Il dibattito sulle auto aziendali: in arrivo nuove misure per il uso promiscuo

Il dibattito sulle auto aziendali: in arrivo nuove misure per il uso promiscuo

Il governo discute nuove normative sulle auto aziendali, con un emendamento che propone garanzie fiscali per i veicoli ordinati entro il 2024, evitando penalizzazioni per dipendenti e aziende.
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Il dibattito sulle auto aziendali: in arrivo nuove misure per il uso promiscuo - Gaeta.it

In un contesto di continue evoluzioni normativo-fiscali, il governo e il parlamento si trovano nuovamente a discutere soluzioni riguardo l’uso delle auto aziendali da parte dei dipendenti. La questione ha visto già un blocco durante una recente seduta al Senato, quando un emendamento al decreto Milleproroghe è riuscito a passare soltanto in commissione Affari Costituzionali. Ora, si torna a esaminare la situazione con il decreto Bollette, che include una clausola di salvaguardia fondamentale per chi ha programmato l’uso di un veicolo aziendale prima del 31 dicembre 2024.

La clausola di salvaguardia e il suo impatto

Con l’entrata in vigore di nuove normative il 1° gennaio 2025, molti dipendenti e imprese rischiano di essere penalizzati. La questione principale riguarda i veicoli a motore termico o ibrido, prenotati prima dell’entrata in vigore di queste nuove regole. Infatti, se un dipendente dovesse ricevere il proprio veicolo aziendale nel 2025, si troverebbe ad affrontare costi più elevati legati al fringe benefit e al calcolo dei chilometri percorsi. Questa situazione metterà a rischio gli investimenti già programmati da parte delle aziende.

Per evitare questo scenario sfavorevole, un emendamento proposto da Marco Osnato, presidente della commissione Finanze della Camera, prevede che i veicoli concessi in uso promiscuo dal 1° luglio 2020 fino al 31 dicembre 2024 non subiscano le nuove tassazioni. Questo emendamento stabilisce che per i veicoli ordinati entro la fine del 2024 e consegnati fino al 30 giugno 2025, continueranno ad applicarsi le normative fiscali attuali, evitando quindi nuove tassazioni sui veicoli a benzina, diesel e ibridi.

Le disparità di trattamento e le critiche alla normativa

Nonostante i tentativi di salvaguardare i dipendenti e le imprese, esiste ancora il rischio di disparità di trattamento tra quelle aziende che hanno ordinato i veicoli entro il 31 dicembre 2024 ma che riceveranno il mezzo dopo la scadenza del 30 giugno 2025. Questa situazione è oggetto di discussione e potrebbe risultare ingiusta, in quanto il diritto a un regime fiscale più favorevole si basa sull’effettivo momento dell’ordine del veicolo e non sulla consegna.

Rimuovere la scadenza del 30 giugno potrebbe rappresentare una soluzione più equa, poiché permetterebbe a tutte le aziende di essere trattate allo stesso modo, indipendentemente dalla data di consegna. Le preoccupazioni riguardano anche il rischio che i nuovi provvedimenti possano scoraggiare gli investimenti in veicoli meno inquinanti, trovandosi il mercato in una fase di transizione verso mezzi elettrici e ibridi plug-in.

Garanzie fiscali e futuro delle auto aziendali

La cancellazione della scadenza del 30 giugno, secondo alcune analisi, non peserebbe sulle coperture già stimate dalla Ragioneria, in quanto gli ordini effettuati dalle aziende ammontano a circa 8,3 milioni di euro per l’anno 2025, e aumentano per le annualità successive. Di conseguenza, è previsto che la salvaguardia sui veicoli aziendali possa essere attuata senza ulteriori complicazioni per dipendenti e aziende.

Le misure in discussione potrebbero, quindi, rappresentare un passo significativo verso una regolamentazione più equa nel settore delle auto aziendali, ma è necessario monitorare attentamente l’evolversi della situazione per garantire che le normative finali possano rispondere efficacemente alle esigenze di tutte le parti coinvolte. In questo modo, si potranno evitare situazioni spiacevoli e rendere il sistema di fruizione dei veicoli aziendali davvero sostenibile per il futuro.

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