Il diritto alla sessualità in carcere: avvio delle prime sperimentazioni in Italia

Il diritto alla sessualità in carcere: avvio delle prime sperimentazioni in Italia

Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria avvia colloqui intimi per detenuti in sei carceri italiane, segnando un passo verso una giustizia più umana, ma sollevando preoccupazioni sulla sicurezza e sanificazione.
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Il diritto alla sessualità in carcere: avvio delle prime sperimentazioni in Italia - Gaeta.it

Il riconoscimento del diritto alla sessualità per i detenuti in Italia rappresenta un passo significativo verso una giustizia più umana. A oltre un anno dalla sentenza della Corte Costituzionale, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha avviato un’importante iniziativa, introducendo linee guida per consentire colloqui intimi all’interno delle carceri. Questi spazi, dedicati a incontri privatizzati tra detenuti e i loro partner, segnano una novità concreta nel panorama penitenziario italiano.

Dove partiranno i colloqui intimi

L’inizio della sperimentazione avverrà in sei istituti: Brescia, Trento, Civitavecchia, Bologna, Secondigliano a Napoli e Sollicciano a Firenze. Tuttavia, non tutte le strutture penitenziarie avranno accesso a questa nuova misura. Inizialmente, solo 32 carceri sono state attrezzate con spazi idonei per tali incontri, dimensionati per accogliere due persone nel massimo rispetto della privacy e della sicurezza. La creazione di questi spazi intimi richiede degli interventi strutturali, vista l’importanza di garantire ambienti confortevoli e controllati.

Le modalità di accesso a questi colloqui saranno rigorosamente disciplinate da linee guida, che prevedono una serie di verifiche e procedure per assicurare che solo determinati detenuti possano usufruirne. Solo i coniugi o le persone con cui il detenuto ha una convivenza stabile potranno incontrarsi, e questo potrà avvenire anche più di una volta al mese. Tuttavia, per non compromettere i normali colloqui visivi, ci sono limiti sulla durata, che non potrà superare le due ore.

Sicurezza e privacy degli incontri intimi

Il benessere e la sicurezza durante questi incontri rappresentano una delle sfide principali. Le nuove camere dedicate saranno arredate con un letto e servizi igienici, pur non potendo essere chiuse dall’interno. La sorveglianza sarà garantita esclusivamente all’esterno da personale di polizia penitenziaria, appositamente formato per gestire queste situazioni delicate. Ogni camera verrà controllata prima e dopo l’ingresso dei detenuti e dei loro partner. La biancheria necessaria sarà fornita dalle persone autorizzate, mentre le pulizie e la sanificazione degli spazi saranno affidate a detenuti selezionati per questo compito.

Queste misure mirano a garantire un equilibrio tra il diritto all’intimità dei detenuti e la sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie. Nonostante l’apertura di questi spazi, resterà attentamente monitorata la condotta e i comportamenti dei detenuti, affinché non ci siano elusioni alle regole stabilite.

Criteri di accesso e limitazioni

Non tutti i detenuti potranno accedere agli incontri intimi. La priorità sarà riservata a coloro che non godono di permessi premio o di altri vantaggi che permettano una maggiore interazione con l’esterno. Tra i requisiti, ci sarà anche la considerazione del tempo di detenzione, privilegiando chi sta espiare pene più lunghe e chi è privato della libertà da più tempo.

Allo stesso modo, la buona condotta di un detenuto sarà un fattore cruciale. Eventuali problematiche di sicurezza o condotte che possano mettere a rischio la tranquillità dell’istituto porteranno all’esclusione dalla possibilità di questi incontri. Ad esempio, i detenuti in regime di 41-bis o coloro che vengono scoperti in possesso di sostanze illegali o oggetti pericolosi non potranno fruire di questa innovazione.

Critiche e preoccupazioni sul nuovo regolamento

La direttiva che introduce gli incontri intimi in carcere ha suscitato anche preoccupazioni. L’Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria ha espresso forte contrarietà, chiedendo l’immediata revisione della norma. Il segretario del sindacato, Leo Beneduci, ha sollevato dubbi sulla mancanza di protocolli chiari per la sanificazione degli spazi e sulla prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili.

In un contesto già afflitto da sovraffollamento e carenza di risorse, resta da vedere come il personale potrà gestire efficacemente le operazioni di pulizia e monitoraggio degli ambienti. La questione della salute all’interno delle carceri è fondamentale, e l’assenza di un personale medico specializzato durante gli incontri intimi è stata definita un’omissione grave. Si attendono ulteriori chiarimenti dalle autorità competenti a riguardo, mentre il dibattito sulle innovazioni in ambito penitenziario continua a infiammarsi.

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