del latte crudo. Bere latte crudo, secondo le parole di Burioni, è paragonabile a “giocare alla roulette russa”, un’affermazione forte che mira a mettere in guardia i cittadini.
Con il dibattito sulla salute pubblica in prima linea, la posizione di esperti come Burioni è cruciale per orientare le decisioni politiche e informare i consumatori sulla questione della sicurezza alimentare legata ai prodotti a base di latte crudo.